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L’opera d’arte parla
“L’opera d’arte parla. Questo non significa che parli tramite un linguaggio condiviso e codificato da decodificare e approvare. No, l’opera parla su livelli molto diversi, incurante che qualcuno la stia ascoltando” (H. Friedel).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Enrico Astuni è lieta di annunciare l’apertura della mostra L'opera d'arte parla, visibile dal 7 ottobre 2023 al 12 gennaio 2024.
L'opera d'arte parla è una mostra collettiva che coinvolge sei artisti riconosciuti a livello internazionale: Alberto Garutti (1948, Galbiate, Lecco – 2023, Milano); Christian Jankowski (1968, Göttingen, Germania; vive e lavora a Berlino), Jonathan Monk (1969, Leicester, Regno Unito; vive e lavora a Berlino), Maurizio Nannucci (1939, Firenze; vive e lavora a Firenze), Gianni Piacentino (1945, Coazze, Torino; vive e lavora a Torino) e Steven Pippin (1960, Redhill, Regno Unito; vive e lavora a Londra).
Come scrive Helmut Friedel: “L'opera d'arte parla. Questo non significa che parli tramite un linguaggio condiviso e codificato da decodificare e approvare. No, l'opera parla su livelli molto diversi, incurante che qualcuno la stia ascoltando. Il linguaggio dell'opera d'arte non si limita a convenzioni come iconografia o leggibilità, che potrebbero sfociare in una riflessione razionale. Anche le lettere scritte su un pannello illustrato implicano una considerazione diversa rispetto alla lettura di una lettera o di un libro. La lettera diventa un'immagine e non è più il segno astratto che annuncia un suono mediante la scrittura: quindi cerchio invece di O: eppure la parola emette un suono e indica una direzione.
L'immagine parla grazie alle sue qualità materiali, la "manipolazione" dei materiali, tramite dimensioni e formati, peso e posizione, illuminazione, per cui molto sfugge alla comprensione razionale. Un libro usato per leggere rimane un libro quando viene tolto dal proprio "campo d'utilizzo" e diventa inaccessibile in termini di leggibilità? Le mie abitudini sono contrastanti: a volte sono lettore, a volte spettatore di immagini.
I vasi risvegliano il “desiderio” come lo facevano una volta i doni dei Santi Re Magi che offrivano oro, incenso e mirra: un vaso pieno d'oro, meraviglioso. Le sculture sono corpi vuoti come lo sono i vasi in un dipinto rinascimentale dell'Annunciazione: pura potenzialità.
I segni appaiono e brillano nel cielo notturno, tuttavia non sono i castelli dei sogni stessi, ma piuttosto, i loro messaggeri e noi rimaniamo i creatori di questa bellissima idea, il sogno.
Possiamo fidarci di un'immagine? Osservare il futuro del passato è ancora possibile dal momento che il dominio tecnico consente quasi tutto? Non è forse lì che si nasconde il livello sentimentale presente in noi?
Eppure, così vicino al sogno, non può essere considerato surreale. Il sogno delle immagini permette anche l'astrazione e la ratio. Dobbiamo solo essere consapevoli che un’opera d’arte non è dominabile e di fronte ad essa siamo in balia di noi stessi: delle nostre conoscenze limitate, delle emozioni poco controllabili, delle esperienze fondamentali e primarie che ci guidano. L’opera d’arte parla e il nostro potere individuale si declina nella sua accettazione”.
L'opera d'arte parla è una mostra collettiva che coinvolge sei artisti riconosciuti a livello internazionale: Alberto Garutti (1948, Galbiate, Lecco – 2023, Milano); Christian Jankowski (1968, Göttingen, Germania; vive e lavora a Berlino), Jonathan Monk (1969, Leicester, Regno Unito; vive e lavora a Berlino), Maurizio Nannucci (1939, Firenze; vive e lavora a Firenze), Gianni Piacentino (1945, Coazze, Torino; vive e lavora a Torino) e Steven Pippin (1960, Redhill, Regno Unito; vive e lavora a Londra).
Come scrive Helmut Friedel: “L'opera d'arte parla. Questo non significa che parli tramite un linguaggio condiviso e codificato da decodificare e approvare. No, l'opera parla su livelli molto diversi, incurante che qualcuno la stia ascoltando. Il linguaggio dell'opera d'arte non si limita a convenzioni come iconografia o leggibilità, che potrebbero sfociare in una riflessione razionale. Anche le lettere scritte su un pannello illustrato implicano una considerazione diversa rispetto alla lettura di una lettera o di un libro. La lettera diventa un'immagine e non è più il segno astratto che annuncia un suono mediante la scrittura: quindi cerchio invece di O: eppure la parola emette un suono e indica una direzione.
L'immagine parla grazie alle sue qualità materiali, la "manipolazione" dei materiali, tramite dimensioni e formati, peso e posizione, illuminazione, per cui molto sfugge alla comprensione razionale. Un libro usato per leggere rimane un libro quando viene tolto dal proprio "campo d'utilizzo" e diventa inaccessibile in termini di leggibilità? Le mie abitudini sono contrastanti: a volte sono lettore, a volte spettatore di immagini.
I vasi risvegliano il “desiderio” come lo facevano una volta i doni dei Santi Re Magi che offrivano oro, incenso e mirra: un vaso pieno d'oro, meraviglioso. Le sculture sono corpi vuoti come lo sono i vasi in un dipinto rinascimentale dell'Annunciazione: pura potenzialità.
I segni appaiono e brillano nel cielo notturno, tuttavia non sono i castelli dei sogni stessi, ma piuttosto, i loro messaggeri e noi rimaniamo i creatori di questa bellissima idea, il sogno.
Possiamo fidarci di un'immagine? Osservare il futuro del passato è ancora possibile dal momento che il dominio tecnico consente quasi tutto? Non è forse lì che si nasconde il livello sentimentale presente in noi?
Eppure, così vicino al sogno, non può essere considerato surreale. Il sogno delle immagini permette anche l'astrazione e la ratio. Dobbiamo solo essere consapevoli che un’opera d’arte non è dominabile e di fronte ad essa siamo in balia di noi stessi: delle nostre conoscenze limitate, delle emozioni poco controllabili, delle esperienze fondamentali e primarie che ci guidano. L’opera d’arte parla e il nostro potere individuale si declina nella sua accettazione”.
07
ottobre 2023
L’opera d’arte parla
Dal 07 ottobre 2023 al 12 gennaio 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 9-13 e 15-19
Vernissage
7 Ottobre 2023, 18-22
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico