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Polemiche alla Fiera del libro di Francoforte: il mondo della cultura si schiera dalla parte di Adania Shibli
Attualità
di redazione
La Fiera del libro di Francoforte, una delle più importanti al mondo nel settore dell’editoria, ha deciso di sospendere la premiazione di Adania Shibli. La scrittrice, nata in Palestina nel 1974 e che attualmente vive e lavora tra Londra e Ramallah, ha pubblicato il romanzo Un dettaglio minore, edito in Italia da La Nave di Teseo e selezionato per l’International Booker Prize del 2021. A Francoforte avrebbe dovuto ritirare il premio LiBeraturpreis, assegnato ad autori provenienti dall’Africa, dall’Asia, dall’America Latina e dal mondo arabo, ma la cerimonia, prevista per il 20 ottobre, è stata annullata, «A causa della guerra iniziata da Hamas e che sta affliggendo milioni di persone in Israele e Palestina», come spiegato da un comunicato diffuso dall’associazione letteraria LitProm, che ha specificato però come l’attribuzione del premio, assegnato a Shibli per la traduzione tedesca di Un dettaglio minore, non sia mai stata messa in discussione: «Litprom sta cercando un formato e un’ambientazione adatti per l’evento in un secondo momento».
LitProm ha dichiarato che la decisione di rinviare la premiazione e il dibattito pubblico, che avrebbe previsto anche l’intervento del traduttore Günther Orth, era stata presa in maniera congiunta con l’autore. Tuttavia l’editore statunitense di Shibli, Barbara Epler, ha spiegato che l’autrice non aveva dato il suo consenso: «Annullare la cerimonia e cercare così di mettere a tacere la voce di Adania Shibli, “A causa della guerra in Israele”, è da codardi…Ma dire che Shibli ha accettato (in mezzo a tutte le sofferenze di Gaza) è peggio». Secondo la scrittrice, la cerimonia avrebbe rappresentato un’opportunità per riflettere sul ruolo della letteratura in questo momento doloroso.
Circa mille scrittori, editori e artisti hanno criticato la Fiera del libro di Francoforte, alla quale hanno inviato una lettera aperta: «È loro responsabilità creare spazi per gli scrittori palestinesi in cui possano esprimere i loro pensieri, sentimenti e scambiare riflessioni sulla letteratura in questi tempi terribili e crudeli, e non farli tacere». Tra i firmatari della lettera, oltre a tutto il team editoriale di Un dettaglio minore, le vincitrici del premio Nobel Olga Tokarczuk e Annie Ernaux, l’attore Khalid Abdalla, lo scrittore Ian McEwan, la studiosa postcoloniale Gayatri Chakravorty Spivak e l’autore e regista Xiaolu Guo.
La lettera è stata pubblicata per la prima volta sul sito Arab Lit. «Quelli di noi che si occupano di scrittura, traduzione e pubblicazione sostengono con forza che cancellare eventi culturali non è la strada da seguire. Ricordiamo che la Fiera del libro di Francoforte ha dato il suo sostegno agli editori turchi, mentre l’anno scorso il presidente ucraino Zelenskyj ha parlato in un discorso registrato», si legge nella lettera.
Cooking Sections, collettivo di artisti composto da Daniel Fernández Pascual, Alon Schwabe, Rosa Whiteley e Remi Kuforiji, ha annunciato tramite un post su Instagram che non parteciperà più al programma S+T+ARTS Prize della Fiera del libro, un’iniziativa per esplorare l’intersezione tra arti, scienza e tecnologia. «È impossibile parlare liberamente di innovazione culturale quando non si riconosce che la vita, la cultura e l’ambiente delle persone in Palestina sono sotto un regime di apartheid e un’occupazione da 75 anni, e milioni di persone sono continuamente sfollate dalle loro case», ha affermato il collettivo, specificando che avrebbe partecipato solo nel caso in cui l’organizzazione della Fiera avesse rivolto le sue scuse «Per aver limitato la libertà di parola».
Quello della premiazione di Adania Shibli alla Fiera del Libro di Francoforte non è stato l’unico caso a dir poco controverso. In Francia, a Choisy-le-Roi, è intervenuto addirittura il sindaco per fermare la messa in scena dello spettacolo teatrale And Here I Am, scritto da Hassan Abdulrazzak e basato sulla storia dell’attore-regista Ahmed Tobasi, nato a Jenin durante la prima Intifada. C’è stata poi l’interruzione del lancio del libro A Day in the Life of Abed Salama, a Londra, del giornalista Nathan Thrall, per problemi di sicurezza. In Germania, peraltro, il tema del conflitto israelopalestinese è particolarmente sentito. Pochi giorni fa, il board di documenta, una delle manifestazioni d’arte contemporanea più importanti al mondo, che si svolge a Kassell ogni cinque anni, ha condannato il collettivo ruangrupa, che curò la già contestata 15ma edizione della kermesse, per il suo presunto supporto alla causa palestinese.