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Tutto nasce da un gioco. Un gioco combinato, piuttosto emblematico dello spirito surrealista, dettato un po’ dal sogno, un po’ dal caso, un po’ da inconsce suggestioni. Si chiama Cadavre Exquis (Cadavere squisito), funziona così: ognuno disegna su un foglio di carta, lo piega e lo passa a un altro partecipante, che a sua volta aggiungerà il proprio contributo, piegherà, passerà. Talvolta dal vivo, talvolta inviando addirittura per posta il risultato di queste creazioni cumulative. All’infinito. Ed ecco la notizia: una rara tela ispirata a questo divertissement, Composition surréaliste (tableau collaboratif), sarà protagonista della vendita di Impressionist and Modern Art di Bonhams il prossimo 20 aprile, a Londra. Tre gli autori d’eccezione: Remedios Varo, Óscar Domínguez ed Esteban Francés. La stima? £ 50.000-70.000.
Parola agli esperti. «All’interno del gruppo surrealista», racconta Ruth Woodbridge, Head of Impressionist and Modern Art at Bonhams, «le turbolente relazioni personali spesso si riversavano sulle tele e Composition Surréaliste (tableau collaboratif) incarna qualcosa della complessa storia tra Varo, Domínguez e Francés». Nello specifico: «La testa decapitata del marito di Varo potrebbe significare l’evoluzione di Varo» – che poco tempo dopo l’esecuzione dell’opera, in effetti, fuggì verso Parigi con Francés. Mentre «la violenza implicita potrebbe rappresentare lo sfondo incombente della guerra civile spagnola».
Onirico, allucinato, violento, esasperato, quasi un flusso di vignette sparpagliate, tutte cariche di un simbolismo intricato – tra corpi nudi, mostruosi, cenni di sangue, piogge spettrali. Composition surréaliste fu realizzato a Barcellona e rappresenta oggi una vera rarità. In parte a causa della guerra civile spagnola, in parte per il loro carattere volutamente itinerante – correlativo oggettivo di un flusso senza limiti, sia di spazio sia di evoluzione.
Anche l’identificazione degli autori, in un gioco simile, non è poi troppo immediata. La firma di Varo, ad esempio, nell’opera offerta da Bonhams, è soltanto metaforica, è visibile nella precisa esecuzione della testa del marito Gerardo Lizarraga. Ovviamente è decapitata. L’unica firma davvero leggibile è invece «O. Domínguez. 35», in basso a sinistra, mentre un’iscrizione che recita «Esteban F 36» e la scritta «Francés» sono state rimosse, brutalmente cancellate. «Una possibile lettura», spiegano dalla casa d’aste, «è che il dipinto sia stato iniziato da Francés, ma poi Domínguez o Varo (o entrambi) abbiano rielaborato la composizione, cancellando così le sue firme. Allo stesso modo, Francés potrebbe aver rivisto il dipinto e aver constatato che i suoi contributi fossero stati talmente modificati da ritenere necessario rimuovere qualsiasi segno della sua paternità».
Non c’è lieto fine in questa storia solo apparentemente giocosa. Tre anni dopo la realizzazione del piccolo tableau collaboratif, Domínguez e Francés vennero alle mani per l’affetto di Varo, e l’artista rumeno Victor Brauner – che tentò di placare lo scontro – perse un occhio, colpito inesorabilmente da un bicchiere lanciato da Domínguez. A quel punto Varo, che credeva nelle premonizioni («Il mondo dei sogni e il mondo reale sono la stessa cosa», ripeteva come un mantra), trovò subito riscontro nel passato: sette anni prima di quell’episodio, Brauner aveva completato un autoritratto con un buco al posto dell’occhio destro. Profetico, perlomeno inquietante. «Composition Surréaliste (tableau collaboratif) fu forse per il trio una premonizione collettiva dei tempi turbolenti che lo attendevano», commentano dalla maison.
Appuntamento alla prossima settimana, in New Bond Street, con l’esito finale di un’opera collaboratif. Suo malgrado sibillina.