25 ottobre 2023

Vittorio Sgarbi indagato, deve al fisco 715mila euro. A rischio la sua carica al Ministero della Cultura

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Il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è stato indagato dalla Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: dovuti al fisco 715mila euro

Un vero e proprio terremoto, con conseguente effetto domino, si è abbattuto in queste ore su Vittorio Sgarbi: il Sottosegretario delegato per l’Arte e l’Architettura Contemporanea – tra le altre cariche ricoperte dal noto critico d’arte – è stato infatti indagato dalla Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano. Sgarbi dovrebbe quindi al fisco 715mila euro.

Come ricostruito dai pm, nell’ottobre del 2020 Sgarbi partecipò a una asta per acquistare un’opera di Vittorio Zecchin del 1913, Il giardino delle Fate. Battuta per 148mila euro circa, l’opera non sarebbe stata comprata dal Sottosegretario, bensì dalla sua compagna, Sabrina Colle. Secondo la Procura, però, il reale acquirente doveva essere proprio Sgarbi. «Per questo i magistrati gli contestano la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte come previsto dall’articolo 11 della legge 74 del 2000, che punisce chiunque “Al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte […] aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva», riportano sul Fatto Quotidiano.

C’è poi la questione delle “consulenze”, delle “presentazioni di mostre” e degli “eventi a pagamento” contati dall’inizio del 2023 a oggi, che sarebbero incompatibili con la sua carica di Sottosegretario. Sono 28 gli eventi già in cantiere, per 214mila euro di compensi, con altri cinque ancora in attesa di conferma, per altri 41mila euro. A questo proposito La legge n. 215/2004 all’articolo 2 specifica che «Il titolare di cariche di governo non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati». Sgarbi ha dichiarato di avere una lettera dell’Autorità Anticorruzione che giustifica le sue «Attività divulgative», riconoscendo come non ci sia «Alcuna incompatibilità». «Non posso fare una conferenza? Chi mi proibisce di fare il giurato di Miss Italia? (la finale si terrà l’11 novembre e l’ingaggio vale 10mila euro, per tre ore di lavoro, ndr)», ha replicato il Sottosegretario alla Cultura, affermando che «Qualcuno vuole vendicarsi di qualcosa che non so».

Il Fatto riporta però diversi episodi controversi. «A Genova il presidente della Fondazione Pallavicino Onlus Domenico Antonio Pallavicino aveva un problema con le ruspe che scavavano parcheggi», si legge. «Il 2 gennaio Sgarbi videodenuncia il “Cubo di cemento immondo” e i vertici della Sovrintendenza. Mostra foto fatte dall’amministratore dei beni del principe Claudio Pietro Senzioni. E non dice che lui è direttore artistico della Fondazione. Pallavicino il 16 maggio e il 12 giugno bonifica a Sgarbi 24 e poi 30mila euro. Il primo senza causale, l’altro con causale “regalia”».

Si menziona poi il caso dell’artista Barbara Pratesi, selezionata da Sgarbi, che fa parte della giuria, e le cui opere vengono esposte dal 5 al 9 maggio nel Padiglione Spoleto a Venezia. Un mese dopo, il 6 giugno, la pittrice bonifica a Sgarbi 2.500 euro, altri 1.000 euro il 20 giugno e ancora 1.000 euro il 27 giugno.

E poi, per la lectio magistralis su Caravaggio la parcella è di 200 euro al minuto, pagata dalla Kronospan di San Vito al Tagliamento che fa pannelli in legno. Per una mostra su Andy Warhol a Polesella ce ne vogliono 6.100, pagati da Marea Srl di Rovigo, che lavora nel marketing e nelle indagini di mercato.

Ed è immediata la replica del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che con Sgarbi ha sempre avuto una relazione complicata e nelle ultime settimane ancora di più, dopo l’anticipazione della nomina dell’artista e del curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2024, prima dell’ufficialità ministeriale. «Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose», così commenta Sangiuliano. «Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro» e che potrebbero coinvolgere anche chi gli è vicino. «Io rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura», ha concluso il Ministro, «E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile». E adesso tocca alla presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, che sta valutando l’ipotesi di ritirare le deleghe al sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi.

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