12 giugno 2023

exibart prize incontra Massimo Falsaci

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Le mie opere sono il risultato di un mio spontaneo sentire e di un mio interno interrogarmi sull’immaginario contemporaneo: del vivere metropolitano e dalle figure quotidiane che vengono mostrate dai mass-media.

Massimo Falsaci

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso di sperimentatore ha inizio alla fine degli anni ’90 grazie all’incontro con Karel Thole da cui ho appreso le tecniche del disegno e dell’illustrazione editoriale.
L’incontro con il disegnatore ed illustratore olandese mi ha portato a volere apprendere altre tecniche artistiche ed è per questo che nel 2000 ho cominciato a frequentare la scuola milanese di pittura di Gianna Berrettini e successivamente quella di scultura di Teresa Ricco.
Nel 2007, nell’ambito del ciclo di incontri Re-Enacted Painting – White Screen, presso il centro culturale Via Farini Milano, ho seguito il workshop: Che cos’è la pittura? dell’artista del colore Maria Morganti.
La mia voglia di sperimentare mi ha portato, nel 2008 a seguire il workshop “le forme dell’incompiuto” presso la Fabbrica del Vapore (MI) e nel 2014 a frequentare un corso di pittura sperimentale al NABA di Milano con la docente Luciana Meazza, dove ho affinato la mia personale consapevolezza critica del mio lavoro e del mio percorso artistico.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Le mie opere sono il risultato di un mio spontaneo sentire e di un mio interno interrogarmi sull’immaginario contemporaneo: del vivere metropolitano e dalle figure quotidiane che vengono mostrate dai mass-media.
Nella mia sperimentazione artistica sono arrivato a prediligere il connubio immagine digitale-acrilico su diversi supporti tra cui tela, vetro acciaio, vinile e muro com nel caso del Premio Internazionale Diesel Wall per il muro di Milano.
Traggo ispirazione dalle mie fotografie, realizzate nel corso dei miei viaggi, dai giornali, da riviste o  da internet.
L’intento principale a rappresentare soggetti o scene di vita quotidiane e non è sufficiente che le fotografie siano tecnicamente perfette, mi devono trasmettere qualcosa, mi devono colpire, da esse deve affiorare un sentimento.
Una volta scelta l’immagine mi avvalgo dell’aiuto del PC per enfatizzare colori e contrasti in modo da rendere ulteriormente personalizzato il soggetto che intendo rappresentare ed infine, sulla tela, dopo avere accuratamente definito il disegno, divido quest’ultimo in piccole aree frammentate, a ognuna delle quali corrisponde un colore acrilico.
La scelta del colore acrilico nelle mie opere è dettato dal fatto che non ci sono sfumature, ma solo colori ben definiti, in modo che io possa ottenere un effetto simile alla fotografia.
Amo utilizzare colori forti e vividi per creare contrasti decisi, in modo da far risaltare la potenza degli sguardi, illuminati da una luce intensa, quasi irreale ed esprimere sentimenti ed emozioni.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

Secondo me l’arte è uno strumento potente in grado di comprendere gli attuali sistemi politici ed economici del mondo e come le loro vite ne siano influenzate.
L’arte può anche aiutare le persone a pensare in modo critico e a riconoscere le ingiustizie, oltre a promuovere la creatività e l’immaginazione. L’arte può anche essere usata per promuovere cause e incoraggiare discussioni e dibattiti.
Utilizzando l’arte come piattaforma, è possibile raggiungere un pubblico più ampio in modo accessibile, rendendo più facile per le persone impegnarsi e comprendere le conversazioni sulle questioni che li riguardano.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

In programma c’è una personale presso il Museo del Paesaggio della città di Verbania sul Lago Maggiore.
Mi sto dedicando anche alla stesura del mio primo libro su quello che sono stati i passaggi che mi hanno portato a dedicarmi all’arte.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Le istituzioni, secondo me, dovrebbero facilitare il lavoro di artisti e curatori fornendo loro gli strumenti e le risorse necessarie per creare e presentare il loro lavoro. Ciò include l’accesso a finanziamenti, spazi espositivi e supporto tecnico.
Le istituzioni inoltre dovrebbero anche offrire opportunità di sviluppo professionale come workshop, programmi di residenza per artisti ed eventi di networking.
La collaborazione tra istituzioni e artisti/curatori può portare alla creazione di opere significative e d’impatto, a beneficio di entrambe le parti e della comunità in generale.

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