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Gilbert Halaby – Une Comédie Romaine
Dalla Città Eterna, dai personaggi che la popolano fondendosi alle architetture abbaglianti di luce, il pittore libanese Gilbert Halaby attinge a pieno la sua poetica del “bello assoluto” immerso in quella dimensione spazio-temporale del “carpe diem” che Roma mantiene intatta da sempre.
Comunicato stampa
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Maja Arte Contemporanea è lieta di inaugurare giovedì 1 giugno 2023, ore 17, in via di Monserrato 30 (Roma), la mostra "Une Comédie Romaine", che segna l'esordio italiano dell'artista libanese Gilbert Halaby (Beirut, 1979).
A soli due mesi dal debutto al Museo Beit Beirut in Libano con la personale "Domus Berytus", Halaby presenta a Roma circa trenta dipinti realizzati negli ultimi due anni.
Scrive Nora Iosia nel testo presente in catalogo:
"Roma è la città di elezione del pittore libanese, qui vive e lavora da molti anni, e proprio questo è il luogo in cui prende avvio la sua ricerca pittorica che dalla città eterna, dai personaggi che la popolano fondendosi alle architetture abbaglianti di luce, attinge a pieno la sua poetica direi del 'bello assoluto' immerso in quella dimensione spazio-temporale del 'carpe diem' che Roma, come pochi luoghi al mondo, con la sua perpetua bellezza indifferente al trascorrere delle stagioni, mantiene intatta da sempre.
Nelle tele 'romane' di Gilbert appaiono personaggi senza volti, tutti compresi nei movimenti dei corpi e delle loro vesti agitate dall'aria del mattino, sagome di colore che si cristallizzano sulle tele di lino. L'artista esce fuori dal suo studio, tuffandosi nelle strade del centro, e voracemente, munito di telefonino, realizza brevi video là dove il suo occhio viene chiamato: sono le persone, o meglio alcuni personaggi specifici, che catalizzano l'attenzione di Halaby, che colleziona un grande numero di 'slow motions' in cui vediamo scorrere a piedi, decisamente a 'zonzo', preti, cardinali, suore, barboni, ma anche artisti, tutti prima o poi consapevoli di essere catturati in brevi video a colori. Da questo materiale di immagini in movimento l'artista seleziona dei fermo immagine, ne studia le numerose angolature, da cui emerge costantemente l'architettura come tessuto narrativo forte e chiaro, che stabilisce nuove regole del gioco delle parti tra tempo presente e tempo passato [...].
Una parte dei dipinti di Gilbert Halaby prende avvio dalla raccolta di questi video, che viene frammentata e ricomposta in tele di medio-piccolo formato, in cui i colori ad olio sono usati allo stato puro, unico tratto a ridisegnare le sagome e le forme di scene cittadine senza ombre e senza rimpianti per ciò che non appare. Tutto è colore, tutto si stende sulla superficie in accordo tra visione e immaginazione. La pittura modella lo spazio direttamente, coraggiosamente e in maniera sfrontata sulla tela. Il blu, il rosso, il giallo, il rosa, il nero, il bianco, il verde smeraldo sono note assolute, non ammettono 'sfumature' alla loro forza brillante e fanciullesca, si accordano e trovano la loro ragione di essere nella composizione narrante: lo sguardo viene accolto in una rinnovata felicità dell'occhio che vuole escludere la aggrovigliata complessità dei dettagli, per esaltare la fugace impressione dell'insieme, l'intuizione del tutto pieno."
NOTE BIOGRAFICHE
Gilbert Halaby nasce nel 1979 in un villaggio sul Monte Libano. Incantato dalla natura che lo circonda durante tutta l'infanzia e dalla bellezza delle stoffe che cuce la madre, inizia a confezionare abiti e accessori, oltre ad appassionarsi alla pittura da autodidatta.
Nel 1997 si trasferisce a Beirut e si iscrive alla Facoltà di Archeologia. Nel 2003 approda a Roma dove è colto da un vero e proprio colpo di fulmine per la città; nel 2005 apre una boutique di accessori nei pressi del Pantheon.
Nel 2010 fonda il marchio "Halaby" che include sue creazioni di pezzi unici di gioielli e borse in pelle realizzati dai migliori artigiani italiani e venduti in prestigiose boutique nel mondo.
Vince vari premi, tra cui "Stilista dell'anno" al "Paris Capitale de la Création" (2011). Nel 2012, dopo aver esposto i suoi gioielli-sculture alla "Fondazione Volume!" di Roma, viene nominato "Vogue Talent" per Vogue Italia e presenta la sua collezione a Palazzo Morando a Milano.
A seguito della decisione di allontanarsi dal sistema della moda, apre nel 2016 la "Maison Halaby" in via di Monserrato 21 (Roma), dove espone tutte le sue creazioni artistiche, inclusi i dipinti e le ceramiche. Lo spazio diviene presto luogo di incontri culturali, ove si ritrovano artisti, poeti, musicisti e filosofi.
