Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Domenico Ruccia – STORIE DI ALTRE STORIE
Lo Studio Legale Consani di Viareggio e la Galleria d’Arte contemporanea IPERCUBO di Milano hanno presentato ufficialmente IPERSTUDIO, un progetto a sostegno dell’innovazione in ogni campo della valorizzazione della creatività che connette la cultura legale al patrimonio artistico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La ricerca pittorica di Ruccia si concentra attraverso «frame» di icone del «fantabosco nazional-popolare». Si celebrano miti del cinema, da Hollywood alla commedia sexy all’italiana, ma anche protagonisti del mondo musicale e fashion. Il capitalismo come lo conosciamo, non è mai stato così divertente nelle parate felliniane di Ruccia, a metà strada tra l’analisi e la parodia, tra la fiaba e la barzelletta.
L’icona, che da millenni ci accompagna per la sua sintesi simbolica sacrale, diviene qui, apostrofo rosa shocking tra le parole AMARCORD ‘ LA DOLCE VITA. Una blasfemia «debordiana», dove tutto è dolce spettacolo, dal retrogusto amaro; l’operazione di citazionismo pittorico attuato da Ruccia ci ricorda l’importanza della narrazione dei prodotti popolari culturali, di quanto essi influenzino il nostro «heritage genetico», di quanto siamo assuefatti, e sedotti da miti evanescenti e fluttuanti. Di quanto il passato, alla stregua di un’ombra apparentemente senza peso, ci influenzi, e ci influenzerà anche nel rapporto con le culture differenti. Le icone ritratte da Ruccia, sono difatti «liquide» senza peso, come ologrammi (o fantasmi?) si stagliano su fondali di colore senza particolari profondità o complessità, sono le assolute protagoniste (eccetto la comparsa talvolta di animaletti, come volatili, cagnolini, o maialini molto orwelliani) dai toni accesi, cangianti, anti-naturali, e i loro esili contorni (che derivano da una fase preziosa preparatoria di disegno dell’artista) ad un’attenta osservazione, si configurano come ritagli, tanto da venirci alla mente la tecnica del collage.
Le icone sono trasposizioni pittoriche di ritagli di giornale, tra scandalo e cronaca, come fantocci grotteschi esanimi, hanno sguardi vuoti, intagliati nel colore sono maschere, e depositi, stratificazioni culturali sospese tra la vacuità e l’imponenza. Le immaginiamo quasi sfilare fantasmagoricamente a Via Veneto sorseggiando Campari, o travolte da un insolito destino nell’azzurro.
L’icona, che da millenni ci accompagna per la sua sintesi simbolica sacrale, diviene qui, apostrofo rosa shocking tra le parole AMARCORD ‘ LA DOLCE VITA. Una blasfemia «debordiana», dove tutto è dolce spettacolo, dal retrogusto amaro; l’operazione di citazionismo pittorico attuato da Ruccia ci ricorda l’importanza della narrazione dei prodotti popolari culturali, di quanto essi influenzino il nostro «heritage genetico», di quanto siamo assuefatti, e sedotti da miti evanescenti e fluttuanti. Di quanto il passato, alla stregua di un’ombra apparentemente senza peso, ci influenzi, e ci influenzerà anche nel rapporto con le culture differenti. Le icone ritratte da Ruccia, sono difatti «liquide» senza peso, come ologrammi (o fantasmi?) si stagliano su fondali di colore senza particolari profondità o complessità, sono le assolute protagoniste (eccetto la comparsa talvolta di animaletti, come volatili, cagnolini, o maialini molto orwelliani) dai toni accesi, cangianti, anti-naturali, e i loro esili contorni (che derivano da una fase preziosa preparatoria di disegno dell’artista) ad un’attenta osservazione, si configurano come ritagli, tanto da venirci alla mente la tecnica del collage.
Le icone sono trasposizioni pittoriche di ritagli di giornale, tra scandalo e cronaca, come fantocci grotteschi esanimi, hanno sguardi vuoti, intagliati nel colore sono maschere, e depositi, stratificazioni culturali sospese tra la vacuità e l’imponenza. Le immaginiamo quasi sfilare fantasmagoricamente a Via Veneto sorseggiando Campari, o travolte da un insolito destino nell’azzurro.
23
giugno 2023
Domenico Ruccia – STORIE DI ALTRE STORIE
Dal 23 giugno al 23 settembre 2023
Location
IPERSTUDIO
Viareggio, Via Antonio Fratti, 25, (LU)
Viareggio, Via Antonio Fratti, 25, (LU)
Orario di apertura
Mostra visitabile su appuntamento da fissare via mail
hello@iperstudio.eu
Sito web
Autore