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GU.PHO. Festival Internazionale Fotografia Vernacolare – 2° Edizione
Si tratta di due weekend di studio, talk ed editoria sulla fotografia vernacolare, ovvero all’insieme delle immagini scattate da persone comuni alle situazioni della vita quotidiana, per uso personale. .
Comunicato stampa
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COMUNICATO STAMPA GU.PHO. 2023
In seguito al successo raccolto nel 2022 GU.PHO., il primo FotoFestival Vernacolare Internazionale in Italia, ritorna e raddoppia i weekend. La seconda edizione si terrà il l’8/9/10 e il 16/17 settembre sempre al Castello di Guiglia, in provincia di Modena. La manifestazione coinvolge nove artisti italiani e internazionali – Carolle Bénitah, Erik Kessels, Joachim Schmid, Baco About Photographs, Settimio Benedusi, Cristina Biagini, Marzio Govoni, Sergio Smerieri, Riccardo Zipoli – oltre a Leporello Photobooks da Roma e FOTO VIP da Modena. La manifestazione, organizzata dall’associazione culturale Mezaluna di Vignola guidata da Giampaolo Grandi, vede la direzione artistica di Sergio Smerieri, coadiuvato da Giorgia Padovani e Marcello Coslovi, ed è patrocinata dal Comune di Guiglia, dalla Pro Loco di Guiglia, dall’Unione Terre di Castelli e dalla Provincia di Modena.
Si tratta di due weekend intorno al tema della fotografia vernacolare, ovvero all’insieme delle immagini scattate da persone comuni (non professioniste) alle situazioni della vita quotidiana, per uso personale. Si tratta dell’applicazione della fotografia alla dimensione natia, privata, paesana o familiare, dove l’obiettivo è quello di catturare un ricordo o un momento introspettivo e particolare. Il Festival Internazionale di Fotografia Vernacolare di Guiglia non intende rimpiangere o far rimpiangere i tempi passati, non vuole paragonare medium differenti per stabilire quale sia il migliore. GU.PHO. vuole semplicemente riflettere sulla fotografia, sul suo cammino, sul suo cambiare, soffermandosi su ciò che forse non è stato detto o capito.
Il Festival ha un respiro internazionale sia per quanto riguarda i temi che gli ospiti. GU.PHO. vuole raccontare attraverso gli occhi, ben educati, di artisti contemporanei una ri-lettura delle fotografie domestiche di un periodo, lontano o passato, trasportando nel presente la genuina (o ingenua che dir si voglia) capacità di narrare attraverso il medium fotografico arricchita della interpretazione o selezione fatta dagli autori.
A completare il Festival ci saranno un workshop tenuto da Erik Kessels dal titolo Personalità e Passione nella tua ricerca fotografica e sei talk: Le Fotografie degli altri a cura di Joachim Schmid, Il perfetto dilettante a cura di Erik Kessels, La fotografia vernacolare a cura di Sergio Smerieri e la presentazione dei progetti di Baco About Photographs, Carolle Bénitah e Riccardo Zipoli.
GLI ARTISTI e LE MOSTRE
Carolle Bénitah è nata a Casablanca (Marocco). Dopo il diploma ha lavorato per 10 anni come fashion designer per poi dedicarsi alla fotografia dal 2001. Il suo lavoro esplora i temi della memoria, della famiglia, del tempo che scorre. Accosta vecchie fotografie trovate nei mercatini con dettagli fatti a mano, reinterpretando così il proprio vissuto di figlia, moglie e madre. In Jamais je ne t'oublierai scatti di vecchi album di famiglia cambiano status con un semplice gesto: l'applicazione della foglia d'oro. Mascherando parte dell'immagine e, più precisamente, i volti di questi fantasmi, Bénitah rimuove le ombre legate alle ritualità familiari e decuplica le possibili proiezioni sia grazie all’obliterazione che all’immedesimazione rese possibili dalla superficie lucida creata dalla foglia d’oro.
