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Chiara Complice – Intrecci, luce, riflessi – Oltre la Visione
Un’espressione, tutta rivolta alla materia, allo spazio e all’energia purissima che in esso vive, palpita e si agita. Ecco perché la nostra artista non ama esprimersi attraverso le tecniche tradizionali e ricorre invece all’uso dell’alluminio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Alla Galleria d'Arte Contemporanea “Studio C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato 11 novembre, alle ore 18, la mostra personale di Chiara Complice dal suggestivo titolo “ Intrecci, luce, riflessi - Oltre la Visione”. Artista e designer di origine russa, attualmente vive e lavora a Piacenza.
Ciò premesso, mi sembra quanto mai opportuno e doveroso rilevare che Chiara Complice si presenta come artista fortemente nuova, bravissima e sensibile interprete della OP-Art (Optical-Art), movimento di arte astratta nato e sviluppatosi negli Stati Uniti d'America intorno agli anni sessanta che ha come principale campo di ricerca formale l'illusione ottica e l'impressione plastica del movimento. L'artista, infatti, in tutte le sue opere, sembra aver assimilato e fatte proprie tutte le leggi fisiche riguardanti la diffusione e la rifrazione ottica, elementi indispensabili per poter superare l'idea di un'opera d'arte immobile e immutabile nel tempo e rappresentare invece un'opera in apparente e continuo movimento e quindi capace di cambiare e modificarsi a seconda di come la si guarda: in questo tipo di espressione, infatti, la partecipazione dello spettatore è fondamentale e indispensabile perchè l'opera d'arte sia completa. Un'espressione, questa di Chiara Complice, tutta rivolta alla materia, allo spazio e all'energia purissima che in esso vive, palpita e si agita. Ecco perché la nostra artista non ama esprimersi attraverso le tecniche tradizionali e ricorre invece all’uso dell’alluminio. Quello da lei scelto e preferito è l’alluminio di recupero, per le sue scelte ecologiche, la sua sensualità, i suoi contrasti e la sua brillantezza che rispecchia il mondo. Inoltre l’alluminio è resistente, ma delicato, è freddo ma conduce calore, è lineare ma può essere via via modificato ed assumere forme diverse. L’alluminio consente inoltre di giocare con la luce e creare atmosfere magiche e surreali, riflessioni sulle cose, sulla vita e l’esistenza. Tessere fili ha ancora un forte valore simbolico: quel filo, infatti, rappresenta un vero e proprio legame, diventa segno di continuità e sicurezza, dà ordine, forma e corpo al pensiero razionale e all’azione quotidiana, interpreta, modifica e interagisce con lo spazio. Forza unica e straordinaria, lo spazio, dove si muove una componente misteriosa, un enigma, che la geometria del segno e la dinamica del colore e delle forme possono solo esplorare nel tentativo di individuare i luoghi segreti dove memoria, ragione e sentimento si incontrano e convergono per definire azioni e comportamenti, per tracciare percorsi e destini, per individuare dove il punto materiale si unisce a quello cosmico e spirituale. Ne deriva che il fulcro espressivo delle sue opere non risiede solo e soltanto in ciò che rappresentano, bensì in come queste vengono viste e percepite. In questo modo, dunque, esse si trasformano in vere proprie meta-immagini che possono esprimere, contemporaneamente, significati diversi e/o addirittura contrapposti. Dalla dimensione fisica, dallo spazio e dalla materia, la ricerca di Chiara Complice si rivolge dunque all'interiorità, al cuore e alla mente dell'artista per ricercare e per trovare una dimensione “altra” e “diversa”, fatta di serenità, emozione e libertà vera e concreta. La nostra artista, insomma, attraverso un approccio che unisce l'istanza ludica con quella concettuale, crea opere capaci di rivelare la complessità della realtà che ci circonda, ma che sono, allo stesso tempo, comunicative e immediate. Inoltre, con i suoi colori e i suoi percorsi, con le sue forme e i suoi tracciati, l'artista attira lo sguardo dell'osservatore all'interno della sua trama visiva, dentro l'illusoria dimensione dello spazio della rappresentazione in una scansione geometrica senza fine e in una ambigua vertigine prospettica dove tutto ci appare allo stesso tempo nella sua concreta e vera fisicità e come immagine di se stessa nella dimensione dello spazio virtuale. Così le sue opere, riescono a portare l'osservatore verso una dimensione ideale e ponderata dove, in perfetta armonia, lo spazio fisico si unisce a quello mentale, la realtà al sogno e alla poesia, il libero pensiero alla riflessione e al mistero esistenziale.
L'arte, dunque, come la vita, mai statica ed inerte, ma in continuo movimento, in continua trasformazione.
La rassegna, che sarà illustrata dal gallerista e critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 23 novembre.
Luciano Carini
Nelle opere di Chiara Complice (nome d'arte di Svetlana Golubeva) l’alluminio traccia, insieme a tanto altro, anche dei tragitti di vita luminosa. Sono cammini visivi e materici dietro i quali si nasconde la visione dell’artista: rigore e geometrie, poesia e fil rouge concettuale, ecostenibilità e visione.
L’artista crea sempre nuove geometrie formando un qui e un altrove e l’osservatore è spinto alla comprensione del labirinto, a cercare il proprio cammino. Le opere possono essere singole o raggruppate e vanno a comporre così percorsi visivi e disegni che possono rientrare nell’espressione di Optical Art.
Quasi un’illusione appunto, perché siamo di fronte a una trama, nel suo duplice significato di ordine e razionalità. E di inganno e modifica della realtà.
L’artista usa prevalentemente alluminio di recupero, che ha scelto per le sue caratteristiche ecologiche ma anche per la sua sensualità, la sua plasticità di forme lineari e curve, la sua brillantezza che rispecchia il mondo, i suoi contrasti: resistente ma delicato, freddo ma che conduce calore.
“Con le mie opere - afferma Chiara - gioco con la luce: un'atmosfera che diventa riflessione, sulle cose e sul loro modo di essere.”
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura
Ciò premesso, mi sembra quanto mai opportuno e doveroso rilevare che Chiara Complice si presenta come artista fortemente nuova, bravissima e sensibile interprete della OP-Art (Optical-Art), movimento di arte astratta nato e sviluppatosi negli Stati Uniti d'America intorno agli anni sessanta che ha come principale campo di ricerca formale l'illusione ottica e l'impressione plastica del movimento. L'artista, infatti, in tutte le sue opere, sembra aver assimilato e fatte proprie tutte le leggi fisiche riguardanti la diffusione e la rifrazione ottica, elementi indispensabili per poter superare l'idea di un'opera d'arte immobile e immutabile nel tempo e rappresentare invece un'opera in apparente e continuo movimento e quindi capace di cambiare e modificarsi a seconda di come la si guarda: in questo tipo di espressione, infatti, la partecipazione dello spettatore è fondamentale e indispensabile perchè l'opera d'arte sia completa. Un'espressione, questa di Chiara Complice, tutta rivolta alla materia, allo spazio e all'energia purissima che in esso vive, palpita e si agita. Ecco perché la nostra artista non ama esprimersi attraverso le tecniche tradizionali e ricorre invece all’uso dell’alluminio. Quello da lei scelto e preferito è l’alluminio di recupero, per le sue scelte ecologiche, la sua sensualità, i suoi contrasti e la sua brillantezza che rispecchia il mondo. Inoltre l’alluminio è resistente, ma delicato, è freddo ma conduce calore, è lineare ma può essere via via modificato ed assumere forme diverse. L’alluminio consente inoltre di giocare con la luce e creare atmosfere magiche e surreali, riflessioni sulle cose, sulla vita e l’esistenza. Tessere fili ha ancora un forte valore simbolico: quel filo, infatti, rappresenta un vero e proprio legame, diventa segno di continuità e sicurezza, dà ordine, forma e corpo al pensiero razionale e all’azione quotidiana, interpreta, modifica e interagisce con lo spazio. Forza unica e straordinaria, lo spazio, dove si muove una componente misteriosa, un enigma, che la geometria del segno e la dinamica del