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Giuseppe Uncini
Il secondo appuntamento della stagione espositiva di Dep Art Out a Ceglie Messapica – sede estiva dalla Dep Art Gallery di Milano – è dedicato all’opera di Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008). Domenica 30 luglio 2023, dalle ore 19 alle 21, sarà dedicato all’artista marchigiano una serata-evento a cura di Roberto Lacarbonara, organizzata in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Uncini di Roma.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dep Art Out è un luogo fuori dall’ordinario dove l'arte si manifesta in modo innovativo. Il trullo, icona della Puglia riconosciuta in tutto il mondo, diventa uno spazio espositivo stra-ordinario, immerso nelle campagne tra Ceglie Messapica e Martina Franca.
Quello tra Giuseppe Uncini e l’architettura vernacolare del trullo rappresenta un incontro / scontro tra modalità differenti di percezione e costruzione dello spazio, laddove le architetture si compenetrano opponendo forme circolari e assonometriche, materiali naturali e artificiali, processi costruttivi arcaici e moderni. Tuttavia, la relazione tra l’artista e lo spazio si esplicita in forme ugualmente totemiche e totalizzanti, segni lineari di una estrema sintesi geometrica, solida e volumetrica.
Per Uncini, costruire è un atto di connessione plastica tra pieni e vuoti, luci e ombre, gravità e leggerezza, secondo una partitura in cui il ferro e il cemento diventano elementi strutturali di una monumentalità celibe, lontana dall’essere qualcosa o esprimere una funzione. Essi addivengono, invece, a una pura forma, liberando e dispiegando la tensione tra quei “muri”, quelle superfici che comprimono o dilatano un universo intero nel mezzo di una stanza.
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma e, due anni dopo, espone a Francoforte sul Meno nella collettiva “Abstrakte italianische Kunst”. Nel 1956-57 inizia il ciclo di opere chiamato “Terre” e, dal 1957, i primi “Cementarmati”, opere realizzate con ferro, cemento e rete metallica. La prima importante personale è del 1961 alla Galleria l’Attico di Roma. Nel 1963 è tra i fondatori del Gruppo Uno con Biggi, Carrino, Frascà, Pace e Santoro. La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i “Ferrocementi”, cui segue il gruppo di lavori “Strutturespazio”, presenti alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966.
Tra il 1969 e il 1972 lavora alla serie dei “Mattoni” e tra il 1972 e il 1978 a quella delle “Ombre”, elemento che caratterizzerà la produzione successiva. Nel 1984 Uncini è ancora presente alla XLI Biennale di Venezia con una sala personale in cui espone la serie “Dimore e Muri d’ombra”. Nel 1990 partecipa alla rassegna “L’Altra Scultura” a Madrid, Barcellona e Darmstadt con il nuovo ciclo “Spazi di ferro”. Prosegue il suo lavoro con la serie dei “Muri di cemento”.
Nel 1999 espone al PS1 di New York. Nel 2001 un’importante retrospettiva si tiene alla Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Dal 2004 prosegue il suo lavoro con le “Architetture”. Nel 2007-2008 progetta le antologiche allo ZKM di Karlsruhe, al MART di Rovereto e al Landesmuseum Joanneum di Graz. Muore il 31 marzo del 2008 nella sua casa-studio di Trevi.
Roberto Lacarbonara (Bari, 1981), giornalista e curatore di arte contemporanea, opera in Italia, è Direttore artistico del museo CRAC Puglia - Centro Ricerca Arte Contemporanea (Taranto), componente del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Tra i recenti saggi e monografie ha pubblicato: “Giuseppe Capogrossi e l’architettura” (Silvana Editoriale, 2023); “Passages/Paysages” (Mimesis, 2020); “Pino Pascali. From Image to Shape”, Catalogo della mostra a Palazzo Cavanis in occasione della 58 Biennale Arte di Venezia 2019; “Carlo Lorenzetti. Piegare la Luce” (CRAC, 2019); “Pino Pascali. Fotografie” (Postmedia Books, 2018), “Super. Pino Pascali e il sogno americano” (Skira 2018). Collabora con il quotidiano La Repubblica e con il periodico Espoarte.
