18 ottobre 2023

La leggerezza dell’arte: Bruno Munari all’Eataly Art House di Verona

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A 25 anni dalla scomparsa, l’Eataly Art House di Verona dedica una mostra a Bruno Munari e alla sua capacità di continuare a ispirare generazioni di creativi in tutto il mondo

Vetrino per Proiezione diretta, Fondazione JVBD, Milano, 1951 – Fotografia di Davide Marossi

Bruno Munari, una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano del Novecento. Ma in cosa consiste quell’eredità artistica e intellettuale che a 25 anni dalla sua scomparsa continua ad ispirare generazioni di creativi in tutto il mondo?

La leggerezza dell’arte prova a spiegarlo; presentata in occasione di Art Verona 2023, a cura di Alberto Salvadori e Luca Zaffarano con la collaborazione di Repetto Gallery di Lugano, sarà aperta al pubblico gratuitamente fino al 31 marzo 2024 negli spazi dell’ Eataly Art House – E.ART.H. di Verona.

Il progetto espositivo ripercorre quelle che sono le tappe fondamentali di una carriera dedicata alla sperimentazione che ha attraversato il Novecento producendo una quantità di opere tanto varie quanto innovative.

Bruno Munari, Niente, del resto, è assurdo per chi vola, anni ’30, Coll. priv.

Bruno Munari: una biografia poliedrica

Il talento di Bruno Munari (1907-1998) non si può incasellare in un campo preciso, sarebbe estremamente riduttivo dire che si è occupato solo di grafica, di design industriale, di scrittura o di insegnamento e formazione. Una carriera artistica inizia nel 1927, quando partecipa alle mostre futuriste in Italia e all’estero. È sicuramente noto in particolare per le sue Macchine Inutili, opere astratte che fluttuano nello spazio, creando un’interazione tra forma, movimento e spazio.

Nel 1947, con l’opera Concavo-convesso, Munari si spinge verso l’arte installativa, incorporando il concetto del tempo continuo nelle sue creazioni. Nel 1948, inventa i Libri Illeggibili, opere senza parole che raccontano storie attraverso immagini, linee, colori e straordinarie manipolazioni delle pagine. Nel 1955, espone anche al MoMA di New York, guadagnandosi un riconoscimento internazionale.

Bruno Munari, Concavo-Convesso, 1947, installazione presso la Estorick Collection of Modern Art, London – Fotografia di Pierangelo Parimbelli

Ma Munari non si ferma qui. Nel 1958, arricchisce il concetto di scultura planare con le Sculture da viaggio, opere portatili che trasformano il piano in uno spazio modulato attraverso pieghe geometricamente regolate. Nel 1963, inizia a esplorare le possibilità creative delle macchine fotocopiatrici Rank Xerox, dando vita alle Xerografie Originali, opere uniche che nascono dal movimento di immagini o pattern durante il processo di riproduzione.

La sua dedizione all’arte e alla sperimentazione lo porta a progettare anche laboratori per bambini alla Pinacoteca di Brera a Milano nel 1977. Laboratori focalizzati sulla sperimentazione e la formazione di processi creativi,che hanno dato vita al Metodo Bruno Munari: Laboratorio di educazione al pensiero progettuale creativo, che continua a ispirare l’educazione artistica e creativa di giovani generazioni.

Bruno Munari, Scimmietta Zizì, 1952, courtesy of Fondazione Pirelli

“La leggerezza dell’arte”

Come sono state scelte le opere? Le opere di Munari sono certo tutte diverse e con uno stile molto vario, La leggerezza dell’arte si propone però di fornire una chiara lettura dei processi creativi alla base della poetica dell’artista. Tra forme spettacolari e giocose con le quali si è sempre rivolto a un pubblico indifferenziato, e una combinazione sapiente di arte, tecnica e gioco.

Anche per questo intento è importante la presenza di un catalogo, dito da Edizioni E.ART.H., ricco di apparati iconografici accompagnati da brevi testi dello stesso Bruno Munari, che offre al lettore uno strumento per proseguire la scoperta dell’opera e dell’attività teorica dell’artista. Ad un nucleo centrale si aggiungono poi altre sezioni documentali: una parte dedicata alle ultime ricerche storico-critiche, una selezione di fonti storiche e un’appendice composta da sequenze fotografiche descrittive delle installazioni e degli ambienti luminosi.

Bruno Munari, Scultura da viaggio, 1958, Coll. priv.

Il Public Program

La mostra viene vissuta anche attraverso un ciclo di laboratori educativi dedicati al pensiero progettuale creativo dell’artista, sintetizzato nel celebre Metodo Munari, curati dall’Associazione Bruno Munari e progettati da Silvana Sperati.

Inizialmente concepiti per la Pinacoteca di Brera a Milano nel 1977 con il titolo Giocare con l’arte, i laboratori sono per eccellenza i luoghi della sperimentazione, dell’autoapprendimento e della formulazione di processi creativi, per questo trovano grande attenzione nella produzione dell’artista. Le attività sono orientate a trasformare la conoscenza dei materiali e dei processi sperimentali in esperienza concreta, secondo il principio del “fare per capire”, con l’obiettivo di fornire una maggiore capacità di lettura dell’arte nelle sue varie declinazioni. Le attività pensate per la mostra si sviluppano in dialogo con la specificità di Eataly Verona e trovano nel progetto culturale di Eataly Art House, incentrato sul cibo e sull’inclusività, il filo conduttore.

Bruno Munari, Xerografia Originale, 1968, Coll. priv.
Bruno Munari, Xerografia Originale a colori, 1980, Coll. priv.
Bruno Munari, disegno per il libro “Rose nell’insalata”, 1973, Coll. priv. – Fotografia Fotostudio Rapuzzi

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