Gate 44 è lieta di presentare la mostra personale di Olympe Racana-Weiler (1990) artista visiva di origini franco-argentine che vive e lavora a Parigi. La mostra presentata è il risultato di 3 settimane di residenza cui l’artista ha lavorato presso Gate 44 studio di cultura visiva incentrato sulla produzione e proliferazione d’immagini attraverso le varie tecniche della stampa d’arte. L’artista, affiancata dallo stampatore Nicolas Muratore, ha creato opere uniche ed edizioni limitate ampliando alcuni aspetti della sua ricerca visiva che già avviene in maniera estensiva attraverso la xilografia. Durante la residenza, l’artista ha creato opere su carta usando legno e plexiglass come matrici, avvalendosi di diverse tecniche sperimentali, tra cui il monotipo serigrafico ed il monotipo con acquerello e pigmenti puri.

Olympe Racana-Weiler porta avanti la sua ricerca principalmente attraverso la pittura gestuale e la stampa d'arte. Il suo processo artistico è da considerarsi corporeo, , le sue tele, preparate su lino, “scaturiscono dalla forma umana, dai suoi ritmi interni e sociali, da movimenti a volte goffi e trascendenti” (Lillian Davies). Da piccola studiò danza classica ed è notevole come l’ intimo approccio con il movimento si sia rivelato nella sua produzione artistica. Movimento inteso anche come processo, passaggio da uno stato ad un altro, materia come conseguenza di uno sviluppo procedurale. Le sue opere infatti esprimono un rapporto continuo tra corpo e materia viva, sono frutto di un processo in divenire e, come corpi esuberanti, le sue pitture sono caratterizzate da colori vibranti e vivaci che richiamano il carattere ridondante e scenografico dello stile barocco. Il rapporto con la materia prima, e l’importanza dei processi sono elementi estremamente legati al mondo della produzione artigianale. Le sue xilografie su legno, ad esempio, sono la manifestazione del gesto che si fa segno inciso, un approccio muscolare che penetra e si dissolve nella materia. Come lei stessa racconta in una conversazione con l’artista Jim Dine “I feel that there is a double temporality, it is something that just goes through my body very quickly, it’s very alive and fugitive. Then I construct and build something. And so, in my work process there is a kind of gradation in the way I use different materials and how I create layers. (..) and so all these additions (…) create something else, a sort of object a bodily presence. So my painting is like a living body but it’s not representational.”