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L’Archivio Imprevisto: le protagoniste del femminismo in un progetto dell’Accademia di Brera
Progetti e iniziative
di Martina Pappalardo e Federica Scandella
Il 6 novembre 2023 ha inaugurato, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, L’Archivio Imprevisto. Per una lettura femminista dell’archivio di Brera. La mostra, a cura del Biennio specialistico di Visual Cultures e pratiche curatoriali sotto la direzione di Raffaella Pulejo, esprime una necessità: raccontare e riportare alla vita le studentesse che hanno frequentato l’istituzione milanese e di cui si erano perse le tracce. L’idea nasce dal passaggio del testimone del progetto L’Avvenire appartiene ai fantasmi (2022), che a sua volta approfondiva la ricerca ventennale condotta nella Biblioteca Guido Ballo.
Con il suo titolo, l’Archivio Imprevisto omaggia e si ispira all’iconico saggio di Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel. E altri scritti (1970). All’interno del testo, la donna è definita “soggetto imprevisto” che deve conquistare la propria indipendenza e il diritto di “essere” al di fuori del maschile. Sulla stessa scia, anche Il soggetto imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia (2019), a cura di Marco Scotini e Raffaella Perna, una delle mostre che meglio analizza il rapporto contrastante tra arte e femminismo, prendendo le mosse dalla stessa concezione della donna.
La genesi dell’Archivio Imprevisto: lo studio dei materiali bibliotecari e gli Inviti Fittizi
Rispetto agli sviluppi dell’anno precedente, dove è stata tracciata una mappa delle tematiche emerse dagli studi condotti, L’Archivio Imprevisto si caratterizza come un mostra storiografica. Linea di partenza è stata la ricerca all’interno degli archivi della Biblioteca Guido Ballo. Il periodo preso in esame è quello compreso tra il 1945 e il 1968, studiato attraverso registri e documenti che non riescono a dare una panoramica completa sulle vite di queste donne.
Tra le figure emerse vi sono sia studentesse note alla critica, come Amalia Del Ponte, Lydia Silvestri e Fausta Squatriti, sia altre di cui si sono perse le tracce. Ed è per questa ragione che il team curatoriale ha scelto di dare vita a un’opera site-specific denominata Inviti Fittizi, 1269 nomi segnati su altrettanti cartellini che il pubblico può portare con sé: «È un modo per donare loro un’altra vita e farle conoscere al mondo».
L’Archivio Imprevisto nel Salone Napoleonico di Brera
Anche quest’anno è il Salone Napoleonico dell’Accademia di Brera, luogo fortemente connotato dalla presenza maschile, ad accogliere le opere dell’Archivio Imprevisto. Attraverso grafici e statistiche, i curatori hanno ricostruito uno spaccato della situazione, nonostante la carenza di informazioni. Sotto le teche è possibile osservare alcuni dei libri chiave che hanno ispirato la ricerca. Tra questi, il catalogo de L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940 (1980) a cura di Lea Vergine, le testimonianze di Mirella Bentivoglio in occasione della Biennale Arte 1978 e il libro d’artista Linee, complessi, essere (1974) di Libera Mazzoleni.
In mostra anche il Disposition Table (2017-2023) di Riet Wijnen, in collaborazione con Kunstverein di Milano. L’installazione, composta da tre tavoli distinti, si configura come un dispositivo che accoglie diversi materiali, come dati biografici e narrazioni sotto forma d’intervista. In questo modo, il pubblico può approfondire e organizzare le schede per rendere l’esperienza di visita il più completa e personale possibile.
L’interattività del percorso espositivo
La scelta delle opere deriva dalla volontà curatoriale di ricreare un ambiente familiare, un luogo di scambio nel quale empatizzare con i temi proposti anche attraverso la biblioteca allestita. In mostra è possibile consultare diversi testi tra cui: monografie d’artista, libri legati alla critica femminista dell’arte e alle pratiche di studio dell’archivio nel contemporaneo.
Al pubblico si chiede di non subire passivamente l’assimilazione dei dati, portandolo ad assumere un ruolo attivo. La partecipazione spontanea è proposta dall’opera filogenesi-epigeo (2014-15), realizzata a cura di Daniela Zarro con gli studenti del corso di Didattica dei linguaggi artistici del biennio specialistico in Terapeutica Artistica. Il tappeto modulare, con i suoi vivacissimi colori, oltre a essere praticabile, ha anche la funzione di accogliere i diversi talk.
La mostra sarà visitabile fino al 25 novembre. Per scoprire i dettagli, consultare il link.