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you lost me
The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare you lost me, la seconda personale di Federica Di Pietrantonio negli spazi della galleria.
Comunicato stampa
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The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare you lost me, la seconda personale di Federica Di Pietrantonio negli spazi della galleria.
L’artista prosegue la sua ricerca sul rapporto tra individuo e società in un continuo attraversamento del confine tra dimensione intima e indagine sociologica e lo fa alla sua maniera, affiancando video, fotografia digitale e pittura. Sin dal titolo you lost me, Di Pietrantonio indica il focus della mostra, il senso di perdita che pervade parte dell’umanità quando ci si interroga sulla propria identità, sul ruolo ricoperto all’interno della società, sui rapporti con gli altri membri delle comunità di appartenenza. In questo scenario l’artista introduce un’inversione di prospettiva e si domanda: chi perde chi? E’ l’individuo a perdere il contatto con la società o è quest’ultima a perdere, a privarsi di apporti preziosi e necessari?
Da queste considerazioni nasce l’interesse per comunità di persone che vivono ai margini se non completamente isolate dalla società. Hikikomori, gold farmers, neet (not engaged in education, employment and training) rappresentano esistenze scandagliate dall’artista grazie a testimonianze reperite online, anonime e no. Si tratta di persone colpite da affezioni di varia natura, generalmente a carattere depressivo, che hanno in comune un rapporto divergente con la società e la tendenza a sviluppare atteggiamenti volti a definire il proprio personaggio.
Il video che Di Pietrantonio presenta in mostra è il secondo di una trilogia avviata con Farming, che l’artista ha iniziato a realizzare durante la sua recente residenza a SODA - School of Digital Arts di Manchester in collaborazione con Quadriennale di Roma. L’opera si concentra su testimonianze di membri delle suddette comunità raccolte in rete e selezionate a formare uno script narrativo declamato dall’artista con la sua voce così come rielaborata da un sistema di AI. Per l’ambientazione Di Pietrantonio ha utilizzato il videogioco Farming Simulator 22 di cui ha modificato il software con tecnologia modding in modo da variare completamente la mappa e le condizioni meteorologiche. Testi e immagini contribuiscono a creare un personaggio anonimo, ancorché riferito a persona realmente esistente, inserito in un contesto narrativo il cui filo conduttore è la perdita/ricerca di senso della realtà. La selezione del testo è stata effettuata dall’artista in modo che il personaggio risulti rappresentativo della comunità di gold farmers, cioè di persone che trascorrono integralmente le loro giornate su piattaforme di videogioco per acquisire moneta virtuale da convertire successivamente in moneta corrente.
Di Pietrantonio inserisce dunque un nuovo passaggio nella sua ricerca sul superamento della distinzione tra reale e virtuale. Alle suggestioni legate al concetto di away from keyboard (AFK) che già caratterizzavano la sua precedente produzione, l’artista aggiunge, traendo spunto dalle vite reali di persone che manifestano se stesse esclusivamente online, il suo contributo visuale a quegli studi tecnofilosofici che individuano nel bit la particella originaria, così sancendo l’indistinguibiltà tra reale e virtuale.
you lost me presenta inoltre una serie di fotografie digitali scattate all’interno dei paesaggi proposti dalla piattaforma di videogioco e percorsi dall’artista. Anche in questo caso Di Pietrantonio contestualizza il paesaggio facendo ricorso a testi tratti da interventi di farmers reperiti online. Le fotografie sono posizionate su supporti tecnologici che le rendono delle fotosculture; la tridimensionalità dell’oggetto mira a sottolinearne la fisicità, un ulteriore elemento per negare la dicotomia reale/virtuale e per affermare il carattere concreto dell’immagine fotografata.
Al pian terreno della galleria l’artista propone infine la sua ultima serie di dipinti a smalto e olio su tela. Qui la dimensione intima, tipica della produzione pittorica di Di Pietrantonio, rimane evidente ma affidata non più ad avatar dell’artista, bensì a un personaggio, Aster, immaginato proprio per integrare visioni personali con una dimensione più narrativa. Inquadrature, presenze e assenze, suddivisione dell’immagine, figure ripetute sono tutti elementi costitutivi di una ricerca che l’artista conduce sul concetto di superficie. Se tra ciò che esiste in real life e ciò di cui abbiamo esperienza online non c’è soluzione di continuità, come può questa fluidità non riverberarsi sui nostri concetti di superficie, di figura, di composizione, di sfondi e di confini?