L’artista, designer e curatore olandese Erik Kessels colleziona fotografie che trova nei mercati delle pulci, nelle fiere, nei negozi dell’usato, ricontestualizzandole e pubblicandole o creando allestimenti immersivi in giro per il mondo. Empty Chair affronta il tema dell'assenza. Guardando una sedia vuota ci chiediamo chi potrebbe sedersi o chi potrebbe essere seduto lì. Non saperlo o vederlo ci rende più curiosi e rende la fotografia più eccitante. La sedia vuota sarà in grado di sopportare il peso e chi sarà il suo nuovo compagno? Lo sapremo mai?
Joachim Schmid, è un artista tedesco che lavora fin dai primi anni Ottanta con fotografie e testi trovati. La sua ricerca si interroga scetticamente sul ruolo dell’autore e sull’intenzione artistica rispetto al risultato ottenuto. Una raccolta sistematica di fotografie senza scopi scientifici o catalogatori ma con il solo intento di far emergere l’enorme potenziale nascosto che le fotografie nate in ambito non artistico portano con sè. The Watch, esposto per la prima volta in questa occasione, è una parete di 548 fotografie amatoriali di orologi da polso, disposte in sequenza cronologica rispetto all'ora indicata sui quadranti.
BACO About Photographs, di Andrea Campesi e Valentina Sestieri, è una camera oscura, uno spazio espositivo e un laboratorio curatoriale. Giacomo Calò. Il mio sogno nasce da una collezione di centinaia di piccole fotografie ingiallite trovate al mercatino delle pulci di Piazza Marina a Palermo. Sono l’autobiografia di Giacomo Calò, che dal piccolo borgo di pescatori dell’Arenella di Palermo si imbarca come cameriere sulle navi da crociera, alla volta di mete esotiche e lontane. Giacomo si ritrae ossessivamente. È il gesto fotografico primario, quello di chi vuole marcare la propria presenza, lasciando una prova della propria esistenza: un pizzicotto, per essere sicuri di non star sognando.
Settimio Benedusi rimane folgorato dalla fotografia fin da piccolo, grazie al padre che gli regala la prima macchina fotografica. Nel corso degli anni si è affermato nel campo della fotografia di moda. Ha all’attivo una lunga collaborazione con “Sport Illustrated” e il suo blog www.benedusi.it è molto seguito. Lavoro doloroso e allo stesso tempo catartico, ES_SENZA nasce per celebrare l’anniversario della morte del padre. Benedusi raccoglie le fotografie più significative della propria infanzia in compagnia dei genitori, per poi lavorarle con Photoshop rimuovendo l’immagine del padre e lasciando solo quella di sé stesso bambino. Il bambino, felice e inconsapevole, viene così osservato dall’uomo adulto, che ne conosce il futuro dolore e in qualche modo lo retrodata negli anni. L’apparente serenità degli scatti è velata dalla sensazione di solitudine e spaesamento.
Musicista di formazione e insegnante di pianoforte, Cristina Biagini si accosta alla fotografia nel 2019, dando voce a una passione che covava da tempo. Attualmente è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il progetto Miss Juliana Willoughby, che
prende il nome dall’omonimo ritratto del pittore britannico George Romney rappresenta il desiderio in nuce su cui due giovani sposi hanno costruito il loro progetto di vita nel clima positivista degli anni Sessanta. Alcune diapositive ritrovate per caso diventano lo spunto per un lavoro in cui mobili e oggetti, sopravvissuti al tempo e simbolo di solida appartenenza, si prestano al ruolo di superfici capaci di accogliere con forza sorprendente la presenza/assenza di quello che era il loro mondo. Si crea così un efficace cortocircuito fra presente e passato in una dimensione temporale e spaziale tutta da indagare, dove però è possibile riconoscere la storia di tutti e di ognuno.
