28 luglio 2023

Other Identity #72. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Cristina Altieri

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Cristina Altieri

Cristina Altieri

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistata è Cristina Altieri.

 

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Other Identity: Cristina Altieri

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«La mia personale rappresentazione di arte indentifica il suo focus nella condivisione di una esperienza emozionale che da personale si amplifica a dimensione universale. L’arte ha il potere di farci sentire meno soli, capiti, di mostrare nuovi punti di vista, di farci stare meglio, di migliorarci.

Il mio processo creativo avviene in maniera molto naturale, non c’è mai dietro una struttura precisa o un progetto. Tutte le mie foto fanno parte di un unico grande percorso, ovvero raccontare la mia storia attraverso le immagini. Uno storytelling della mia vita.  Sono ossessionata dall’ineluttabilità del tempo e dalla dimenticanza. La fotografia mi concede il privilegio di non perdere alcun ricordo senza esserne schiava.

Gli step evolutivi quindi sono per me rappresentati da esperienza, tempo (fattore necessario per elaborare e maturare la comprensione dell’esperienza stessa affinché diventi un concetto di valore condivisibile), l’incontro con il soggetto fotografato (una persona, un oggetto, un paesaggio) – comunque qualcuno/qualcosa che sia altro da me e che mi permetta di veicolare ed amplificare l’emozione che voglio comunicare e che la renda universale.

Elemento necessario è lo strumento analogico, perché mi permette di legare la foto creata alla contestualità del momento in cui ho maturato la necessita di tirarla fuori. La foto vive fisicamente il momento e lo spazio.  L’oggetto fisico che ha vissuto le due dimensioni, del tempo e dello spazio, e che posso riporre e riprendere all’occorrenza si presta perfettamente al rituale di liberarsi dell’ingombro del ricordo senza perderlo».

Cristina Altieri, Calle, 2013, Polaroid

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«Se è vero che il mio percorso creativo parte da un momento topico, un’epifania che è come un punto fermo nel tempo che voglio superare senza perderlo, è anche vero che il suo punto di arrivo è la consapevolezza che quest’esperienza, una volta interiorizzata, mi condizionerà in modo imprevedibile. Ed è quell’incertezza che voglio tradurre. Il mezzo analogico diventa in questo senso veicolante e necessario, perché la fotografia crea per me un ponte, una ennesima dimensione di mezzo tra il reale ed il possibile. Il reale è quello che vedo, ciò da cui parto, il possibile è il connubio tra l esperienza stessa e il processo di maturazione e creazione. La foto sarà la sublimazione di questo incontro, e così come l’esperienza vissuta e dalla quale parto, avrà un piglio imprevedibile sulla mia personalità allo stesso modo l utilizzo di una fotografia tutto sommato nella quale agevolo l imprevedibilità, riesce a raccontarsi in maniera assolutamente puntuale.

Scatto principalmente in colore e la scelta non è casuale perché questa terza dimensione che vado a creare cn la fotografia è un mondo immaginario, è la sublimazione della mia esperienza e di come la voglio ricordare, ovvero di quello che mi lasci in futuro per potermi migliorare (attraverso il ricordo) nel momento in cui la andrò a riprendere.

E la dimensione che io voglio ricordare è colorata, piena di luce e di ombre e di polvere. La sintesi di come io mi sento, una persona imperfetta, polverosa, ricca di grandi contrasti generati da ombre profonde e luce fortissima».

Cristina Altieri, Cristina, 2019, 35mm Film

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Può diventare utile se permette di condividere informazioni e messaggi che abbiano importanza e solidità sociale».

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Il mio valore di rappresentazione oggi è legato all’unicità e alla autorialità. Alla ricerca costante di elaborare l’esperienza e trasformarla in un oggetto che comunichi con potenza e immediatezza un sentire condiviso».

Cristina Altieri, Giusy, 2015, Polaroid

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Mi considero una persona che è stata gravata di un Dono: sentire l’urgenza di esprimere il proprio sentire e di condividerlo».

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Mi sarebbe piaciuto essere una scrittrice, forse perché riconosco quanto sia stata formativa e impattante la scrittura nella mia vita».

Cristina Altieri, Kintsugi, 2015, Polaroid

Biografia

Cristina Altieri è nata e cresciuta a Policoro, città di mare nel Sud Italia. Si trasferisce a Milano, ma solo dieci anni dopo inizia la sua ricerca fotografica e lo studio approfondito del mezzo analogico con un focus particolare sulla pellicola a colori. Partecipa a diverse mostre e fiere d’arte e collabora con gallerie d’arte nazionali e internazionali.

Cristina Altieri, La Nave E il Porto, 2014, 35mm Film
Cristina Altieri, Viola, 2020, Polaroid

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