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exibart prize incontra Oreste Baccolini
exibart.prize
di redazione
Qual è stato il tuo percorso artistico?
Dopo aver frequentato per alcuni anni la Scuola Libera del Nudo all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e in seguito i corsi regolari, ho conseguito nell’anno 2000 il Diplomato in Pittura. Particolarmente significativo è stato il percorso formativo all’interno del circuito GAI che ho vissuto con entusiasmo creativo: Giovani Artisti Italiani del Comune di Modena e la sua coordinatrice Ornella Corradini che ricordo con grande affetto per la sua competenza e umanità, nonché in seguito la gallerista Betta Frigieri di Betta Frigieri Arte Contemporanea che ha “abbracciato i miei sogni” dando fiducia ai miei progetti, con la quale, ancora oggi, ho un rapporto di personale fiducia e di collaborazione.
Altre persone come curatori, spazi indipendenti, associazioni culturali, hanno fatto e fanno tuttora parte del mio recente percorso non solo espositivo, ma anche umano e formativo. Persone e spazi che rendono possibili relazioni e ulteriori collaborazioni future.
Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?
All’interno del mio lavoro gli elementi principali che ricorrono frequentemente quali la memoria personale o collettiva – il prelievo come segno sia preso dal mondo dell’arte o estrapolato dai Media o più in generale da tutto ciò che mi circonda o che cattura la mia attenzione (tutto può essere trasformato) – diventano la traccia fondamentale per mettere in forma le installazioni che hanno come mezzo espressivo al loro interno il video, la fotografia, il disegno o il neon, che “miscelandosi” riconsegnano e configurano con occhi diversi la rappresentazione.
In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?
L’arte ha sempre avuto un ruolo fondamentale per smuovere le coscienze nella società. In qualunque epoca ha modificato il pensiero e il modo di vedere soprattutto per le nuove generazioni che hanno preso consapevolezza del proprio fare proprio con i mezzi e gli strumenti del loro tempo, si pensi all’uso di Internet e alla disinvoltura espressiva con cui si utilizzano i social.
Mi piacerebbe pensare che tutto questo possa dare una “nuova” spinta ad un possibile cambiamento, anche in senso democratico, delle capacità espressive di ognuno di noi, indipendentemente dalla provenienza sociale e culturale. Ci sarà sempre qualcuno che troverà nella voglia di esprimersi il motore necessario a lasciare traccia di sé sia che si esprima nella “caverna”, sia che si esprima con qualunque media, nuovi o futuri!
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Sono in attesa di trovare uno spazio a Modena dove allestire un progetto mostra con la curatela di una cara amica che non vedevo da tempo e un invito per il prossimo Giugno nelle Marche per una installazione site specific. Nel frattempo progetto nuovi lavori con il tubo al neon.
In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?
Uno dei problemi principali per gli artisti e i curatori è reperire fondi per la realizzazione dei progetti. Il giovane curatore e il giovane artista hanno il diritto di essere considerati figure fondamentali per il ruolo che rivestono come portatori di cultura. L’appello alle istituzioni è: cercate di investire più fondi e mettere a disposizione più spazi espositivi, anche pubblici, da destinare alla cultura.