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Asteriti / Bedeschi / Bellomi / Chiariello / Tancredi
Mazzacana Gallery, in occasione della diciannovesima Giornata del Contemporaneo, è lieta di collaborare con Spazio Bedeschi e di presentare la mostra collettiva degli artisti Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi, a cura di Simone Azzoni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Asteriti Bedeschi Bellomi Chiariello Tancredi
Mazzacana Gallery in occasione della 19° Giornata del Contemporaneo di Amaci è lieta di collaborare con Spazio Bedeschi e di presentare la mostra collettiva degli artisti Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi, a cura di Simone Azzoni.
Inaugurazione sabato 7 ottobre 2023 alle ore 17:00 presso Spazio Bedeschi, “uno studio d’artista che ospita l’arte”, via del Bersagliere 8/E Verona.
Aperta dal 7 ottobre - 15 ottobre 2023 dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
La mostra verrà inaugurata in occasione della 19° Giornata del Contemporaneo di Amaci, in concomitanza con la Fiera dell’Arte di Verona
Per informazioni
mazzacanagallery@gmail.com https://www.mazzacana.it/
Dal testo curatoriale di Simone Azzoni:
Cinque cognomi, parole metonimiche. Parole prive di corpo, tutto e niente. Diverse realtà possibili convivono: il progetto, l'intenzione modulare, la forma inespressa del pensiero, il solo colore, il colore solo.
Stephen Kaltenbach negava lo statuto dell'opera affermandone solo l'involucro. Art Work erano le sue indicazioni per disfarsi del contenuto all'apertura del contenitore. E poi Hanne Darboven che indicizzava tempo ed esperienze traducendoli in numeri, cifre, formule. E ancora On Kawara che trasformava i luoghi in segni comunicativi, cartoline di una narrazione temporale ossessiva. Ma la stagione del concettuale ci ha anche raccontato la tautologia della parola in Boetti e in Kosuth che illuminava le definizioni per farne sentenze tautologiche. Le strisce cromatiche di Daniel Buren ricavando il ritmo dal contesto, riportavano lo sguardo sull'ambiente in cui le opere stavano con geometrico rigore. La natura dell'immagine come archetipo di Zbigniew Rybczyński faceva eco all'atomismo iconografico di Chuck Close che scomponeva e ricomponeva come oggi Joan Foncuberta.
Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello e Meri Tancredi sembrano essere i pendoli di quell'esperienza che oscilla tra la nostalgia del dire e la sua impossibilità.
Le tracce dell'assenza di un Mel Bochner sono le vestigia materiali e virtuali di Meri Tancredi che metabolizza il tempo vissuto in un tempo dai residui performativi.
Non tutte le idee hanno bisogno di concretarsi fisicamente. Il discorso, il testo, sostituisce l’oggetto, l’opera. La parola luminosa e illuminata di Manuela Bedeschi è solo una variante formale delle possibilità che l’idea può assumere quando si fa retorica ed enunciato puro.
L’opera non può stare nella convenzione, entro un ingombro, una dimensione, una misura, un peso. Ne sente la sofferenza anche quando il colore di Tiziano Bellomi ci rimanda alla pittura come atto, gesto, materia. Le strisce di colore sono ritmo, massa, verticalità o orizzontalità, vibrano per gli accostamenti di Vittorio Asteriti che con l'apparente oggettività delle cromie, genera spazi comunicanti tra anima e mondo.
Solo le idee possono occupare uno spazio, generare valori formali, fisici della materia. L'opera si costruisce in assenza di certezza formale. Si pone prima della sua origine o nel suo disfacimento per eccessiva prossimità. I pixel di Piero Chiariello ricompongono l'unità perduta tra grafico e iconografico, riportandoci alla struttura geometrica a cui Jan Dibbets riportò il caos del morbido, del difforme naturale.
Così questa esperienza del “cognome” per non nominare le cose, mostra la vastità irriconducibile di ogni discorso sull'arte. L' immagine abituale è pellicola sottile, uno strato di pensiero che riveste la realtà. La bellezza è potenza in-espressa dell’idea. Un’idea si può visualizzare, ma solo in noi.
