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Al Glastonbury Festival, un’opera di David Hockney con l’Intelligenza Artificiale
Arte contemporanea
di redazione
Mentre il mondo vive nell’ansia costante da sostituzione da Intelligenza Artificiale, c’è qualcuno che continua a divertirsi alla grande, nel vero senso della parola: lo scorso fine settimana, in Inghilterra, in occasione del Glastonbury Festival, una della manifestazioni musicali più importanti al mondo, David Hockney ha presentato la sua ultima opera di dimensioni ambientali e realizzata proprio attraverso gli algoritmi.
D’altra parte non c’è da stupirsi, l’artista inglese, oltre a essere un fumatore accanito, è considerato un maestro inarrivabile della tecnica pittorica e anche con la tecnologia ha sempre giocato molto volentieri. Sono ormai famosissimi i suoi disegni ad iPad, esposti nelle gallerie di tutto il mondo e pubblicati in un bel libro Taschen. A gennaio 2023, a Londra, si è tenuta poi la prima esposizione immersiva e interattiva dedicata alle sue opere, negli spazi ipertecnologici di Lightroom.
L’opera pensata per il Pyramid Stage di Glastonbury Festival, palco sul quale si sarebbero esibiti musicisti del calibro di Arctic Monkeys, Guns n’ Roses, Lil Nas X e Blondie, è stata presentata da CIRCA, piattaforma di arte e cultura digitale che cura un programma di installazioni sui maxi schermi di Piccadilly Circus. Hockney aveva già collaborato con CIRCA nel maggio 2021, per un progetto sugli schermi pubblicitari diffuso in sei città in tutto il mondo. In occasione del Glastonbury Festival, Hockney ha usato, per la prima volta nel suo lavoro, l’Intelligenza Artificiale, per rimuovere tutte le figure da un’opera del 2014 della serie The Dancers, lasciandone solo lo sfondo con un paesaggio vuoto. L’opera originale presenta un gruppo di ballerini vestiti in modo vivace che si tengono per mano a formare un cerchio, in una disposizione che rispecchia quella della celeberrima Danza di Matisse.
Lavorando sul suo iPad e usando l’intelligenza artificiale, David Hockney dunque sviluppato ulteriormente il lavoro, arrivando a realizzare un’animazione video di un minuto, intitolata I LIVED IN BOHEMIA BOHEMIA IS A TOLERANT PLACE, proiettata sui maxischermi del palco durante i concerti della serata del 23 giugno. E non poteva esserci messaggio più adatto, per un festival nato dalla cultura hippie. «Sono passati cento anni dall’ultima volta che si è parlato di prospettiva, con il Cubismo. Suppongo che ora che le cose vengono generate dai robot, dobbiamo guardare ancora più da vicino e con occhi completamente nuovi», ha dichiarato Hockney.