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Qual è stato il tuo percorso artistico?
Sono cresciuta in un ambiente ricco di stimoli, con una particolare attenzione per la poesia, la musica ma in verità per l’arte in generale, ma il vero percorso artistico prende vita, ormai molti anni fa, dalla più attenta osservazione della natura non solo come mezzo espressivo ma anche come scoperta di una dimensione più naturale attraverso la quale stabilire un contatto più intimo e introspettivo con il Se e con l’ambiente che lo circonda.
Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?
In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Sono appena tornata da Londra dove ho esposto alcuni dei miei lavori in una collettiva a Kensington. Ho qualche progetto fuori dall’Italia entro la fine dell’anno. La mia sensazione è che il ‘made in Italy’ trovi maggiore riconoscimento all’estero e non solo per quanto riguarda l’arte. La moda e la gastronomia ne sono un altro esempio. Unire l’arte della pittura con quella della gastronomia è un binomio che da sempre rappresenta un legame molto interessante. Ma il vero progetto si ripresenta ogni giorno, ed è quello di portare a compimento l’espressione di quella voce, di quel suono, di quel colore… in una parola, di quell’emozione che diversamente resterebbe confinata nel limbo dell’inespresso. Sono convinta che siamo esseri in continuo divenire e saper cogliere il momento, trovare lo spazio e il tempo per ‘potersi accadere’ è la vera tensione di ogni artista. (in realtà dovrebbe essere l’ambizione di ogni essere umano) E se l’artista dispone di strumenti inediti per i più, allora ha anche il compito di potersi offrire al prossimo, in un percorso maieutico che sappia favorire la trasformazione, la crescita, l’accadersi. Unica esperienza alla quale ci è dato di conoscere non solo noi stessi, ma l’Universo intero. Fino al prossimo attimo.
In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?