02 novembre 2004

fino al 3.XI.2004 Gender Bender Bologna, Il Cassero

 
Da Scarpette rosse al cinema di Lars Von Trier, alla musica di Terre Thaemitz, ai ritratti di Erwin Olaf, ad icone del cinema trash come Joe Dalessandro. È Gender Bender il festival bolognese multidisciplinare che accoglie alcune delle voci più singolari e spregiudicate della scena artistica mondiale. Ne parliamo con il direttore artistico Daniele Del Pozzo…

di

Cosa è il Cassero?
Nato nel 1982, il Cassero gay lesbian center è un centro culturale che raccoglie un insieme di attività, da quelle musicali e ricreative a quelle di sostegno e consultazione; gestisce una biblioteca e una videoteca, organizza festival, rassegne, presentazioni, convegni e conferenze legati ai temi dell’identità. Collabora spesso con l’Università di Bologna e con altre associazioni cittadine. Ogni anno cura Corpo d’artista 3, rassegna di videoarte sorta dalla collaborazione con la GAM, che mostra i lavori dedicati alle nuove rappresentazioni del corpo, dell’identità e dei generi sessuali. In passato abbiamo ospitato Nan Goldin, Urs Lüthi, Cindy Sherman e Annika Larsson.

La rassegna fa parte di una più ampia programmazione culturale…
Sì, è un’anticipazione di Gender Bender, il Festival multidisciplinare che produce grandi eventi dedicati alle tematiche dell’identità, ma con un taglio decisamente innovativo, tendente a spaccare gli stereotipi per cogliere la complessità di grandi autori. Lo scorso anno ci siamo dedicati a Yukio Mishima, presentando un autore da sempre ritenuto “fascista” e “conservatore” nel contesto storico di una difesa personale delle tradizioni legate all’Impero e ai suoi valori. Siamo contro le interpretazioni monolitiche. Questa edizione si occupa del favolista danese Christian Andersen, con un anno di anticipo rispetto ai festeggiamenti per il bicentenario della sua nascita.erwin olaf, serie royal blood, diane, courtesy B&D studio, Milano

Quale interpretazione di Andersen proponete?
Le sue fiabe non sono solo per bambini, come vuole lo stereotipo. Gli studiosi che abbiamo invitato metteranno in luce il suo rimosso e i complessi legami con la religione. Lo mettiamo in relazione con registi come Carl Theodor Dreyer e con Lars Von Trier poiché alcune sue fiabe, come Scarpette rosse, uniscono sofferenza e redenzione al pari di alcuni film dei due registi suoi connazionali. Ascanio Celestini porta in scena alcune fiabe con il suo innovativo teatro di narrazione. Tendiamo ad una lettura destabilizzante per accentuare il conflitto sentito da Andersen tra arte e vita, per studiare la crudeltà delle sue fiabe e le ambiguità morali che le pervadono.

E naturalmente gli affiancate Erwin Olaf…
Uniamo nomi e opere apparentemente lontane dentro un percorso che possiede una propria organicità. Imitation of Life è una antologica che espone le serie complete di Fashion Victims, Mature, Separation, Paradise the Club, la controversa Royal Blood e, tra le altre, immagini scelte da Paradise Portraits

E per la sezione cinema?
Abbiamo una selezione di film provenienti dai principali festival internazionali, primi tra tutti “Raspberry Reich” del regista canadese Bruce La Bruce, dedicato alle gesta velleitarie di un gruppo di terroristi della liberazione sessuale nella Berlino di oggi, e Estzer Salamon, Reproduction, immagini di Bruno Poncheron Tokyo Godfathers, lungometraggio di animazione dell’acclamato regista giapponese Kon Satoshi. Ci sono anche Splendid’s, il film dei Motus, tratto dall’omonimo testo di Jean Genet, e “D.E.B.S”, una rilettura lesbica degli action movies anni Settanta come le Charlie’s Angels. Chiude Je t’aime, moi non plus (1976) di Serge Gainsbourg, con icone come Joe Dalessandro e Jane Birkin

Avete anche una porgrammzione variegata di musica e danza…
Ospitiamo diverse serate con il duo finlandese Putsch ’79, Baby Dee da New York e i Cobra Killer duo che unisce trash rock ed elettronica. Tra questi spicca il lavoro di Terre Thaemitz, musicista transgender di Chicago nota per aver introdotto slogan protestatari dentro atmosfere musicali molto rarefatte. Per la danza abbiamo invitato Reproduction, spettacolo in anteprima della coreografa ungherese Estzer Salamon, un lavoro per otto performer che propone una riflessione inedita sul modo in cui un corpo acquista un’identità, a partire dai diversi sguardi che lo indagano.

nicola davide angerame


Gender Bender
corpi, identità – festival internazionale
fino al 3.XI.2004
Il Cassero gay lesbian center
LUO – Libera Università Omosessuale
Via Don Minzoni 18 – 40121 Bologna
tel 051/6494416
e.mail cultura@cassero.it
http://www.cassero.it/luo
http://www.genderbender.it


[exibart]

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