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Flashback Habitat. Ecosistema per le Culture Contemporanee
Progetti e iniziative
Flashback è una fiera d’arte annuale che è cresciuta di edizione in edizione. Da quest’anno ha anche una sede che l’ha trasformata in un Ecosistema per le Culture Contemporanee, un contenitore di attività e mostre. Quali sono le prospettive del nuovo progetto?
Flashback è un progetto nato nel 2013 che nel tempo si è concretizzato in numerose iniziative, come la più conosciuta: Flashback Art Fair, la fiera d’arte tutta contemporanea. Quest’ultima, così come tutti i nostri progetti, si sviluppa con l’obiettivo di portare attenzione a ciò che è trascurato, ignorato o dimenticato, siano esse opere, luoghi o persone. Il Flashback porta l’altrove nel presente, nella dimensione del qui e ora. Anche Flashback Habitat risponde in pieno a questa necessità. Rivificare un luogo abbandonato, 20.000 mq densi di storia, tramite l’arte e far sì che la comunità se ne riappropri, è al tempo stesso sogno e traguardo. Grazie ad Alessandro Bulgini (artista e direttore artistico di FB Habitat) abbiamo progettato uno spazio aperto, contenitore di arte e vita, che agisce in base a principi di organicità e connessione, un Ecosistema per le Culture Contemporanee. Punto fondamentale di partenza è la visione di un’arte indissolubilmente legata alla vita, un’arte vissuta, tutta, sul medesimo orizzonte degli eventi.
L’ex I.P.I. è un luogo ricco di storia raccontato nella mostra di debutto Una Vita migliore. Frammenti di storie dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia di Torino. Lo spazio conta 20.000 mq, ora riconquistati dopo l’abbandono. Come avete trovato questo magnifico luogo? Quali i punti di forza e quali le difficoltà incontrate nel riabitare l’edificio?
La mostra “Una vita migliore”, concepita come opera d’arte da Alessandro Bulgini dà voce al contesto umano esistito in queste mura. Inaugurato nel 1958 dal Presidente Gronchi, l’I.P.I. ha ospitato circa trecento bambini ogni anno, è un luogo denso di storie e di vita. Dal 2020 abbiamo abbandonato gli algidi spazi fieristici sull’onda della necessità. Questo ci ha portato a vivere un’importante esperienza di psicogeografia, attraverso la quale abbiamo indagato lo spazio urbano. Durante questa ricerca si sono palesati gli spazi abbandonati di corso Giovanni Lanza, un complesso immobiliare disabitato per più di dieci anni, durante i quali ha subito i danni del tempo e delle persone. Le difficoltà sono tante e il processo è faticoso e dispendioso, ma la vita e la storia del luogo rendono la sfida emozionante.
La riapertura di Flashback Habitat presenta la prima mostra del format di approfondimento dell’arte SOLOSHOWGALLERY, dedicato a progetti presentati dalle gallerie d’arte. Avete proposto Mario Sironi, un importante artista del Novecento italiano. Quali saranno le prossime scelte?
SOLOSHOWGALLERY è un format sperimentale di approfondimento attraverso il quale le gallerie hanno la possibilità di presentare un progetto inerente la loro ricerca: un focus su un particolare artista, un periodo storico, una corrente, uno specifico linguaggio. L’intento è supportare il lavoro di studio e di ricerca delle gallerie che noi riteniamo importantissimo. I galleristi sono i primi diffusori di conoscenza: scoprono l’opera, la studiano, talvolta la attribuiscono, fanno lavoro di archivio. Il risultato di SOLOSHOWGALLERY è una grande mostra dove ancora una volta cultura e mercato concorrono a creare un’opportunità di fruizione e di approfondimento dedicata alla collettività. La prima mostra del ciclo, dedicata a Sironi, nasce dalla collaborazione con la galleria Aleandri Arte Moderna e con l’Archivio Mario Sironi di Romana Sironi e stiamo lavorando anche sul futuro.
Potete raccontarci qualcosa di più sulla modalità di programmazione dei prossimi eventi?
Flashback Habitat in quanto Ecosistema vive nella relazione con le persone. Alessandro Bulgini ha studiato una programmazione che leghi arte e vita, a partire dalla mostra “Una vita migliore” tutto il programma è incentrato sull’arte che entra a far parte del quotidiano.
Due donne alla direzione di Flashback che hanno fatto parecchia strada insieme nella costruzione della fiera d’arte annuale. Come è iniziata la vostra collaborazione? Cosa vi aspettate per il futuro di Flashback.
Tanta strada insieme, una grande condivisione di speranze, delusioni, felicità e sofferenza. Prima colleghe e poi socie, siamo una via di mezzo tra una vecchia coppia abitudinaria e un meccanismo ben collaudato.