Simone Azzoni Verona 2023
Mazzacana Gallery in occasione della 19° Giornata del Contemporaneo di Amaci è lieta di collaborare con Spazio Bedeschi e di presentare la mostra collettiva degli artisti Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello, Meri Tancredi, a cura di Simone Azzoni.
Inaugurazione sabato 7 ottobre 2023 alle ore 17:00 presso Spazio Bedeschi, “uno studio d’artista che ospita l’arte”, via del Bersagliere 8/E Verona.
Aperta dal 7 ottobre - 15 ottobre 2023 dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
La mostra verrà inaugurata in occasione della 19° Giornata del Contemporaneo di Amaci, in concomitanza con la Fiera dell’Arte di Verona
Per informazioni
mazzacanagallery@gmail.com https://www.mazzacana.it/
Dal testo curatoriale di Simone Azzoni:
Cinque cognomi, parole metonimiche. Parole prive di corpo, tutto e niente. Diverse realtà possibili convivono: il progetto, l'intenzione modulare, la forma inespressa del pensiero, il solo colore, il colore solo.
Stephen Kaltenbach negava lo statuto dell'opera affermandone solo l'involucro. Art Work erano le sue indicazioni per disfarsi del contenuto all'apertura del contenitore. E poi Hanne Darboven che indicizzava tempo ed esperienze traducendoli in numeri, cifre, formule. E ancora On Kawara che trasformava i luoghi in segni comunicativi, cartoline di una narrazione temporale ossessiva. Ma la stagione del concettuale ci ha anche raccontato la tautologia della parola in Boetti e in Kosuth che illuminava le definizioni per farne sentenze tautologiche. Le strisce cromatiche di Daniel Buren ricavando il ritmo dal contesto, riportavano lo sguardo sull'ambiente in cui le opere stavano con geometrico rigore. La natura dell'immagine come archetipo di Zbigniew Rybczyński faceva eco all'atomismo iconografico di Chuck Close che scomponeva e ricomponeva come oggi Joan Foncuberta.
Vittorio Asteriti, Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Piero Chiariello e Meri Tancredi sembrano essere i pendoli di quell'esperienza che oscilla tra la nostalgia del dire e la sua impossibilità.
Le tracce dell'assenza di un Mel Bochner sono le vestigia materiali e virtuali di Meri Tancredi che metabolizza il tempo vissuto in un tempo dai residui performativi.
Non tutte le idee hanno bisogno di concretarsi fisicamente. Il discorso, il testo, sostituisce l’oggetto, l’opera. La parola luminosa e illuminata di Manuela Bedeschi è solo una variante formale delle possibilità che l’idea può assumere quando si fa retorica ed enunciato puro.
L’opera non può stare nella convenzione, entro un ingombro, una dimensione, una misura, un peso. Ne sente la sofferenza anche quando il colore di Tiziano Bellomi ci rimanda alla pittura come atto, gesto, materia. Le strisce di colore sono ritmo, massa, verticalità o orizzontalità, vibrano per gli accostamenti di Vittorio Asteriti che con l'apparente oggettività delle cromie, genera spazi comunicanti tra anima e mondo.
Solo le idee possono occupare uno spazio, generare valori formali, fisici della materia. L'opera si costruisce in assenza di certezza formale. Si pone prima della sua origine o nel suo disfacimento per eccessiva prossimità. I pixel di Piero Chiariello ricompongono l'unità perduta tra grafico e iconografico, riportandoci alla struttura geometrica a cui Jan Dibbets riportò il caos del morbido, del difforme naturale.
Così questa esperienza del “cognome” per non nominare le cose, mostra la vastità irriconducibile di ogni discorso sull'arte. L' immagine abituale è pellicola sottile, uno strato di pensiero che riveste la realtà. La bellezza è potenza in-espressa dell’idea. Un’idea si può visualizzare, ma solo in noi.
Simone Azzoni Verona 2023
07
ottobre 2023
Asteriti / Bedeschi / Bellomi / Chiariello / Tancredi
Dal 07 al 15 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
SPAZIO BEDESCHI
Verona, Via del Bersagliere, 8e, (Verona)
Verona, Via del Bersagliere, 8e, (Verona)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 15:00 alle 19:00
Vernissage
7 Ottobre 2023, dalle ore 17:00 fino alle ore 21:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico