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È uscito exibart onpaper 121, un nuovo numero da leggere, nel segno dell’ambiente
On paper
Cercare nuova linfa, come dei rabdomanti nel terreno fertile della creatività e del pensiero, per provare a far sopravvivere la nostra specie. Questa tensione – tra le altre – anima le pagine dell’ultimo exibart onpaper, il 121, che si lascia alle spalle l’ennesima estate travagliata per il nostro ecosistema, scosso da catastrofi naturali in parte annunciate. Tra incendi iperestesi e grandinate mitologiche, cosa c’entra l’arte? In qualche modo c’entra sempre. Per esempio, come tentativo di portare avanti una narrazione non allineata, «Un linguaggio capace scalfire la coscienza collettiva in un modo molto più pervicace di quanto fatto finora», scrive Giulia Ronchi nel suo editoriale. In effetti, anche l’ambiente e la sua interpretazione sono sempre contemporanei. Perché poi nell’alveo dell’arte confluiscono molto spesso anche gli orientamenti della politica, intesa come rapporto tra potere e collettività, palazzo e territori. E non sempre – quasi mai? – l’incontro è pacifico, come lascia intendere l’editoriale di Cesare Biasini Selvaggi, incentrato sui recenti avvicendamenti alle direzioni museali, le cui nomine sembrano seguire logiche diverse da quelle «Dell’indipendenza scientifica e del merito, dei risultati, di idee, proposte, riflessioni, di innovazioni libere».
Allora, cari e affezionati sfogliatori-cercatori, cosa troverete tra le fruscianti pagine di questo exibart 121? A partire dalle foglie magiche, profetiche, nella copertina dell’artista brasiliano Luiz Zerbini, ecco delinearsi un mondo che brucia (Leonardo Caffo), un cielo in caduta (Linda Carluccio) e un giardino in-naturale (Gianluca Sgalippa). Ci addentriamo poi, insieme a Jacopo Rimedio e Scenario, in cinque chilometri del Raccordo Anulare di Roma, tra la natura selvaggia che non cede ai tentativi di addomesticazione e l’edificato dei complessi di edilizia economica popolare degli anni ’60.
Di futuri possibili del mondo si discute anche nel progetto Tomorrows, nell’ambito di Verona Art&TheCity, il progetto con il quale la ArtVerona si diffonde nella città. Della fiera scaligera, in apertura dal 13 al 15 ottobre – a proposito, ci vediamo lì tra i booth – ne parliamo con il direttore Stefano Raimondi, che tira le somme di un percorso di quattro anni.
Si parla poi di artisti da (ri)conoscere in un libro che, ormai, conoscerete: i protagonisti sono i 222 artisti emergenti su cui investire, la pubblicazione annuale con cui exibart tiene traccia dei talenti emergenti (date un’occhiata alle statistiche, sempre interessanti da comparare). Partiamo poi da un altro libro per chiedere ad Hans Ulrich Obrist A che cosa serve l’arte (pubblicato con Gianluigi Ricuperati, Marsilio, 2023). Il notissimo critico ci risponde così, messianico come piace a noi: «La mia missione? Dare visibilità agli artisti ancora in attesa di riconoscimento». Con Alterazioni Video ricordiamo invece il celebre filosofo e antropologo Marc Augé, scomparso lo scorso luglio. Un ritratto affettuoso, ironico e psichedelico, in bilico tra sogno e realtà. Si parla quindi dei rischi del cinema (Alessia de Antoniis) e Fashion Revolution (Federico Poletti). E poi il nostro format Carta Bianca, in cui artiste e artiste incrociano i propri mondi: questa volta con Tiziana e Isabella Pers e Silvia Giambrone e Filippo Riniolo. E si chiude con le stelle di EXIBastro (Luciana Berti) per trovare ispirazione nelle vite di personalità d’eccezione della cultura e nei loro segni.
Prima di salutarci, vi ricordiamo che è possibile abbonarsi a exibart onpaper anche solo nella versione digitale: otto numeri ordinari più gli speciali, in altrettanti, fantastici pdf. Per informazioni e modalità, potete cliccare qui.