Marzio Govoni collezionista modenese di fotografia storica e manoscritti, ma anche libri antichi, documenti, opere d’arte. La collezione fotografica è a carattere eclettico, con il primo documento del 1839 e il primo fototipo datato 1845. I 120 fondi principali sono descritti nel sito www.censimento.fotografia.italia.it. Viaggio in prima classe racconta di una coppia milanese che viaggia per il mondo con la macchina fotografica al collo dal 1933 al 1940, e ancora dal 1950 al 1966. Risultato di questa passione è la vertiginosa serie di quasi quaranta album di grande formato contenenti fotografie, memorabilia, oltre al diario dattiloscritto di alcuni viaggi e alle ricchissime didascalie attorno alle immagini. Gli album sono pieni di sorprese, è impossibile non provare simpatia e non immedesimarsi in questa coppia di viaggiatori.
Cuore e motore di questa manifestazione Sergio Smerieri (Guiglia, 1958) è il Direttore Artistico di GU.PHO. La sua passione per le foto trouvèe, da sempre presente in forma latente nella sua ricerca, si è concretizzata quando, parlando con Franco Vaccari, ha realizzato che fare le foto con gli occhi degli altri poteva essere un vero e proprio mezzo espressivo. In continuità con la mostra Kitchen Essentials esposta durante l’edizione 2022, Smerieri con Fresh&Clean presenta fotografie legate a un gesto, un rito, un momento della vita domestica femminile: stendere il bucato. Anche in questo caso a rendere uniche le fotografie è la volontà di immortalare questo specifico istante da parte di chi scatta, di dare significato a un momento che si perderebbe nella quotidianità.
Riccardo Zipoli dal 2019 è professore emerito presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, dove ha insegnato Lingua e letteratura persiana (1975-2018) e Ideazione e produzione fotografica (2010-2018). Un'antologia delle sue fotografie si trova in www.riccardozipoli.com. Niccioleta. Una comunità violentata parla di un villaggio minerario nelle colline grossetane. Il racconto visivo parte dalla fondazione del villaggio minerario a opera della Società Montecatini, all’inizio degli anni Trenta e finisce con la chiusura della miniera di pirite nel 1992. Al centro della narrazione il tragico eccidio di ottantatré minatori a opera dei nazifascisti nel giugno del 1944. Il materiale selezionato, proveniente in gran parte dalle fotografie di famiglia, descrive in maniera vivida la vicenda storica di una comunità che ha vissuto esperienze profonde e caratterizzanti, sia serene e felici che tragiche e dolorose.
Completano la manifestazione le mostre realizzate con foto recuperate dagli archivi di famiglia sul territorio.
Memorie migranti della Famiglia Campus, arrivata a Guiglia dalla Sardegna in cerca di un futuro migliore per la famiglia. Campus sente la necessità di documentare, attraverso la fotografia, la crescita dei figli e così immortala tutti gli eventi a cui assiste. Un archivio proletario in perfetto stile vernacolare.
Rocchetta su due ruote degli Amici di Rocchetta che racconta dell’arrivo dei mezzi di trasporto nel piccolo borgo. Sullo sfondo del paese, auto, moto e vespe sono i protagonisti del cambiamento epocale nei costumi e nei rapporti tra le persone. Orgogliosi del proprio mezzo, i soggetti si mostrano con i loro veicoli per celebrare così il nuovo status sociale conquistato.
Dai sassi alla sabbia dell’Associazione Mezaluna di Vignola che raccoglie le foto scattate al fiume Panaro durante gli anni in cui era balneabile, insieme a quelle realizzate sulla riviera romagnola o in colonia a trascorrere una vacanza. Usi e costumi delle famiglie durante il boom economico degli anni Sessanta che si sono persi nel corso degli anni e che testimoniano i cambiamenti della nostra società e delle relazioni interpersonali.
Chiamare gatto il gatto! del collettivo Archivio Vivo traccia una linea temporale della narrazione fatta dall'uomo attraverso la fotografia degli animali vicini alla propria vita, cercando di coglierne gli aspetti narrativi che il media stesso consente e a volte mette in risalto.