Nel 2023 debutta al Museo Beit Beirut con la personale "Domus Berytus", esponendo 45 dipinti che raccontano, citando lo stesso Halaby, "i momenti di luce della sua infanzia".
A soli due mesi dal debutto al Museo Beit Beirut in Libano con la personale "Domus Berytus", Halaby presenta a Roma circa trenta dipinti realizzati negli ultimi due anni.
Scrive Nora Iosia nel testo presente in catalogo:
"Roma è la città di elezione del pittore libanese, qui vive e lavora da molti anni, e proprio questo è il luogo in cui prende avvio la sua ricerca pittorica che dalla città eterna, dai personaggi che la popolano fondendosi alle architetture abbaglianti di luce, attinge a pieno la sua poetica direi del 'bello assoluto' immerso in quella dimensione spazio-temporale del 'carpe diem' che Roma, come pochi luoghi al mondo, con la sua perpetua bellezza indifferente al trascorrere delle stagioni, mantiene intatta da sempre.
Nelle tele 'romane' di Gilbert appaiono personaggi senza volti, tutti compresi nei movimenti dei corpi e delle loro vesti agitate dall'aria del mattino, sagome di colore che si cristallizzano sulle tele di lino. L'artista esce fuori dal suo studio, tuffandosi nelle strade del centro, e voracemente, munito di telefonino, realizza brevi video là dove il suo occhio viene chiamato: sono le persone, o meglio alcuni personaggi specifici, che catalizzano l'attenzione di Halaby, che colleziona un grande numero di 'slow motions' in cui vediamo scorrere a piedi, decisamente a 'zonzo', preti, cardinali, suore, barboni, ma anche artisti, tutti prima o poi consapevoli di essere catturati in brevi video a colori. Da questo materiale di immagini in movimento l'artista seleziona dei fermo immagine, ne studia le numerose angolature, da cui emerge costantemente l'architettura come tessuto narrativo forte e chiaro, che stabilisce nuove regole del gioco delle parti tra tempo presente e tempo passato [...].
Una parte dei dipinti di Gilbert Halaby prende avvio dalla raccolta di questi video, che viene frammentata e ricomposta in tele di medio-piccolo formato, in cui i colori ad olio sono usati allo stato puro, unico tratto a ridisegnare le sagome e le forme di scene cittadine senza ombre e senza rimpianti per ciò che non appare. Tutto è colore, tutto si stende sulla superficie in accordo tra visione e immaginazione. La pittura modella lo spazio direttamente, coraggiosamente e in maniera sfrontata sulla tela. Il blu, il rosso, il giallo, il rosa, il nero, il bianco, il verde smeraldo sono note assolute, non ammettono 'sfumature' alla loro forza brillante e fanciullesca, si accordano e trovano la loro ragione di essere nella composizione narrante: lo sguardo viene accolto in una rinnovata felicità dell'occhio che vuole escludere la aggrovigliata complessità dei dettagli, per esaltare la fugace impressione dell'insieme, l'intuizione del tutto pieno."
NOTE BIOGRAFICHE
Gilbert Halaby nasce nel 1979 in un villaggio sul Monte Libano. Incantato dalla natura che lo circonda durante tutta l'infanzia e dalla bellezza delle stoffe che cuce la madre, inizia a confezionare abiti e accessori, oltre ad appassionarsi alla pittura da autodidatta.
Nel 1997 si trasferisce a Beirut e si iscrive alla Facoltà di Archeologia. Nel 2003 approda a Roma dove è colto da un vero e proprio colpo di fulmine per la città; nel 2005 apre una boutique di accessori nei pressi del Pantheon.
Nel 2010 fonda il marchio "Halaby" che include sue creazioni di pezzi unici di gioielli e borse in pelle realizzati dai migliori artigiani italiani e venduti in prestigiose boutique nel mondo.
Vince vari premi, tra cui "Stilista dell'anno" al "Paris Capitale de la Création" (2011). Nel 2012, dopo aver esposto i suoi gioielli-sculture alla "Fondazione Volume!" di Roma, viene nominato "Vogue Talent" per Vogue Italia e presenta la sua collezione a Palazzo Morando a Milano.
A seguito della decisione di allontanarsi dal sistema della moda, apre nel 2016 la "Maison Halaby" in via di Monserrato 21 (Roma), dove espone tutte le sue creazioni artistiche, inclusi i dipinti e le ceramiche. Lo spazio diviene presto luogo di incontri culturali, ove si ritrovano artisti, poeti, musicisti e filosofi.
Nel 2023 debutta al Museo Beit Beirut con la personale "Domus Berytus", esponendo 45 dipinti che raccontano, citando lo stesso Halaby, "i momenti di luce della sua infanzia".
01
giugno 2023
Gilbert Halaby – Une Comédie Romaine
Dal primo giugno al 15 luglio 2023
arte contemporanea
Location
Maja Arte Contemporanea
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì ore 15.30-19.30. Sabato ore 11-13 e 15-19
Vernissage
1 Giugno 2023, ore 17
Sito web
Autore
Autore testo critico