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Cabaret Vienna: l’Atelier fotografico Manassé al Mart Rovereto
Fotografia
Davanti all’obiettivo dei coniugi Adorjan Wlassics e Olga Spolarit – che fondarono a Vienna, nei ruggenti anni Venti, l’Archivio fotografico Manassé – passarono i protagonisti del cinema muto, attrici e attori, ma anche tutta la nobiltà viennese.
Da un’idea di Vittorio Sgarbi, con il progetto di Chiara Spenuso e la curatela di Claudio Composti, il Mart a Rovereto ospita, fino al prossimo 18 giugno – nello stesso periodo della mostra dedicata a “Klimt e l’arte italiana” (l’abbiamo raccontata qui) – una seconda esposizione che approfondisce uno dei periodi più vivaci dell’Europa del secolo scorso, mostrandone le trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato tutti i linguaggi culturali, dal cinema alla fotografia, passando per la pubblicità e i rotocalchi.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/06/05-Cabaret-Vienna.-LAtelier-Fotografico-Manassè-Ph-Baroni-1024x767.jpg)
Ritratti dei protagonisti del mondo dello spettacolo e del cinema, calembour visivi, immagini di nudo e scatti di ispirazione esotica, che hanno contribuito all’affermazione della modernità e della stravaganza, scandiscono il percorso espositivo di “Cabaret Vienna” testimoniando un periodo innovativo e straordinario, soprattutto per le donne. Sexy e glamour, in pose eleganti e con costumi tardo-futuristici: è innegabile che la fotografia, mezzo moderno per eccellenza, divenne uno straordinario alleato dell’emancipazione femminile, soprattutto nelle mani e con il genio dei coniugi Wlassics.
Non più e non soltanto dunque muse ispiratrici, negli scatti dell’Archivio fotografico Manassé le donne erano ritratte per ciò che erano, ormai affrancate attraverso gesti considerati rivoluzionari come portare i capelli corti, fumare, guidare o vestire da uomo, evocando una femminilità misteriosa e fatale – in linea con il gusto dell’epoca e vicina alle sperimentazioni visive delle avanguardie. L’Atelier acquisì così tanta fama, superando i confini e conquistando altre città europee, come Berlino e Parigi, che diventò di moda posare, oltre che per le stelle cinema, del cabaret e del teatro, anche per le donne della società.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/06/07-Atelier-Manassè-Vienna-I-ballerini-Lolo-e-Inge-Epp-1931-c.-IMAGNO-Collection-Christian-Brandstatter-Wien-728x1024.jpg)
“Cabaret Vienna” si apre proprio con uno dei generi in assoluto più importanti, il ritratto. In occasione della Prima Biennale Internazionale di Arte Fotografica (Roma, 1932) «Manassé di Vienna si è fatta una reputazione mondiale come ritrattista di grandi personalità mondane e artisti di nome. Qui lo troviamo però sotto altri aspetti, e certo non meno interessanti. Per esempio, la fotografia pubblicitaria (…) Di straordinaria bellezza e perfezione tecnica è ancora il nudo femminile».
Dai ritratti delle più famose dive del cinema e della danza i coniugi Wlassics ricavarono cartoline autografate da vendere. L’Atelier fotografico Manassé divenne un un brand, il cui successo commerciale era strettamente legato alla popolarità di cui godeva nella società elegante e sofisticata della nobiltà viennese e dell’ambiente dello spettacolo. L’immaginario che metteva in scena rifletteva cliché maschilisti, come donne chiuse all’interno di portasigarette o prese con una pinza come fossero zollette di zucchero da tuffare in una tazzina di caffè, o di ispirazione esotica, alimentando la fantasia di un mondo pieno di piaceri e segrete seduzioni.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/06/06-Cabaret-Vienna-L’Atelier-fotografico-Manassé-Mart-BrandSoda-683x1024.jpg)
Le donne fotografate dall’Atelier Manassé erano consapevoli di interpretare un ruolo assegnato tra ironia e messa in scena, erano coscienti di esistere in carne e ossa e di rappresentare solo sé stesse. I loro nudi, mai spudorati, esprimevano il loro sex appeal, qualcosa di magnetico, ben diverso dall’erotico. I Wlassics furono sempre complici giocando con le loro modelle, anche quando il ruolo assegnato le rendeva oggetto di gesti e giochi sciovinisti, ma sempre all’interno di una consapevole finzione.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/06/03-Atelier-Manassé-Studio-1930-c.-IMAGNO-Collection-Christian-Brandstatter-Wien-761x1024.jpg)
Nel mentre le donne si emancipavano, l’Atelier fotografico Manassé fu testimone di una promiscuità e di un’ambiguità di genere che definirono un nuovo standard di bellezza: giovani ragazze disinibite, provocanti nell’uso del trucco e del loro corpo, sessualmente libere e con una potente joie de vivre. Questa nuova femminilità precede l’ultima parte del percorso espositivo dedicata alla moda e al lifestyle: quando la moda, alimentata dalla nuova società dei consumi, raggiungeva l’apice negli anni Trenta, le dive cinematografiche influenzavano profondamente il gusto delle donne e la pubblicità si fece sempre più martellante e l’immagine, ancor più dello slogan, ne divenne il veicolo fondamentale.
Eleganza, ambiguità, erotismo, umorismo, sperimentazioni surrealiste e raffinata estetica: l’Atelier fotografico Manassé, protagonista d’eccellenza del suo tempo, ha saputo assorbire e interpretare un caleidoscopio di emozioni che, dopo un lungo oblio, “Cabaret Vienna” riporta alla luce.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/06/01-Olga-Wlassics-Foto-Atelier-Collezionista-di-farfalle-fotomontaggio-Vienna-1949-c.-OstLicht-Collection-Vienna-780x1024.jpg)