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Luca Matti – Il perturbante ditero l’angolo
La più completa ed esaustiva mostra di quadri e sculture di Luca Matti. Occasione unica per apprezzare inediti e opere mai esposte prima
Comunicato stampa
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Venerdì 8 DICEMBRE Rosy Boa rilancia il suo progetto di valorizzazione dell’arte contemporanea promuovendo fino al 29 febbraio 2024 l’esposizione delle opere di Luca Matti, pittore e scultore fiorentino appassionato di animazione, fumetto e illustrazione.
La mostra costituita da oltre 70 opere è la più completa ed esaustiva occasione per apprezzare opere su tela e sculture realizzate con camere d’aria o vere e proprie sperimentazioni anatomiche in legno mai esposte in precedenza.
“Il perturbante dietro l’angolo” sarà una mostra caratterizzata dal disegno e da lavori pittorici – quasi tutti monocromi – che riproducono su diversi formati e a grandi dimensioni ciò che è il disegno per l’artista, ovvero fonte di ispirazione, matrice stilistica e strumento di vera e propria registrazione del pensiero.
In occasione della mostra giovedì 21 dicembre Rosy Boa presenterà pubblicamente, inoltre (con la presenza dell’artista), un libro dal titolo Collassi che ne racconta il filo conduttore e costituisce una diversa e più intensa tipologia di catalogo del pensiero creativo dell’artista prima ancora che della mostra.
Tra le sculture inedite sarà possibile vedere alcune strutture modulari ataviche e altre pseudo concettuali realizzate sia in legno che con la plastica e le camere d'aria, nate da un’immagine disegnata sempre rigorosamente di colore nero e puntualmente registrata nel libro che si presenta come intimo e confidenziale dialogo tra visitatore e artista e non un semplice schedario della mostra. Le opere pittoriche trovano infatti un corrispettivo progettuale nei disegni e nelle narrazioni distopiche presenti nel libro. Il perturbante della dimensione metropolitana e i futuri scenari di crollo nervoso planetario, saranno allestite nei diversi spazi della galleria a costruire un percorso concettuale di ricercata espressività. Installazioni che si presenteranno con una forte dose di teatralità e iconicità così evidenti da rendere ancora più forte e immediata la velocità comunicativa del suo disegno e dunque del suo pensiero come intellettuale che riflette sui nostri tempi e sulla vertigine di questa inesauribile crescita umana sul pianeta. Una vera e propria denuncia dove entrano in gioco una forte carica emotiva e la lucidità di una visione chirurgica in merito al nostro futuro e a quello dell'urbanizzazione planetaria. Fascinazione mista a stupore e terrore, qui restituita anche dalla serie di blatte nere di grandi e grandissime dimensioni che in modo spettrale occuperanno pavimento e pareti dello spazio espositivo come simbolo di ciò che resterà dopo l’inevitabile collasso. Prove di assoluta capacità di sopravvivere che insieme al distacco rendono trasparente quel sentimento nichilista sulla nullità del reale che evidentemente convince la nostra epoca.
Nella zona centrale della galleria, ovvero nella navata centrale, apriranno il percorso come una sorta di iconostasi, due tele di grande formato. Si tratta di monocromi che saranno da identificare come responsabili anche del titolo della mostra: “il perturbante dietro l’angolo”. Una sorta di città esplosa in tutte le direzioni capace di creare l’immagine di un tempo da incubo e di uno spazio che da familiare diventa appunto perturbante, ovvero sconosciuto, estraneo, acutizzazione del pieno e infine perturbazione del vuoto di cui non possiamo che averne solo memoria. La nostra è cultura della congestione che Luca Matti dipinge nella forma del cantiere globale dove tutto si espande in ogni direzione. In questa delirante urbanizzazione del pianeta ogni cosa è minaccia e la città è nemica. Questa è la storia di un futuro dietro l’angolo nel quale l’evasione è un percorso che non porta da nessuna parte e la città è un organismo indipendente capace di asfissiare l’uomo. Il tutto, mentre l’intelligenza artificiale si vuole e s’impone superiore a quella umana. Questo scenario, in cui davvero ciò che si realizza è solo il postumano nicciano, si basa sulle diseguaglianze sociali e prevede una società in cui un’élite avrà raggiunto uno stadio superiore sancendo il suo predominio sulla maggioranza “normale”. Un futuro accelerato, nel quale la visione di chi vorrebbe “rallentare”, enfatizzando le virtù del locale rispetto al globale sarà folkloristica quando non ridicola. La stessa atmosfera che si rintraccia nel libro-catalogo laddove un segno rapido e graficamente vicino alla espressività graffiante dei fumetti si accompagna a scritte ed appunti che insieme al testo di Matilde Puleo lasciano intendere che per salvarsi e redimersi dall'oblio indifferenziato l'uomo post-moderno deve saper saltare da una costruzione all’altra e da lassù, sui blocchi di architettura, cercare la natura o almeno possibili spazi vuoti.