In seguito al successo raccolto nel 2022 GU.PHO., il primo FotoFestival Vernacolare Internazionale in Italia, ritorna e raddoppia i weekend. La seconda edizione si terrà il l’8/9/10 e il 16/17 settembre sempre al Castello di Guiglia, in provincia di Modena. La manifestazione coinvolge nove artisti italiani e internazionali – Carolle Bénitah, Erik Kessels, Joachim Schmid, Baco About Photographs, Settimio Benedusi, Cristina Biagini, Marzio Govoni, Sergio Smerieri, Riccardo Zipoli – oltre a Leporello Photobooks da Roma e FOTO VIP da Modena. La manifestazione, organizzata dall’associazione culturale Mezaluna di Vignola guidata da Giampaolo Grandi, vede la direzione artistica di Sergio Smerieri, coadiuvato da Giorgia Padovani e Marcello Coslovi, ed è patrocinata dal Comune di Guiglia, dalla Pro Loco di Guiglia, dall’Unione Terre di Castelli e dalla Provincia di Modena.
Si tratta di due weekend intorno al tema della fotografia vernacolare, ovvero all’insieme delle immagini scattate da persone comuni (non professioniste) alle situazioni della vita quotidiana, per uso personale. Si tratta dell’applicazione della fotografia alla dimensione natia, privata, paesana o familiare, dove l’obiettivo è quello di catturare un ricordo o un momento introspettivo e particolare. Il Festival Internazionale di Fotografia Vernacolare di Guiglia non intende rimpiangere o far rimpiangere i tempi passati, non vuole paragonare medium differenti per stabilire quale sia il migliore. GU.PHO. vuole semplicemente riflettere sulla fotografia, sul suo cammino, sul suo cambiare, soffermandosi su ciò che forse non è stato detto o capito.
Il Festival ha un respiro internazionale sia per quanto riguarda i temi che gli ospiti. GU.PHO. vuole raccontare attraverso gli occhi, ben educati, di artisti contemporanei una ri-lettura delle fotografie domestiche di un periodo, lontano o passato, trasportando nel presente la genuina (o ingenua che dir si voglia) capacità di narrare attraverso il medium fotografico arricchita della interpretazione o selezione fatta dagli autori.
A completare il Festival ci saranno un workshop tenuto da Erik Kessels dal titolo Personalità e Passione nella tua ricerca fotografica e sei talk: Le Fotografie degli altri a cura di Joachim Schmid, Il perfetto dilettante a cura di Erik Kessels, La fotografia vernacolare a cura di Sergio Smerieri e la presentazione dei progetti di Baco About Photographs, Carolle Bénitah e Riccardo Zipoli.
GLI ARTISTI e LE MOSTRE
Carolle Bénitah è nata a Casablanca (Marocco). Dopo il diploma ha lavorato per 10 anni come fashion designer per poi dedicarsi alla fotografia dal 2001. Il suo lavoro esplora i temi della memoria, della famiglia, del tempo che scorre. Accosta vecchie fotografie trovate nei mercatini con dettagli fatti a mano, reinterpretando così il proprio vissuto di figlia, moglie e madre. In Jamais je ne t'oublierai scatti di vecchi album di famiglia cambiano status con un semplice gesto: l'applicazione della foglia d'oro. Mascherando parte dell'immagine e, più precisamente, i volti di questi fantasmi, Bénitah rimuove le ombre legate alle ritualità familiari e decuplica le possibili proiezioni sia grazie all’obliterazione che all’immedesimazione rese possibili dalla superficie lucida creata dalla foglia d’oro.
L’artista, designer e curatore olandese Erik Kessels colleziona fotografie che trova nei mercati delle pulci, nelle fiere, nei negozi dell’usato, ricontestualizzandole e pubblicandole o creando allestimenti immersivi in giro per il mondo. Empty Chair affronta il tema dell'assenza. Guardando una sedia vuota ci chiediamo chi potrebbe sedersi o chi potrebbe essere seduto lì. Non saperlo o vederlo ci rende più curiosi e rende la fotografia più eccitante. La sedia vuota sarà in grado di sopportare il peso e chi sarà il suo nuovo compagno? Lo sapremo mai?
