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Corpi mutanti in una natura senza limiti. La collettiva alle OGR
Opening
Mutating bodies imploding stars | Mutanti sotto un cielo che implode, visitabile fino al prossimo 17 settembre, s’incentra su uno dei topos più attuali e frequentati dell’arte contemporanea: il rapporto del corpo umano con la natura e l’ambiente, in una girandola di immaginazioni e mutazioni, secondo un’impercettibile, ma inesorabile, scivolamento dal culturale al naturale.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/09/Alex-Baczynski-Jenkins_Us-Swerve-1024x682.jpg)
In mostra sono esposte opere di artisti nati tutti negli anni ottanta. Sono: Alex Baczyński-Jenkins (1987, Polonia/Regno Unito/Germania), Eglė Budvytytė (1981, Lituania/Paesi Bassi), Guglielmo Castelli (1987, Italia) e Raúl de Nieves (1983, Messico/Stati Uniti). Il percorso espositivo si snoda, così, in un mix di media differenti, che vanno dalla sound art alla pittura più tradizionale, passando per un’opera video e alcune installazioni realizzate con materiali eterogenei, come stoffe e lustrini. Per il 7 e il 15 di settembre sono previsti anche alcuni eventi aperti al pubblico (qui il dettaglio) con sound performances ispirate all’antica musica giapponese mixed up con la musica noise.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/09/Eglė-Budvytytė_Songs_FilmStill_Courtesy-the-artist-1024x528.png)
Still from ‘Songs from the compost: mutating bodies, imploding stars’, 2020, 4K video, 28 min
Image courtesy of the artist
Protagonisti della mostra, secondo le diverse declinazioni, sono i corpi che mutano, come recita il titolo dell’evento. La mutazione avviene secondo una mutazione biologica e chimica, prima ancora che psichica. Trasformandosi in piante o minerali, con lo spirito muto e sordo di sorta di avveniristici robot, i corpi si ricoprono alternativamente di licheni o lustrini, a volte riecheggiando le visioni volutamente distorte di Francis Bacon in salsa à la (Sigmund!) Freud (Castelli), altre certe opere di Damien Hirst (Budvytytė).
Visione terrificante e incubo che paventa la perdita di sé, esattamente agli antipodi dal principium individuationis, oppure desiderio struggente di trascendere i limiti dell’umano, precisamente nella sua corporeità, per farsi fisicamente e concretamente parte dell’ambiente circostante, oltre ogni limite o confine, senza soluzione di continuità.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/09/Guglielmo-Castelli_Settle-the-bill-with-the-rest-of-the-world-2021-1024x777.jpg)
Questo, alla fine, sono i corpi mutanti: corpi senza limiti, anzi, senza limite, che si estendono senza controllo di coscienza, a identificarsi con un ambiente che non è più paesaggio. Mostruosamente interdipendenti e iperconnessi, senza individualità soggettiva che sia capace di porsi in relazione, non più identificabili come persone, i corpi sono, così, protagonisti di una transizione verso una sorta di non-luogo naturale, di cui è difficile identificare i confini anche concettuali. Siamo in un ambiente in cui l’archetipo si è mangiato tutto, e il corpo annega in una materialità senza alcun tipo di argine razionale.
La mostra, nel suo complesso, è insieme un incubo e un avvertimento, un sogno delirante e un monito. Ma è soprattutto uno stimolo alla riflessione, il tutto all’interno di un percorso espositivo variegato e intenso, godibile e suggestivo.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2023/09/Raúl-de-Nieves_I-woke-up-from-a-dream-that-gave-me-wings_2019_Courtesy-the-artist-and-APALAZZOGALLERY-781x1024.jpg)