Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
MASSIMO KAUFMANN – LE REGOLE DEL GIOCO
Apre il 31 maggio al Museo del Novecento di Milano “Le regole del gioco”di Massimo Kaufmann, una mostra dal forte carattere interattivo e performativo che anima FORUM900. In esposizione fino al 31 agosto quattro opere, vere e proprie scacchiere d’artista: tre di queste, realizzate in legno e con m
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Apre il 31 maggio al Museo del Novecento di Milano “Le regole del gioco” di Massimo Kaufmann, una mostra dal forte carattere interattivo e performativo che anima FORUM900.
In esposizione fino al 31 agosto quattro opere, vere e proprie scacchiere d’artista: tre di queste, realizzate in legno e con misure regolamentari (57x57 cm), sono costituite dalle consuete 64 case e da 32 scacchi dipinti con colori a olio in 96 colori differenti, la quarta, Pan, di dimensioni più ridotte, è destinata ai bambini.
Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi - che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori - le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori abbastanza esperti possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi.
A dimostrazione di ciò, le quattro scacchiere sono rese disponibili ai visitatori che, previa prenotazione, potranno competere in appassionanti duelli scacchistici il martedì durante la pausa pranzo – dalle 12.30 alle 14.30 – e il giovedì prima dei talk in programma. Anche l’artista sarà disponibile alle sfide: una presenza che trasforma il progetto espositivo in performance.
Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino. È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la “guerra”, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente. Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza.
La partita a scacchi diviene quindi metafora di un conflitto che vede non solo due antagonisti confrontarsi ma un’innumerevole compagine di differenti soggettività animarsi nel gioco, come a mostrare una multilateralità delle componenti in causa. Come nelle guerre reali, esistono fattori che moltiplicano i punti di vista e gli interessi in campo.
Il gioco si complica, tanto quanto il tema del conflitto si fa più chiaro, nella terza scacchiera. Realizzata in 96 tonalità di grigio, si ispira dichiaratamente a Guernica di Picasso adottandone lo stesso titolo perché contrariamente a quanto si pensa Guernica non è bianca e nera, ma dipinta in un’infinita varietà di grigi, risultato dell’aggiunta del nero ai rossi, ai blu, ai gialli, in una gamma di colori “bruciati”, come la guerra incenerisce tutto ciò che tocca.
È forse questo lavoro, nel suo tributo a quella che da molti è considerata la più importante opera del Novecento, a costituire il trait d’union tra i due grandi nuclei tematici della mostra: il conflitto, appunto, e la pittura. Per Massimo Kaufmann il gioco principale rimane la pittura, la sua stessa definizione, con le sue infinite variabili e le sue infinite possibilità di dare forma a un significato, sia esso enigmatico o polivalente, senza ignorare che qualsiasi gioco ha pur sempre le sue regole.
Anche nelle altre due scacchiere, quelle dai colori più vivaci, Le Regole del Gioco e Calibano la pittura emerge come protagonista. L’artista cita come i colori nella pittura si siano sempre dati battaglia. Nelle più straordinarie opere dedicate alla guerra, come quelle di Paolo Uccello o di Boccioni, lo scontro prende forma attraverso una disputa cromatica che sembra preparare un’esplosione di energia. L’idea che i colori rappresentino l’energia dinamica, come squilli di tromba e rulli di tamburi, mostra tutta la volontà di potenza che ha da sempre accompagnato la retorica della guerra.
Un programma di partite e incontri è inoltre previsto nel mese di giugno, alla presenza dello stesso Massimo Kaufmann e dei tre autori dei testi in catalogo - Marco Senaldi, filosofo, curatore e teorico d’arte contemporanea, Francesco Cataluccio, scrittore e saggista e Lorenzo Madaro, critico d’arte e curatore - che converseranno di scacchi, letteratura e arte contemporanea.
La mostra, realizzata con il sostegno di Analysis, è accompagnata dal catalogo “Le regole del gioco” edito da Pondus.
In esposizione fino al 31 agosto quattro opere, vere e proprie scacchiere d’artista: tre di queste, realizzate in legno e con misure regolamentari (57x57 cm), sono costituite dalle consuete 64 case e da 32 scacchi dipinti con colori a olio in 96 colori differenti, la quarta, Pan, di dimensioni più ridotte, è destinata ai bambini.
Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi - che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori - le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori abbastanza esperti possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi.
A dimostrazione di ciò, le quattro scacchiere sono rese disponibili ai visitatori che, previa prenotazione, potranno competere in appassionanti duelli scacchistici il martedì durante la pausa pranzo – dalle 12.30 alle 14.30 – e il giovedì prima dei talk in programma. Anche l’artista sarà disponibile alle sfide: una presenza che trasforma il progetto espositivo in performance.
Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino. È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la “guerra”, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente. Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza.
La partita a scacchi diviene quindi metafora di un conflitto che vede non solo due antagonisti confrontarsi ma un’innumerevole compagine di differenti soggettività animarsi nel gioco, come a mostrare una multilateralità delle componenti in causa. Come nelle guerre reali, esistono fattori che moltiplicano i punti di vista e gli interessi in campo.
Il gioco si complica, tanto quanto il tema del conflitto si fa più chiaro, nella terza scacchiera. Realizzata in 96 tonalità di grigio, si ispira dichiaratamente a Guernica di Picasso adottandone lo stesso titolo perché contrariamente a quanto si pensa Guernica non è bianca e nera, ma dipinta in un’infinita varietà di grigi, risultato dell’aggiunta del nero ai rossi, ai blu, ai gialli, in una gamma di colori “bruciati”, come la guerra incenerisce tutto ciò che tocca.
È forse questo lavoro, nel suo tributo a quella che da molti è considerata la più importante opera del Novecento, a costituire il trait d’union tra i due grandi nuclei tematici della mostra: il conflitto, appunto, e la pittura. Per Massimo Kaufmann il gioco principale rimane la pittura, la sua stessa definizione, con le sue infinite variabili e le sue infinite possibilità di dare forma a un significato, sia esso enigmatico o polivalente, senza ignorare che qualsiasi gioco ha pur sempre le sue regole.
Anche nelle altre due scacchiere, quelle dai colori più vivaci, Le Regole del Gioco e Calibano la pittura emerge come protagonista. L’artista cita come i colori nella pittura si siano sempre dati battaglia. Nelle più straordinarie opere dedicate alla guerra, come quelle di Paolo Uccello o di Boccioni, lo scontro prende forma attraverso una disputa cromatica che sembra preparare un’esplosione di energia. L’idea che i colori rappresentino l’energia dinamica, come squilli di tromba e rulli di tamburi, mostra tutta la volontà di potenza che ha da sempre accompagnato la retorica della guerra.
Un programma di partite e incontri è inoltre previsto nel mese di giugno, alla presenza dello stesso Massimo Kaufmann e dei tre autori dei testi in catalogo - Marco Senaldi, filosofo, curatore e teorico d’arte contemporanea, Francesco Cataluccio, scrittore e saggista e Lorenzo Madaro, critico d’arte e curatore - che converseranno di scacchi, letteratura e arte contemporanea.
La mostra, realizzata con il sostegno di Analysis, è accompagnata dal catalogo “Le regole del gioco” edito da Pondus.
31
maggio 2023
MASSIMO KAUFMANN – LE REGOLE DEL GIOCO
Dal 31 maggio al 31 agosto 2023
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL NOVECENTO
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, (Milano)
Orario di apertura
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30 giovedì dalle 10.00 alle 22.30
Autore