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La componente viscerale del suono, tra le montagne di Nextones Festival
Musica
Nextones, festival internazionale di musica, arti audiovisive e ricerca, alla sua terza edizione è diventato ormai un’istituzione. Ambientato nel suggestivo territorio della Val D’Ossola, ha come punto cardine Tones Teatro Natura, il nuovo grande progetto di Tones on the Stones che, attraverso un percorso di riqualificazione ambientale, trasforma una cava dismessa in un teatro immerso nella natura.
L’edizione 2023 ha luogo dal 20 luglio al 23 luglio e prevede performance site-specific e grandi show audio/video di alcuni degli artisti e ricercatori più interessanti del panorama contemporaneo. Da Richie Hawtin, leggenda della seconda ondata della Detroit Techno, all’artista multidisciplinare Courtesy. Da Stenny, principale protagonista della label Ilian Tape a VTSS, talento cristallino della nuova scena techno.
Sabato 22 luglio, appuntamento imperdibile con il live audio-video di Katatonic Silentio&Lorem. Al secolo Mariachiara Troianiello, Katatonic Silentio è una sound artist e ricercatrice milanese che indaga il suono come strumento critico sia dal punto di vista artistico che sociologico e che si muove sul labile confine fra musica elettronica, arti dello spettacolo e sound studies. I suoi set oscillano fra un passato analogico e un futuro tecnologico e frenetico, miscelando musica concreta, dub, ambient, per arrivare a paesaggi sonori eterei, di pura astrazione. Al suo fianco, l’artista e ricercatore indipendente Francesco D’Abbraccio con il suo Lorem, progetto multimediale che utilizza Reti Neurali e Intelligenza Artificiale.
Abbiamo intervistato Mariachiara e Francesco all’alba della loro performance.
Come nasce l’idea di questo connubio? Quando vi siete conosciuti?
F/M: Ci siamo conosciuti a Macao intorno al 2018, e i nostri percorsi si sono incrociati diverse volte tra inviti reciproci, radio show, festival e serate. L’ultima volta che siamo stati insieme, a Ferrara, allo showcase di Krisis, abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme, ed eccoci qua 🙂
Come si strutturerà la vostra perfomance al Nextones?
F/M: è un live AV, in cui la componente audio è centrale. Non ci sono sequencer, tracce preregistrate né computer. Usiamo strumenti per lo più tradizionali, una chitarra, una soundbox di legno, alcune piccole percussioni e la voce, che viene decostruita digitalmente. Il risultato è una cosa strana, un po’ metal e un po’ ambient, in alcuni momenti quasi doom e in altri molto più distesa. I visual invece sono una sorta di deriva in un mondo spettrale popolato da occhi e creature di varia natura.
Arte, video e musica in che maniera possono dialogare fra loro?
M: Ovviamente ci sono infinite modalità con cui i media possono dialogare. In questo caso siamo partiti dal suono e dallo scambio tra di noi, e abbiamo cercato di produrre delle immagini che dessero voce alla musica, e la mettessero in comunicazione con il luogo.
F: Mi sembra che lavorare con media diversi non sia così diverso, tanto che spesso i confini tra questi linguaggi tendano a confondersi. Il modo in cui guardiamo un’opera in un museo però è molto diverso da quello con cui andiamo in un club. Forse è anche per questo che sentiamo il bisogno di ibridare i linguaggi e di immaginare spazi di dialogo più liberi.
Se ci sono, quali sono gli artisti fondamentali per la vostra formazione?
M: Ti direi Laurie Anderson, Diamanda Galàs, the Orb, the Future Sound of London, William Burroughs (c’è anche un suo cameo nel live)
F: Aaah! Anche per me questi sono nomi importanti. Aggiungerei Converge, Zu, Tarentel, cose rave tipo IFP, Lego ecc… Se devo pensare a una influenza più nell’ambito delle arti visive, ti direi Kurt Hentschläger. Ho scoperto il suo lavoro tardi, solo nel 2018, ma è stata un’epifania. Mi ispira molto il modo in cui impone violentemente il lavoro al pubblico.
Siete entrambi ricercatori, quanto delle vostre indagini e dei vostri studi si riversa sulla vostra produzione artistica?
F/M: In realtà, come spesso succede, quando siamo entrati in sala prove tutti i ragionamenti e le considerazioni teoriche sono passati un po’ in secondo piano…In questo live abbiamo cercato di concentrarci sulla componente viscerale del suono e sull’idea di interagire con lo stato di coscienza delle persone. Nextones si svolge in un luogo speciale, una cava tra le montagne: abbiamo cercato di immaginarci una performance che si adattasse a questo ambiente e risuonasse con un simile contesto.
F: Più in generale, in questo periodo sto cercando di separare il mio percorso di ricerca da quello artistico. Ovviamente quello che faccio con Lorem è influenzato dal lavoro che faccio con Krisis Publishing e dal mio percorso accademico, ma sempre di più li considero due linguaggi diversi. Vorrei che Lorem si esprimesse in modo emotivo, assertivo a volte, e meno su un piano intellettuale.
M: Al momento, percorso artistico e ricerca si influenzano e nutrono a vicenda, ma ci sono degli ambiti della ricerca che restano esclusi (per ora) da ogni tipo di restituzione pubblica. Si tratta di un’indagine che non ha necessariamente un conseguente output sonoro.
Quali sono i nuovi progetti a cui state lavorando?
M: Due dischi nuovi (e i rispettivi live) con due cari amici musicisti, Matteo Gualeni (The Missing Ear), batterista e Jacopo Buda, trombettista. Inoltre, continuo a portare avanti il live (già rodato) con Demetrio Cecchitelli più un lavoro di ricerca performativa in ambito teatro-danza insieme alla coreografa e danzatrice Olimpia Fortuni.
F: Anche io sto finendo (troppo) lentamente un disco nuovo…e poi ho un nuovo live AV, una traccia con Spime.Im, una nuova installazione e pure una specie di scultura robotica…
Per il programma completo del festival, clicca qui.