Quello tra Giuseppe Uncini e l’architettura vernacolare del trullo rappresenta un incontro / scontro tra modalità differenti di percezione e costruzione dello spazio, laddove le architetture si compenetrano opponendo forme circolari e assonometriche, materiali naturali e artificiali, processi costruttivi arcaici e moderni. Tuttavia, la relazione tra l’artista e lo spazio si esplicita in forme ugualmente totemiche e totalizzanti, segni lineari di una estrema sintesi geometrica, solida e volumetrica.
Per Uncini, costruire è un atto di connessione plastica tra pieni e vuoti, luci e ombre, gravità e leggerezza, secondo una partitura in cui il ferro e il cemento diventano elementi strutturali di una monumentalità celibe, lontana dall’essere qualcosa o esprimere una funzione. Essi addivengono, invece, a una pura forma, liberando e dispiegando la tensione tra quei “muri”, quelle superfici che comprimono o dilatano un universo intero nel mezzo di una stanza.
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma e, due anni dopo, espone a Francoforte sul Meno nella collettiva “Abstrakte italianische Kunst”. Nel 1956-57 inizia il ciclo di opere chiamato “Terre” e, dal 1957, i primi “Cementarmati”, opere realizzate con ferro, cemento e rete metallica. La prima importante personale è del 1961 alla Galleria l’Attico di Roma. Nel 1963 è tra i fondatori del Gruppo Uno con Biggi, Carrino, Frascà, Pace e Santoro. La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i “Ferrocementi”, cui segue il gruppo di lavori “Strutturespazio”, presenti alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966.
Tra il 1969 e il 1972 lavora alla serie dei “Mattoni” e tra il 1972 e il 1978 a quella delle “Ombre”, elemento che caratterizzerà la produzione successiva. Nel 1984 Uncini è ancora presente alla XLI Biennale di Venezia con una sala personale in cui espone la serie “Dimore e Muri d’ombra”. Nel 1990 partecipa alla rassegna “L’Altra Scultura” a Madrid, Barcellona e Darmstadt con il nuovo ciclo “Spazi di ferro”. Prosegue il suo lavoro con la serie dei “Muri di cemento”.
Nel 1999 espone al PS1 di New York. Nel 2001 un’importante retrospettiva si tiene alla Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Dal 2004 prosegue il suo lavoro con le “Architetture”. Nel 2007-2008 progetta le antologiche allo ZKM di Karlsruhe, al MART di Rovereto e al Landesmuseum Joanneum di Graz. Muore il 31 marzo del 2008 nella sua casa-studio di Trevi.
Roberto Lacarbonara (Bari, 1981), giornalista e curatore di arte contemporanea, opera in Italia, è Direttore artistico del museo CRAC Puglia - Centro Ricerca Arte Contemporanea (Taranto), componente del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Tra i recenti saggi e monografie ha pubblicato: “Giuseppe Capogrossi e l’architettura” (Silvana Editoriale, 2023); “Passages/Paysages” (Mimesis, 2020); “Pino Pascali. From Image to Shape”, Catalogo della mostra a Palazzo Cavanis in occasione della 58 Biennale Arte di Venezia 2019; “Carlo Lorenzetti. Piegare la Luce” (CRAC, 2019); “Pino Pascali. Fotografie” (Postmedia Books, 2018), “Super. Pino Pascali e il sogno americano” (Skira 2018). Collabora con il quotidiano La Repubblica e con il periodico Espoarte.
30
luglio 2023
Giuseppe Uncini
30 luglio 2023
arte contemporanea
Location
Dep Art Out
Ceglie Messapica, (BR)
Ceglie Messapica, (BR)
Orario di apertura
dalle ore 19.00 alle 21.00
Curatore