L’artista prosegue la sua ricerca sul rapporto tra individuo e società in un continuo attraversamento del confine tra dimensione intima e indagine sociologica e lo fa alla sua maniera, affiancando video, fotografia digitale e pittura. Sin dal titolo you lost me, Di Pietrantonio indica il focus della mostra, il senso di perdita che pervade parte dell’umanità quando ci si interroga sulla propria identità, sul ruolo ricoperto all’interno della società, sui rapporti con gli altri membri delle comunità di appartenenza. In questo scenario l’artista introduce un’inversione di prospettiva e si domanda: chi perde chi? E’ l’individuo a perdere il contatto con la società o è quest’ultima a perdere, a privarsi di apporti preziosi e necessari?
Da queste considerazioni nasce l’interesse per comunità di persone che vivono ai margini se non completamente isolate dalla società. Hikikomori, gold farmers, neet (not engaged in education, employment and training) rappresentano esistenze scandagliate dall’artista grazie a testimonianze reperite online, anonime e no. Si tratta di persone colpite da affezioni di varia natura, generalmente a carattere depressivo, che hanno in comune un rapporto divergente con la società e la tendenza a sviluppare atteggiamenti volti a definire il proprio personaggio.
Il video che Di Pietrantonio presenta in mostra è il secondo di una trilogia avviata con Farming, che l’artista ha iniziato a realizzare durante la sua recente residenza a SODA - School of Digital Arts di Manchester in collaborazione con Quadriennale di Roma. L’opera si concentra su testimonianze di membri delle suddette comunità raccolte in rete e selezionate a formare uno script narrativo declamato dall’artista con la sua voce così come rielaborata da un sistema di AI. Per l’ambientazione Di Pietrantonio ha utilizzato il videogioco Farming Simulator 22 di cui ha modificato il software con tecnologia modding in modo da variare completamente la mappa e le condizioni meteorologiche. Testi e immagini contribuiscono a creare un personaggio anonimo, ancorché riferito a persona realmente esistente, inserito in un contesto narrativo il cui filo conduttore è la perdita/ricerca di senso della realtà. La selezione del testo è stata effettuata dall’artista in modo che il personaggio risulti rappresentativo della comunità di gold farmers, cioè di persone che trascorrono integralmente le loro giornate su piattaforme di videogioco per acquisire moneta virtuale da convertire successivamente in moneta corrente.
Di Pietrantonio inserisce dunque un nuovo passaggio nella sua ricerca sul superamento della distinzione tra reale e virtuale. Alle suggestioni legate al concetto di away from keyboard (AFK) che già caratterizzavano la sua precedente produzione, l’artista aggiunge, traendo spunto dalle vite reali di persone che manifestano se stesse esclusivamente online, il suo contributo visuale a quegli studi tecnofilosofici che individuano nel bit la particella originaria, così sancendo l’indistinguibiltà tra reale e virtuale.
you lost me presenta inoltre una serie di fotografie digitali scattate all’interno dei paesaggi proposti dalla piattaforma di videogioco e percorsi dall’artista. Anche in questo caso Di Pietrantonio contestualizza il paesaggio facendo ricorso a testi tratti da interventi di farmers reperiti online. Le fotografie sono posizionate su supporti tecnologici che le rendono delle fotosculture; la tridimensionalità dell’oggetto mira a sottolinearne la fisicità, un ulteriore elemento per negare la dicotomia reale/virtuale e per affermare il carattere concreto dell’immagine fotografata.
Al pian terreno della galleria l’artista propone infine la sua ultima serie di dipinti a smalto e olio su tela. Qui la dimensione intima, tipica della produzione pittorica di Di Pietrantonio, rimane evidente ma affidata non più ad avatar dell’artista, bensì a un personaggio, Aster, immaginato proprio per integrare visioni personali con una dimensione più narrativa. Inquadrature, presenze e assenze, suddivisione dell’immagine, figure ripetute sono tutti elementi costitutivi di una ricerca che l’artista conduce sul concetto di superficie. Se tra ciò che esiste in real life e ciò di cui abbiamo esperienza online non c’è soluzione di continuità, come può questa fluidità non riverberarsi sui nostri concetti di superficie, di figura, di composizione, di sfondi e di confini?
27
settembre 2023
you lost me
Dal 27 settembre al 02 dicembre 2023
arte contemporanea
Location
THE GALLERY APART
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
27 Settembre 2023, 18-21
Sito web
Autore