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Alla scoperta del Novacene: anticipazioni da Ibrida Festival 2023
Progetti e iniziative
di redazione
Una nuova era si sta aprendo oppure un vecchio mondo sta finendo? Entrambi gli eventi, probabilmente, visto che molto spesso gli estremi coincidono e tutto si trasforma in qualche altra cosa. A segnare questo passaggio, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che potrebbe prendersi cura del pianeta e dei suoi abitanti. Questo secondo lo scienziato britannico James Lovelock, che in un suo libro del 2019 ha introdotto il termine Novacene, l’età dell’iperintelligenza, appunto, cioè di una nuova consapevolezza di interdipendenza, tra gli esseri più o meno animati e il pianeta tutto, nulla è escluso e da escludersi. Da questa nuova concezione della connessione prende le mosse l’ottava edizione di Ibrida – Festival Internazionale delle Arti Intermediali, che si svolgerà a Forlì dall’8 al 10 settembre 2023, negli spazi di EXATR, hub votato al contemporaneo situato nel centro storico della città.
Un villaggio intermediale
«L’IA, in campo artistico, è uno strumento importante per esplorare nuovi confini. A Ibrida Festival 2023 affronteremo la questione da molti punti di vista: non crediamo nella fine del mondo, ma ci auguriamo un nuovo inizio, una nuova Era», così i direttori artistici di Ibrida, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, introducono il Novacene del festival, che presenterà tante novità e alcune conferme.
«Il pubblico sarà libero di muoversi negli spazi di EXATR tra proiezioni, istallazioni, incontri e spettacoli live», hanno proseguito Leoni e Mastrangelo. «Allestiremo un vero e proprio villaggio intermediale con diverse installazioni interattive e non, un bar e un angolo food per i momenti di svago e confronto tra un live e l’altro. Ibrida Festival, da sempre, è anche un luogo di scambio, un salotto dove nascono idee e progetti, in cui il pubblico incontra gli artisti e dialoga con loro».
Ibrida Festival 2023: le anticipazioni
Per il momento, già in programma cinque diverse performance. Tra queste: l’anteprima mondiale di Contrepoint di Rafael Sanchez, artista multimediale e musicista spagnolo che lavora tra Berlino e Seoul e che, dopo Ibrida, partirà per presentare la sua creazione in numerosi Festival internazionali. E poi, AGANiS del compositore e polistrumentista italo-canadese Dominic Sambucco e Nostalgia for the Androgynous della sperimentatrice vocale, sound artist, performer e poeta Kratu | Serena Dibiase. Sarà in scena a Ibrida Festival 2023 anche Massimo Pupillo, bassista degli ZU.
Saranno quindi presentate oltre 100 opere video da tutto il mondo, selezionate dall’open call internazionale che ha visto arrivare quattrocento creazioni. Saranno suddivise in tre sezioni: Video performance, Segnali e Percezioni. Tanti gli artisti stranieri ma anche molti italiani e, nello specifico, emiliano-romagnoli. «Quest’anno sarà nostro partner il francese VIDEOFORMES, il più importante Festival di videoarte al mondo», hanno aggiunto Leoni e Mastrangelo: «Presenteremo i lavori vincitori dell’edizione 2023 del celeberrimo Festival di Clermont-Ferrand».
Novità di quest’anno sarà il premio Ibrida Forlì Prize, per la miglior opera di videoarte, che verrà assegnato da una giuria internazionale a uno dei lavori selezionati nell’open call e presentati al Festival. Lo storico dell’immagine in movimento Bruno Di Marino presenterà il suo ultimo libro, Nel centro del quadro. Per una teoria dell’arte immersiva dal mito della caverna al VR. Sono in programma anche un dialogo sull’Intelligenza Artificiale e l’ormai collaudato Art Magazine Talk, in cui saranno ospiti giornaliste e giornalisti specializzati in arte contemporanea.
Spazio anche all’Arte visiva: negli spazi della Fondazione Dino Zoli sarà allestita Animagia. Dispositivi, visioni, film, prima personale di Virgilio Villoresi a Forlì. «È un artista che amiamo particolarmente e che abbiamo scelto per la sua natura poliedrica, in linea con la visione interdisciplinare di Ibrida» spiegano i Direttori Artistici del Festival «Virgilio è un artigiano del cinema e dell’audiovisivo, ci catapulterà in un modo sorprendente fatto di costruzioni, dispositivi e filmati inediti». L’esposizione, prodotta da Vertov Project e PubliOne in collaborazione con la Fondazione Dino Zoli, è curata da Bruno Di Marino.
Per il programma completo, potete dare un’occhiata qui.