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Quadrante solare: Stefano Arienti a Villa Carlotta
Mostre
A partire da sabato 13 maggio, Villa Carlotta, uno dei gioielli architettonici del Lago di Como, si trasforma in un suggestivo palcoscenico per Quadrante solare, la mostra personale dell’artista Stefano Arienti, a cura di Fulvio Chimento in collaborazione con Carlotta Minarelli.
Il Quadrante solare, o meridiana, rappresenta un topos nella produzione dell’artista. Esso è declinato da Arienti attraverso quasi quaranta opere inedite. Egli, coinvolgendo gli ambienti del Museo e del Giardino Botanico, scompone la meridiana nei suoi elementi principali e ne analizza ruoli e aspetti. Essa è metafora per l’Arienti della pratica artistica stessa, dove il quadrante, e dunque la superficie, diventa lo spazio d’azione dell’arte, mentre la sorgente solare rappresenta l’ispirazione artistica e intellettuale.
La linea, a ricordare l’ombra dello stilo, è tra i protagonisti assoluti dell’esposizione. Essa appare più volte declinata in diversi aspetti: tracciata dalla mano dell’artista, ricreata nelle installazioni o mostrata nell’allestimento.
L’artista con una tecnica affinata negli anni, attraverso la propria mano, traccia delle linee tali da tradurre le variazioni della luce. L’artista disegna con la luce, a una finestra di casa o dello studio, lavorando su carta, intonaco o telo antipolvere. In Mappamondo,ad esempio, Arienti ha fotografato il mappamondo presente nella Villa (molte delle stampe fotografiche presenti sono fotografie eseguite in villa), ha poi stampato l’immagine e successivamente è intervenuto con vernice oro e pastello andando proprio a tracciare delle linee.
Nella camera di Carlotta invece ha collocato Meridiana Mirad’Or, un tappeto in microciniglia di grande formato sul quale l’artista ha stampato la fotografia di un intervento a pavimento legato al concetto di meridiana ambientale, realizzato nel 2022 a Pisone, in provincia di Brescia. Esso presenta diverse linee i cui colori riprendono quelli dell’arcobaleno, gli stessi che vengono presentanti anche in Riflesso dove i nastri colorati disposti a raggiera evocano la luce di uno spettro solare, sovrastando la grande vasca che convoglia le acque per l’irrigazione di Villa Carlotta. In questi ultimi due interventi si nota anche un’evoluzione della grammatica dell’artista che si propone si portare il proprio lavoro su scala ambientale.
In questa mostra si rende chiara la volontà dell’artista di portare il disegno lineare in installazioni che dialoghino con lo spazio nel quale vengono inserite: nel caso della camera di Carlotta con l’arredo, tanto da creare un effetto di camouflage, mimetizzandosi nella stanza; mentre nel caso di Riflesso andando a innestarsi con la vasca nel giardino. La linea è presente anche nell’allestimento nella Galleria, dove diverse sedie e mobili della villa vengono proprio allineati e su si essi vengono poste poi delle stampe fotografiche, in una stretta connessione tra opere, allestimento e spazio. E infine vi è un’opera denominata Linea dove il concetto di mediana assume ancora una volta una dimensione ambientale, l’opera infatti coinvolge una porzione del prato collocata nei pressi del pino di Montezuma e l’idea di disegno lineare viene concepito in forma di installazione quale allineamento di fioriture e oggetti di uso comune. La linea creata ricalca l’ombra segnata a terra dal pino in una determinata ora del giorno.
Interessante è anche il rapporto con l’uomo nella sua presenza/assenza. Egli crea la meridiana per regolare qualcosa che appartiene soltanto a lui, ovvero la percezione dello scorrere del tempo, e lo fa in un dialogo diretto con la natura, attraverso la luce solare e i cambiamenti che la caratterizzano. Ma egli rimane nascosto. Per tutta la mostra ne viene solo evocata la presenza, come in Sedia bianca in via Parea, dove viene presentata una sedia ma non la figura umana.
È stata data vita a un progetto espositivo completo. Arte e spazio si uniscono in un legame inscindibile. Lo spazio è qui un prolungamento dell’arte stessa, sia all’interno attraverso la disposizione del mobilio in galleria e l’allestimento delle relative stanze, sia all’esterno nella comunicazione diretta con la natura, tanto che non risulta esserci un divario tra la villa e il giardino. L’interno e l’esterno della villa sono l’uno il continuo dell’altro.
L’artista è molto legato alla Villa e questo traspare nella piena riuscita di questa esposizione. Egli oltre ad aver fatto numerosi sopralluoghi durante l’anno, è spesso venuto in visita ben prima della progettazione e ideazione del progetto. Egli utilizza piante, fiori, libri, oggetti di uso comune, radici e materiali di riuso per comunicare a pieno con ciò che lo circonda. Questo è estremamente visibile in Alghe, dove in corrispondenza della Fontana dei Nani, Arienti posiziona delle alghe formate da ritagli di buste e sacchetti di plastica che assumono l’aspetto di organismi vegetali filiformi che, scendendo dalla fontana, assecondano il movimento delle piante.
Allo spettatore non resta che immergersi nella bellezza di questo luogo, dove arte e natura si uniscono in un unico e potente legame.