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Di aste, di design. Cinque domande a Stefano Andrea Poli, Capo Dipartimento de Il Ponte
Mercato
Osvaldo Borsani, presente. Ico Parisi, presente. Gio Ponti, presente. E poi ancora Carlo Scarpa, Ugo la Pietra, Gaetano Pesce, Alessandro Mendini. È una sfilata di nomi iconici la nuova vendita di Design e Arti Decorative de Il Ponte Casa d’Aste, un viaggio eterogeneo attraverso i grandi maestri italiani e internazionali. Dove: in viapitteridieci, a Lambrate, dal 28 al 30 giugno – l’esposizione pre-asta è in corso fino a domani nella stessa sede. È il Capo Dipartimento Stefano Andrea Poli a introdurci all’incanto, tra uno sguardo al mercato e pezzi inediti di autori superstar.
Intervista con Stefano Andrea Poli, Capo Dipartimento di Arti Decorative del ‘900 e Design presso il Ponte Casa d’Aste
Per iniziare: breve panoramica sul mercato del design oggi.
«È un mercato vivace e solido. Accanto ad autori noti e consolidati, quali Gio Ponti, Franco Albini, Carlo Mollino, Carlo Scarpa, Fulvio Bianconi, Paolo Venini, cresce l’interesse per autori attivi negli anni ’70 e ’80 del secolo XX, con particolare attenzione per le opere al confine fra il mondo dell’arte e del design: Archizoom, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Gaetano Pesce, Yoichi Ohira, solo per citare alcuni autori».
Perché acquistare pezzi di design all’asta? Quali sono i vantaggi per un collezionista?
«Perchè ne è garantita la scrupolosa selezione. Nello specifico, il metodo adottato dal Dipartimento si fonda su un’accurata analisi materica e una verifica di autenticità dei beni, sull’affondo storico archivistico atto ad avvalorare autori celebri come altri meno noti, sulla tracciabilità della provenienza e sull’attribuzione di una stima di partenza definita su base statistica».
Il Ponte Casa d’Aste e il design. Qual è la giornata tipo del vostro dipartimento? «C’è ovviamente una strutturazione del lavoro quotidiano, ma non esistono giornate tipo. Si può partire all’alba per un sopralluogo, come attardarsi in ufficio per approfondire una ricerca bibliografica. Le persone che lavorano nel dipartimento seguono ogni fase dell’iter di andamento che si conclude con la vendita in asta: dalla ricezione di numerose email che propongono varie tipologie di beni, alla ricerca attiva mediante un’azione mirata di advertising; dalla schedatura delle opere, all’elaborazione dei condition report; dalla formazione dell’ordine dei lotti fino all’impaginazione del catalogo. La giornata è determinata soprattutto dal calendario delle aste, da priorità e scadenze».
E arriviamo così all’incanto della prossima settimana: i tre pezzi forti e le loro stime sul catalogo di giugno.
«Il monumentale lampadario di Pietro Chiesa per Fontana Arte, del 1938 ca, una raffinata reinterpretazione di temi decorativi traslati su un piano semantico surrealista dal colto artista milanese, che con Gio Ponti diede vita alla produzione di cristalli e lampade Fontana Arte (lotto 153, stima € 18.000 – 20.000). La coppia di lampade, sinora inedite, che i BBPR disegnarono per l’appartamento del committente del grande complesso architettonico costruito lungo Corso Buenos Aires a Milano nel 1970 (lotto 154, stima € 6.000 – 8000). L’eccezionale Connubio ferro vetro concepito da Umberto Bellotto con la collaborazione della Vetreria Artistica Barovier attorno 1923. Estremamente raro e tecnicamente ardito è uno fra i pezzi più evocativi dell’opera dell’artista veneziano (lotto 28, stima € 10.000 – 12.000)».
Per concludere: un pezzo curioso che consiglierebbe a un collezionista neofita e perché.
«Un pezzo esposto in molti musei e pubblicato su tutti i volumi di storia del design, che tuttavia non raggiunge solitamente valori di scambio proibitivi: la radio a valvole modello 563 realizzata in scocca di bachelite e disegnata nel 1942 da Pier Giacomo Castiglioni, Livio Castiglioni e Luigi Caccia Dominioni per la ditta Fimi-Phonola. Una vera icona del nascente italian design (lotto 461, stima € 150 – 300)».