Joachim Schmid, è un artista tedesco che lavora fin dai primi anni Ottanta con fotografie e testi trovati. La sua ricerca si interroga scetticamente sul ruolo dell’autore e sull’intenzione artistica rispetto al risultato ottenuto. Una raccolta sistematica di fotografie senza scopi scientifici o catalogatori ma con il solo intento di far emergere l’enorme potenziale nascosto che le fotografie nate in ambito non artistico portano con sè. The Watch, esposto per la prima volta in questa occasione, è una parete di 548 fotografie amatoriali di orologi da polso, disposte in sequenza cronologica rispetto all'ora indicata sui quadranti.
BACO About Photographs, di Andrea Campesi e Valentina Sestieri, è una camera oscura, uno spazio espositivo e un laboratorio curatoriale. Giacomo Calò. Il mio sogno nasce da una collezione di centinaia di piccole fotografie ingiallite trovate al mercatino delle pulci di Piazza Marina a Palermo. Sono l’autobiografia di Giacomo Calò, che dal piccolo borgo di pescatori dell’Arenella di Palermo si imbarca come cameriere sulle navi da crociera, alla volta di mete esotiche e lontane. Giacomo si ritrae ossessivamente. È il gesto fotografico primario, quello di chi vuole marcare la propria presenza, lasciando una prova della propria esistenza: un pizzicotto, per essere sicuri di non star sognando.
Settimio Benedusi rimane folgorato dalla fotografia fin da piccolo, grazie al padre che gli regala la prima macchina fotografica. Nel corso degli anni si è affermato nel campo della fotografia di moda. Ha all’attivo una lunga collaborazione con “Sport Illustrated” e il suo blog www.benedusi.it è molto seguito. Lavoro doloroso e allo stesso tempo catartico, ES_SENZA nasce per celebrare l’anniversario della morte del padre. Benedusi raccoglie le fotografie più significative della propria infanzia in compagnia dei genitori, per poi lavorarle con Photoshop rimuovendo l’immagine del padre e lasciando solo quella di sé stesso bambino. Il bambino, felice e inconsapevole, viene così osservato dall’uomo adulto, che ne conosce il futuro dolore e in qualche modo lo retrodata negli anni. L’apparente serenità degli scatti è velata dalla sensazione di solitudine e spaesamento.
Musicista di formazione e insegnante di pianoforte, Cristina Biagini si accosta alla fotografia nel 2019, dando voce a una passione che covava da tempo. Attualmente è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il progetto Miss Juliana Willoughby, che
prende il nome dall’omonimo ritratto del pittore britannico George Romney rappresenta il desiderio in nuce su cui due giovani sposi hanno costruito il loro progetto di vita nel clima positivista degli anni Sessanta. Alcune diapositive ritrovate per caso diventano lo spunto per un lavoro in cui mobili e oggetti, sopravvissuti al tempo e simbolo di solida appartenenza, si prestano al ruolo di superfici capaci di accogliere con forza sorprendente la presenza/assenza di quello che era il loro mondo. Si crea così un efficace cortocircuito fra presente e passato in una dimensione temporale e spaziale tutta da indagare, dove però è possibile riconoscere la storia di tutti e di ognuno.
Marzio Govoni collezionista modenese di fotografia storica e manoscritti, ma anche libri antichi, documenti, opere d’arte. La collezione fotografica è a carattere eclettico, con il primo documento del 1839 e il primo fototipo datato 1845. I 120 fondi principali sono descritti nel sito www.censimento.fotografia.italia.it. Viaggio in prima classe racconta di una coppia milanese che viaggia per il mondo con la macchina fotografica al collo dal 1933 al 1940, e ancora dal 1950 al 1966. Risultato di questa passione è la vertiginosa serie di quasi quaranta album di grande formato contenenti fotografie, memorabilia, oltre al diario dattiloscritto di alcuni viaggi e alle ricchissime didascalie attorno alle immagini. Gli album sono pieni di sorprese, è impossibile non provare simpatia e non immedesimarsi in questa coppia di viaggiatori.
