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Una sfilza di vendite a 7 cifre tra i 277 booth di Art Basel Miami Beach 2023. Arriva puntuale l’esito dei due giorni di preview – ovviamente esclusiva, riservata ai super collezionisti e agli addetti ai lavori – a poche ore dall’apertura al grande pubblico. Posto d’onore per un Philip Guston da $ 20 milioni passato di mano già il primissimo giorno (6 dicembre) nello stand di Hauser&Wirth: si tratta di Painter at night del 1979, fa il colpo grosso proprio mentre alla Tate, a Londra, è in corso la grande (e chiacchieratissima) retrospettiva. Ed è in ottima compagnia. Il primo giorno il gigante blue-chip ha visto assegnare – per citare soltanto le vendite milionarie – anche Smiling Aristocrat del 2023 di George Condo ($ 2,35 milioni) e Made in Mexico di Henry Taylor ($ 1 milione); seguito poi da una sfilza di aggiudicazioni sotto al milione, come un Amy Sherald da $ 850.000, un Charles Gaines da $ 795.000 e un Rashid Johnson, sempre da $ 750.000. Le opere vengono sostituite alla velocità della luce e chi visiterà la regina delle fiere nei giorni d’apertura non assisterà, probabilmente, allo stesso schieramento d’eccezione.
A proposito di colossi: non si fa mancare veri pezzi da museo David Zwirner, che chiude già il primo giorno ben due Infinity Net di Yayoi Kusama (rispettivamente per $ 3,2 e $ 3 milioni), tre dipinti di Robert Ryman del periodo 1961-1964, venduto ciascuno nel range di $ 2-3 milioni, ancora le linee spesse di Alice Neel, anno 1970, andate per $ 2 milioni, Noah Davis per $ 1,6 milioni, Elizabeth Peyton da $ 1,7 milioni. Anche in questo caso, ci limitiamo soltanto ai numeri a 7 cifre – e tanto basta per restituire la patina glamour dei quasi 300 booth. Bene per Thaddaeus Ropac, che assegna tra gli altri un Robert Rauschenberg da $ 1,7 milioni e due Baselitz, rispettivamente per $ 1,5 e $ 1,2 milioni. Menzione d’onore per l’italiano Emilio Vedova, Dal ciclo della natura ‘56 – 1 (Brasile) del 1956, che il secondo giorno, sempre da Thaddaeus Ropac, vola a $ 850.000. Bellissimo Upside Down Blue Nude di Tom Wesselmann, del 2001, trova subito un acquirente da Almine Rech, l’asking price era compreso tra 1,25 e 1,35 milioni. Dall’americana Gray, con sedi tra Chicago e New York, due le opere più agognate dello stand: un Grand personnage di Jean Arp del 1957, in bronzo, finito a $ 1,2 milioni; e poi un riconoscibile marmo di Jaume Plensa, Flora’s World III del 2023, che chiude la partita a $ 500.000.
Ancora alcune performance da capogiro. Dalla newyorkese Kasmin, Alex Katz fa il pieno con Leigh del 2007 venduto per $ 1,4 milioni – a pochi mesi dalla super retrospettiva che lo ha visto protagonista al Guggenheim di New York – mentre da Xavier Hufkens un dipinto di Tracey Emin passa di mano per £ 1,2 milioni. Altri numeri dai titani: da Pace Gallery, già il primo giorno Alicja Kwade, con L’ordre des mondes del 2023, finiva assegnato per mezzo milione – Kwade che ritroviamo anche da OMR, sempre con un lavoro del 2023, venduto stavolta per € 70.000 a un privato. E vola la “vernice fresca” anche da David Kordansky: un Fred Eversley del 2023 va a $ 525.000, seguito da Giddy di Shara Huges, anno 2023, assegnata nel range di $ 340,000 – 390,000.
E le gallerie italiane? Il secondo giorno di preview Cardi Gallery ha posizionato, tra gli altri, un Donald Judd per $ 700.000 e un Mimmo Paladino per $ € 160.000; anticipati il 6 dicembre da una sfilza di assegnazioni come Bianco di Bonalumi ($ 90.000), Gianpietro Carlesso ($ 80.000) e Carla Accardi, Serie Rosa del 1970-1979 ($ 60.000). Non avevamo dubbi per i due Salvo esposti nel booth di Mazzoleni, che quest’anno ha messo l’acceleratore fino alla cifra record da Christie’s Hong Kong, appena due settimane fa, di oltre un milione. Da Mazzoleni, Estate del 2023 viene venduta entro il range di $ 200.000-250.000, Ottobre del 1999 entro i $ 90.000-110.000. Tutto pronto all’apertura al grande pubblico, adesso. Che potrà ammirare l’opera più costosa della fiera – che ancora ci risulta invenduta – uno dei primi Black Painting di Frank Stella offerto da Yares Art per $ 45 milioni.