Luca Matti nasce a Firenze nel 1964. Si occupa a lungo di fumetto, illustrazione e grafica, collaborando con case editrici, riviste e agenzie pubblicitarie. Dai primi anni 90 si dedica alla pittura e prendono forma con materiali di recupero le sue prime sculture. La gomma della camera d’aria diviene uno dei materiali più utilizzati nel suo lavoro scultoreo. Dal 1994 il suo lavoro si concentra sulla tematica della città eliminando il colore e usando solo il bianco e nero. L’opera di Luca Matti si presenta intimamente connessa al rapporto che lega l’uomo alla città e negli anni ha composto un’insolita iconografia di oggetti e interni domestici, di figure a metà tra l’uomo e l’insetto e di vertiginosi panorami urbani. Nel suo lavoro non ci sono confini tra disegno, pittura, scultura e videoanimazione. I vari linguaggi si condizionano e si contaminano reciprocamente, dando vita a un immaginario metropolitano. Alla sua prima personale, tenuta presso la casa d’arte La Barbagianna di Pontassieve, fanno seguito una serie di mostre in varie gallerie, in Italia e all’estero. Ricordiamo le mostre personali al Centro d’arte Spaziotempo di Firenze e alla Galleria Massimo Carasi di Mantova nel 1995. Nel 1998 inaugura una personale al Parlamento Europeo di Strasburgo e qualche mese dopo viene invitato a realizzare delle sculture per l’inaugurazione dei mondiali di calcio a Parigi. Nel 1999 allestisce una esposizione al Teatro Romano di Fiesole e nel 2001 alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2004, insieme a Mark Kostabi, espone ai Magazzini del Sale di Cervia e in seguito partecipa alla XIV Quadriennale di Roma a Torino. Nel 2005 realizza gli elementi plastici per “Differentia”, coreografia di Matteo Levaggi per il Balletto Teatro di Torino. Nel 2007 inaugura la mostra “Babele” nella nuova Galleria Frittelli di Firenze e nel 2008 collabora con lo studio Rossi Prodi Architetto al progetto vincitore del concorso per il recupero dell’ex carcere minorile di Pesaro. Nel 2011 vince il Premio di pittura Golfo della Spezia e nel 2012 inaugura la personale “Nuovimondi” al CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia. Sempre nel 2012 viene invitato dall’Istituto di Cultura Italiana di Bratislava a realizzare una mostra presso il Ministero della Cultura Slovacca. Nel 2016 espone con Lucio Pozzi alla galleria alle Art Bludenz in Austria e nello stesso anno inaugura la personale “CityMood” a Knokke in Belgio. Nel Maggio del 2017 la mostra personale, “La città dentro” presso la Galleria ZetaEffe di Firenze e nello stesso anno parteciperà alla mostra “Arte e Tecnologia” a Qingdao in Cina. Sempre nel 2017 realizzerà una grande installazione nella sede della Maison Patrizia Pepe. L’anno seguente partecipa alla residenza artistica BoCs Art a Cosenza. Nel 2019 tiene la personale “Readers” nella galleria Studio 38 Contemporary Art Gallery di Pistoia e partecipa con alcune sculture alla mostra “Intreccio di radici”, presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze. Nel Giugno del 2020 inaugura la mostra “Luca Matti – Profezie per un mondo migliore”, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Slovacchia presso la galleria Kabinet di Bratislava. Nel dicembre dello stesso anno partecipa alla mostra “Due culture e lo spazio” al Qingdao Sculptures Art Museum di Qingdao. Nel 2021 ha inaugurato la mostra personale “Dalla terra alla luna”, presso C2 contemporanea a Firenze e nel 2022 la personale “Dorsale opposta” presso il parco monumentale di Villa Rospigliosi a Prato.
Rosy Boa è un centro d’arte che nasce con l’intento di essere il contenitore di una proposta artistica trasversale nella quale l’arte è caratterizzata da una forte sperimentazione, intesa come oggetto di trasformazione personale e sociale. I lavori esposti restituiranno riflessioni sul presente e sulla società, lavorando sull’idea di opera d’arte e innescando dialoghi tra le diverse forme espressive. Accanto a un fitto programma di mostre, sono previsti la realizzazione di attività formative ai più diversi livelli, incontri pubblici, interventi documentari, la nascita di un’agenzia/incubatore creativo e l’apertura di un bookshop dedicato all’arte contemporanea.