colore e delle forme possono solo esplorare nel tentativo di individuare i luoghi segreti dove memoria, ragione e sentimento si incontrano e convergono per definire azioni e comportamenti, per tracciare percorsi e destini, per individuare dove il punto materiale si unisce a quello cosmico e spirituale. Ne deriva che il fulcro espressivo delle sue opere non risiede solo e soltanto in ciò che rappresentano, bensì in come queste vengono viste e percepite. In questo modo, dunque, esse si trasformano in vere proprie meta-immagini che possono esprimere, contemporaneamente, significati diversi e/o addirittura contrapposti. Dalla dimensione fisica, dallo spazio e dalla materia, la ricerca di Chiara Complice si rivolge dunque all'interiorità, al cuore e alla mente dell'artista per ricercare e per trovare una dimensione “altra” e “diversa”, fatta di serenità, emozione e libertà vera e concreta. La nostra artista, insomma, attraverso un approccio che unisce l'istanza ludica con quella concettuale, crea opere capaci di rivelare la complessità della realtà che ci circonda, ma che sono, allo stesso tempo, comunicative e immediate. Inoltre, con i suoi colori e i suoi percorsi, con le sue forme e i suoi tracciati, l'artista attira lo sguardo dell'osservatore all'interno della sua trama visiva, dentro l'illusoria dimensione dello spazio della rappresentazione in una scansione geometrica senza fine e in una ambigua vertigine prospettica dove tutto ci appare allo stesso tempo nella sua concreta e vera fisicità e come immagine di se stessa nella dimensione dello spazio virtuale. Così le sue opere, riescono a portare l'osservatore verso una dimensione ideale e ponderata dove, in perfetta armonia, lo spazio fisico si unisce a quello mentale, la realtà al sogno e alla poesia, il libero pensiero alla riflessione e al mistero esistenziale.
L'arte, dunque, come la vita, mai statica ed inerte, ma in continuo movimento, in continua trasformazione.
La rassegna, che sarà illustrata dal gallerista e critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 23 novembre.
Luciano Carini
Nelle opere di Chiara Complice (nome d'arte di Svetlana Golubeva) l’alluminio traccia, insieme a tanto altro, anche dei tragitti di vita luminosa. Sono cammini visivi e materici dietro i quali si nasconde la visione dell’artista: rigore e geometrie, poesia e fil rouge concettuale, ecostenibilità e visione.
L’artista crea sempre nuove geometrie formando un qui e un altrove e l’osservatore è spinto alla comprensione del labirinto, a cercare il proprio cammino. Le opere possono essere singole o raggruppate e vanno a comporre così percorsi visivi e disegni che possono rientrare nell’espressione di Optical Art.
Quasi un’illusione appunto, perché siamo di fronte a una trama, nel suo duplice significato di ordine e razionalità. E di inganno e modifica della realtà.
L’artista usa prevalentemente alluminio di recupero, che ha scelto per le sue caratteristiche ecologiche ma anche per la sua sensualità, la sua plasticità di forme lineari e curve, la sua brillantezza che rispecchia il mondo, i suoi contrasti: resistente ma delicato, freddo ma che conduce calore.
“Con le mie opere - afferma Chiara - gioco con la luce: un'atmosfera che diventa riflessione, sulle cose e sul loro modo di essere.”
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura
11
novembre 2023
Chiara Complice – Intrecci, luce, riflessi – Oltre la Visione
Dall'undici al 23 novembre 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30 . Lunedi' chiuso
Vernissage
11 Novembre 2023, 18:00
Autore
Curatore