Cuore e motore di questa manifestazione Sergio Smerieri (Guiglia, 1958) è il Direttore Artistico di GU.PHO. La sua passione per le foto trouvèe, da sempre presente in forma latente nella sua ricerca, si è concretizzata quando, parlando con Franco Vaccari, ha realizzato che fare le foto con gli occhi degli altri poteva essere un vero e proprio mezzo espressivo. In continuità con la mostra Kitchen Essentials esposta durante l’edizione 2022, Smerieri con Fresh&Clean presenta fotografie legate a un gesto, un rito, un momento della vita domestica femminile: stendere il bucato. Anche in questo caso a rendere uniche le fotografie è la volontà di immortalare questo specifico istante da parte di chi scatta, di dare significato a un momento che si perderebbe nella quotidianità.
Riccardo Zipoli dal 2019 è professore emerito presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, dove ha insegnato Lingua e letteratura persiana (1975-2018) e Ideazione e produzione fotografica (2010-2018). Un'antologia delle sue fotografie si trova in www.riccardozipoli.com. Niccioleta. Una comunità violentata parla di un villaggio minerario nelle colline grossetane. Il racconto visivo parte dalla fondazione del villaggio minerario a opera della Società Montecatini, all’inizio degli anni Trenta e finisce con la chiusura della miniera di pirite nel 1992. Al centro della narrazione il tragico eccidio di ottantatré minatori a opera dei nazifascisti nel giugno del 1944. Il materiale selezionato, proveniente in gran parte dalle fotografie di famiglia, descrive in maniera vivida la vicenda storica di una comunità che ha vissuto esperienze profonde e caratterizzanti, sia serene e felici che tragiche e dolorose.
Completano la manifestazione le mostre realizzate con foto recuperate dagli archivi di famiglia sul territorio.
Memorie migranti della Famiglia Campus, arrivata a Guiglia dalla Sardegna in cerca di un futuro migliore per la famiglia. Campus sente la necessità di documentare, attraverso la fotografia, la crescita dei figli e così immortala tutti gli eventi a cui assiste. Un archivio proletario in perfetto stile vernacolare.
Rocchetta su due ruote degli Amici di Rocchetta che racconta dell’arrivo dei mezzi di trasporto nel piccolo borgo. Sullo sfondo del paese, auto, moto e vespe sono i protagonisti del cambiamento epocale nei costumi e nei rapporti tra le persone. Orgogliosi del proprio mezzo, i soggetti si mostrano con i loro veicoli per celebrare così il nuovo status sociale conquistato.
Dai sassi alla sabbia dell’Associazione Mezaluna di Vignola che raccoglie le foto scattate al fiume Panaro durante gli anni in cui era balneabile, insieme a quelle realizzate sulla riviera romagnola o in colonia a trascorrere una vacanza. Usi e costumi delle famiglie durante il boom economico degli anni Sessanta che si sono persi nel corso degli anni e che testimoniano i cambiamenti della nostra società e delle relazioni interpersonali.
Chiamare gatto il gatto! del collettivo Archivio Vivo traccia una linea temporale della narrazione fatta dall'uomo attraverso la fotografia degli animali vicini alla propria vita, cercando di coglierne gli aspetti narrativi che il media stesso consente e a volte mette in risalto.
08
settembre 2023
GU.PHO. Festival Internazionale Fotografia Vernacolare – 2° Edizione
Dall'otto al 17 settembre 2023
arte contemporanea
fotografia
incontri e conferenze
fotografia
incontri e conferenze
Location
CASTELLO DI GUIGLIA
Guiglia, Via G. di Vittorio, 10, (MO)
Guiglia, Via G. di Vittorio, 10, (MO)
Orario di apertura
Venerdì 8 ore 19.00-21.00
Sabato e Domenica 10.00-20.00
Vernissage
8 Settembre 2023, h. 19.00 Inaugurazione e rinfresco di benvenuto
Sito web
Ufficio stampa
Giorgia Padovani
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Per maggiori informazioni http://www.pupho.art