Ufficio Stampa Rosy Boa
La mostra costituita da oltre 70 opere è la più completa ed esaustiva occasione per apprezzare opere su tela e sculture realizzate con camere d’aria o vere e proprie sperimentazioni anatomiche in legno mai esposte in precedenza.
“Il perturbante dietro l’angolo” sarà una mostra caratterizzata dal disegno e da lavori pittorici – quasi tutti monocromi – che riproducono su diversi formati e a grandi dimensioni ciò che è il disegno per l’artista, ovvero fonte di ispirazione, matrice stilistica e strumento di vera e propria registrazione del pensiero.
In occasione della mostra giovedì 21 dicembre Rosy Boa presenterà pubblicamente, inoltre (con la presenza dell’artista), un libro dal titolo Collassi che ne racconta il filo conduttore e costituisce una diversa e più intensa tipologia di catalogo del pensiero creativo dell’artista prima ancora che della mostra.
Tra le sculture inedite sarà possibile vedere alcune strutture modulari ataviche e altre pseudo concettuali realizzate sia in legno che con la plastica e le camere d'aria, nate da un’immagine disegnata sempre rigorosamente di colore nero e puntualmente registrata nel libro che si presenta come intimo e confidenziale dialogo tra visitatore e artista e non un semplice schedario della mostra. Le opere pittoriche trovano infatti un corrispettivo progettuale nei disegni e nelle narrazioni distopiche presenti nel libro. Il perturbante della dimensione metropolitana e i futuri scenari di crollo nervoso planetario, saranno allestite nei diversi spazi della galleria a costruire un percorso concettuale di ricercata espressività. Installazioni che si presenteranno con una forte dose di teatralità e iconicità così evidenti da rendere ancora più forte e immediata la velocità comunicativa del suo disegno e dunque del suo pensiero come intellettuale che riflette sui nostri tempi e sulla vertigine di questa inesauribile crescita umana sul pianeta. Una vera e propria denuncia dove entrano in gioco una forte carica emotiva e la lucidità di una visione chirurgica in merito al nostro futuro e a quello dell'urbanizzazione planetaria. Fascinazione mista a stupore e terrore, qui restituita anche dalla serie di blatte nere di grandi e grandissime dimensioni che in modo spettrale occuperanno pavimento e pareti dello spazio espositivo come simbolo di ciò che resterà dopo l’inevitabile collasso. Prove di assoluta capacità di sopravvivere che insieme al distacco rendono trasparente quel sentimento nichilista sulla nullità del reale che evidentemente convince la nostra epoca.
Nella zona centrale della galleria, ovvero nella navata centrale, apriranno il percorso come una sorta di iconostasi, due tele di grande formato. Si tratta di monocromi che saranno da identificare come responsabili anche del titolo della mostra: “il perturbante dietro l’angolo”. Una sorta di città esplosa in tutte le direzioni capace di creare l’immagine di un tempo da incubo e di uno spazio che da familiare diventa appunto perturbante, ovvero sconosciuto, estraneo, acutizzazione del pieno e infine perturbazione del vuoto di cui non possiamo che averne solo memoria. La nostra è cultura della congestione che Luca Matti dipinge nella forma del cantiere globale dove tutto si espande in ogni direzione. In questa delirante urbanizzazione del pianeta ogni cosa è minaccia e la città è nemica. Questa è la storia di un futuro dietro l’angolo nel quale l’evasione è un percorso che non porta da nessuna parte e la città è un organismo indipendente capace di asfissiare l’uomo. Il tutto, mentre l’intelligenza artificiale si vuole e s’impone superiore a quella umana. Questo scenario, in cui davvero ciò che si realizza è solo il postumano nicciano, si basa sulle diseguaglianze sociali e prevede una società in cui un’élite avrà raggiunto uno stadio superiore sancendo il suo predominio sulla maggioranza “normale”. Un futuro accelerato, nel quale la visione di chi vorrebbe “rallentare”, enfatizzando le virtù del locale rispetto al globale sarà folkloristica quando non ridicola. La stessa atmosfera che si rintraccia nel libro-catalogo laddove un segno rapido e graficamente vicino alla espressività graffiante dei fumetti si accompagna a scritte ed appunti che insieme al testo di Matilde Puleo lasciano intendere che per salvarsi e redimersi dall'oblio indifferenziato l'uomo post-moderno deve saper saltare da una costruzione all’altra e da lassù, sui blocchi di architettura, cercare la natura o almeno possibili spazi vuoti.
Luca Matti nasce a Firenze nel 1964. Si occupa a lungo di fumetto, illustrazione e grafica, collaborando con case editrici, riviste e agenzie pubblicitarie. Dai primi anni 90 si dedica alla pittura e prendono forma con materiali di recupero le sue prime sculture. La gomma della camera d’aria diviene uno dei materiali più utilizzati nel suo lavoro scultoreo. Dal 1994 il suo lavoro si concentra sulla tematica della città eliminando il colore e usando solo il bianco e nero. L’opera di Luca Matti si presenta intimamente connessa al rapporto che lega l’uomo alla città e negli anni ha composto un’insolita iconografia di oggetti e interni domestici, di figure a metà tra l’uomo e l’insetto e di vertiginosi panorami urbani. Nel suo lavoro non ci sono confini tra disegno, pittura, scultura e videoanimazione. I vari linguaggi si condizionano e si contaminano reciprocamente, dando vita a un immaginario metropolitano. Alla sua prima personale, tenuta presso la casa d’arte La Barbagianna di Pontassieve, fanno seguito una serie di mostre in varie gallerie, in Italia e all’estero. Ricordiamo le mostre personali al Centro d’arte Spaziotempo di Firenze e alla Galleria Massimo Carasi di Mantova nel 1995. Nel 1998 inaugura una personale al Parlamento Europeo di Strasburgo e qualche mese dopo viene invitato a realizzare delle sculture per l’inaugurazione dei mondiali di calcio a Parigi. Nel 1999 allestisce una esposizione al Teatro Romano di Fiesole e nel 2001 alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2004, insieme a Mark Kostabi, espone ai Magazzini del Sale di Cervia e in seguito partecipa alla XIV Quadriennale di Roma a Torino. Nel 2005 realizza gli elementi plastici per “Differentia”, coreografia di Matteo Levaggi per il Balletto Teatro di Torino. Nel 2007 inaugura la mostra “Babele” nella nuova Galleria Frittelli di Firenze e nel 2008 collabora con lo studio Rossi Prodi Architetto al progetto vincitore del concorso per il recupero dell’ex carcere minorile di Pesaro. Nel 2011 vince il Premio di pittura Golfo della Spezia e nel 2012 inaugura la personale “Nuovimondi” al CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia. Sempre nel 2012 viene invitato dall’Istituto di Cultura Italiana di Bratislava a realizzare una mostra presso il Ministero della Cultura Slovacca. Nel 2016 espone con Lucio Pozzi alla galleria alle Art Bludenz in Austria e nello stesso anno inaugura la personale “CityMood” a Knokke in Belgio. Nel Maggio del 2017 la mostra personale, “La città dentro” presso la Galleria ZetaEffe di Firenze e nello stesso anno parteciperà alla mostra “Arte e Tecnologia” a Qingdao in Cina. Sempre nel 2017 realizzerà una grande installazione nella sede della Maison Patrizia Pepe. L’anno seguente partecipa alla residenza artistica BoCs Art a Cosenza. Nel 2019 tiene la personale “Readers” nella galleria Studio 38 Contemporary Art Gallery di Pistoia e partecipa con alcune sculture alla mostra “Intreccio di radici”, presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze. Nel Giugno del 2020 inaugura la mostra “Luca Matti – Profezie per un mondo migliore”, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Slovacchia presso la galleria Kabinet di Bratislava. Nel dicembre dello stesso anno partecipa alla mostra “Due culture e lo spazio” al Qingdao Sculptures Art Museum di Qingdao. Nel 2021 ha inaugurato la mostra personale “Dalla terra alla luna”, presso C2 contemporanea a Firenze e nel 2022 la personale “Dorsale opposta” presso il parco monumentale di Villa Rospigliosi a Prato.
Rosy Boa è un centro d’arte che nasce con l’intento di essere il contenitore di una proposta artistica trasversale nella quale l’arte è caratterizzata da una forte sperimentazione, intesa come oggetto di trasformazione personale e sociale. I lavori esposti restituiranno riflessioni sul presente e sulla società, lavorando sull’idea di opera d’arte e innescando dialoghi tra le diverse forme espressive. Accanto a un fitto programma di mostre, sono previsti la realizzazione di attività formative ai più diversi livelli, incontri pubblici, interventi documentari, la nascita di un’agenzia/incubatore creativo e l’apertura di un bookshop dedicato all’arte contemporanea.
Ufficio Stampa Rosy Boa
08
dicembre 2023
Luca Matti – Il perturbante ditero l’angolo
Dall'otto dicembre 2023 al 29 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
Rosy Boa
Arezzo, Via Andrea Cesalpino, 29, (AR)
Arezzo, Via Andrea Cesalpino, 29, (AR)
Orario di apertura
lunedì a venerdì 16-19.30
sabato e domenica 10-12.30 e 16-19.30
Sito web
Editore
FuoriOnda ed.
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico