11 dicembre 2023

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dall’11 al 17 dicembre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dall'11 al 17 dicembre, in scena nei teatri di tutta Italia

Teatri di Vetro

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dall’11 al 17 dicembre.

Teatro e danza

TEATRI DI VETRO

La 17esima edizione di Teatri di Vetro Festival, con ladirezione artistica Roberta Nicolai (dal 10 al 22 dicembre a Roma), giunge alla tappa finale dell’architettura progettuale, Oscillazioni, che comprende le cornici interdipendenti per identità metodologica, artistica e tematicaTrasmissioni, Composizioni, Elettrosuoni.

Composizioni,il 13 dicembre al Teatro del Lido di Ostia,propone interventi artistici partecipativi con gli spettacoli di Daria Greco, Michael Incarbone e Erica Bravini, Bartolini/Baronio, Simona BertozziOscillazioni, dal 14 al 22 dicembre al Teatro India intercetta le spinte più significative della produzione artistica contemporanea di ricerca presentando in prima nazionale e romana i lavori degli artisti della scena nazionale tra cui Alessandra Cristiani, Chiara Frigo, Paola Bianchi, Opera Bianco, Roberto Corradino, Fanny & Alexander, Menoventi Michael Incarbone e Erica Bravini, Bartolini/Baronio, Simona Bertozzi, Lucia Guarino e Ilenia Romano, Cie MF.

Elettrosuoni è l’anima musicale del festival, dal 18 al 22 dicembre al Teatro India. 25 spettacoli, sei prime nazionali, diciannove prime romane, incontri, conferenze offrono un ambiente dialogico di incontro e scambio tra artisti e pubblico aprendo agli spettatori i processi della creazione scenica, coinvolgendo i cittadini in creazioni collettive e offrendo ai giovani artisti una possibilità di crescita personale.

Un nuovo esperimento apre Oscillazioni al Teatro India, il 14, 15 e 16 dicembre: Ambienti, uno spazio temporale in cui tre coreografe, Cristiani, Frigo e Bianchi, predispongono atelier aperti ad una frequentazione libera, autodeterminata da ogni singolo fruitore. Tre studi di artista dove poter entrare, osservare tracce testuali, audio, visuali, dove lasciarsi sorprendere da atti performativi.

Teatri di Vetro Somewhere ph Nicola Cirocchi

IL TEMPO ATTORNO

Ideato, scritto e diretto da Giuliano Scarpinato, Il tempo attorno è ispirato alla storia personale dell’autore e regista, figlio di Roberto Scarpinato e Teresa Principato, magistrati antimafia. È un viaggio nella memoria, uno scandaglio lanciato nelle acque mosse del passato nel tentativo di riportare a galla la perla rara di un senso, di una ragione che tenga tutto insieme.

Nel cono d’ombra che dagli anni ’80 della seconda guerra di mafia si allarga fino al processo Andreotti, si dipana la vicenda familiare di una coppia di magistrati antimafia, che nello spettacolo si chiamano Michele Vetrano e Paola Randazzo, del figlio Benedetto costretto a crescere troppo in fretta, e di due agenti della scorta, De Piccolo e Mansueto che li affiancano costantemente.

Gli accadimenti si succedono a un ritmo innaturale, come se qualcuno avesse impresso una velocità doppia alla moviola dei giorni: le stragi Falcone e Borsellino, l’omicidio del piccolo Di Matteo, il “processo del secolo” a carico dell’uomo più potente d’Italia, Giulio Andreotti. Tutto questo entra prepotentemente nella casa del piccolo Benedetto, che vede volar via l’amore dei suoi genitori, l’innocenza dell’infanzia e ogni certezza, a partire da quella della vita stessa.

Il tempo attorno, Cupaiuolo, Del Castill Ph Rosellina Garbo

Il tempo attorno”, ideazione, drammaturgia e regia Giuliano Scarpinato, supervisione del testo Lucia Calamaro, con Roberta Caronia, Giandomenico Cupaiuolo, Emanuele Del Castillo, Alessio Barone, Gaetano Migliaccio, scene Diana Ciufo, costumi Dora Argento, suono e luci Giacomo Agnifili. Produzione Teatro Biondo di Palermo. A Palermo, Teatro Biondo fino al 17 dicembre.

LA MEMORIA DEL GIOCO DI ENZO COSIMI

Dopo le trilogie Sulle passioni dell’anima e Orestea – Trilogia della vendetta, il coreografo Enzo Cosimi torna a lavorare intorno a tematiche di natura sociale, come già accaduto nella trilogia Ode alla bellezza. Installazione performativa di natura partecipativa, The Play Garden (allo Spazio Rossellini di Roma, il 13 dicembre) è un progetto realizzato con persone over 65 professionisti e non, volto a recuperare la memoria del gioco, primo patrimonio naturale di conoscenza e di socialità che si sviluppa già dall’infanzia.

Con 14 performer, Cosimi trasforma la memoria in gesto performativo mettendo in scena il risultato della ricerca realizzata sul campo per recuperare giochi e canti antichi e del passato recente, che trovavano luogo negli spazi pubblici, nelle piazze e nei quartieri, favorendo così le dinamiche di socializzazione e interazione tra individui, le stesse che la dispersione relazionale del mondo digitale ha messo in difficoltà fino alla dissoluzione.

Un lavoro dalle tinte dark che riposiziona al centro, ancora una volta, la dimensione relazionale della collettività; a dialogare con la performance, la video installazione diffusa sui giochi d’infanzia riattivati da bambini e anziani precedentemente filmati.

Enzo Cosimi

SESTO POTERE

Una manipolazione sociale, virale, che avviene per mano (o parola) dei social network. Una rete fitta di informazioni che ci tiene costantemente connessi e sollecitati da una forza che agisce sulle nostre menti ed esercita un potere di cui non si conosce la reale portata. Su questo e ancor più sulla vacuità di questi mondi indaga il nuovo testo Sesto potere di Davide Sacco, con in scena Francesco Montanari, Cristiano Caccamo, Nina Torresi e Matteo Cecchi.

In un capannone isolato, tre ragazzi vengono pagati da un partito estremista per inventare fake news e manipolare le elezioni politiche imminenti. La notte prima del silenzio elettorale, un noto conduttore televisivo intervista il vicesegretario del partito per cui lavorano i ragazzi, mettendolo in difficoltà e facendogli fare una pessima figura davanti a tutto il Paese. I ragazzi stanno casualmente assistendo alla diretta televisiva e, preoccupati che questo possa compromettere il loro lavoro, decidono che non creeranno più fake news contro il partito avversario, ma che diffameranno direttamente il conduttore televisivo. Da quel momento la situazione inizia a degenerare.

Debutto al Teatro Manini di Narni il 10 e 11 dicembre poi in tournée ad Altopascio (Lucca) il 12, Empoli il 13, Santa Croce sull’Arno (Pisa) il 14, Rapolano Terme (Siena) il 15, Campi Bisenzio (Firenze) il 16, Viareggio il 17, Polistena (Reggio Calabria) il 22, e a gennaio Teatro Ambra Jovinelli di Roma, e Teatro Nuovo di Napoli.

Sesto Potere Compagnia ph Emiliano Luciani

IL PATATRAC DI UN CAPITALISTA

Nell’adattamento di Uno, due e tre!, commedia di Ferenc Molnar che nel 1961 divenne un film per la regia di Billy Wilder e l’interpretazione di James Cagney, si riconosce la virtù della leggerezza che caratterizza l’artigianale ricerca de I Sacchi di Sabbia. Nota al pubblico teatrale per reinventare la scena popolare contemporanea con un linguaggio sempre in bilico tra le arti, la compagnia pisana mette in scena «Un sabba aziendale, un inno dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, una ricognizione accurata dei superpoteri di un milionario terrestre».

La storia è quella di un capitalista senza scrupoli che, alla vigilia delle sue vacanze, si trova di fronte a una grana imprevista: la figlia di un magnate americano che gli era stata affidata per un viaggio di istruzione ha sposato un tassista anarchico e sta aspettando un figlio da lui. Il magnate sta arrivando per riprendersi la figlia, tra un’ora sarà nell’ufficio del nostro capitalista, e il patatrac sembra inevitabile. Ma il vulcanico direttore d’azienda ha un’idea geniale: trasformare in quel misero giro di clessidra il tassista anarchico e proletario in un miliardario!

Uno, due e tre, di Ferenc Molnar, foto di prova

Uno, due e tre!, da Ferenc Molnar, adattamento e regia I Sacchi di Sabbia, con Giulia Gallo, Massimo Grigò, Annibale Pavone, Tommaso Taddei, costumi Chiara Lanzillotta, scene Laboratorio del Teatro Metastasio, luci Massimo Galardini. Produzione Teatro Metastasio di Prato, in collaborazione con I Sacchi di Sabbia. A Prato, teatro Metastasio, dal 12 al 17 dicembre.

IL CAPITALE, UN LIBRO CHE ANCORA NON ABBIAMO LETTO

Due artisti decidono di partecipare all’occupazione di una fabbrica, in protesta dopo il licenziamento improvviso di 422 operai/e. Da qui nasce Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, un’indagine teatrale della compagnia bolognese Kepler-452, che dopo una tournée nazionale e internazionale arriva al Nuovo Teatro delle Passioni di Modena (dal 7 al 14 e dal 16 al 17 dicembre, e il 19 dicembre al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia). Una produzione ERT / Teatro Nazionale, che vede sul palco insieme a Nicola Borghesi anche alcuni membri del Collettivo di fabbrica lavoratori GKN.

Il 18 ottobre 2023 è stata aperta una nuova procedura di licenziamento collettivo per 185 dipendenti: se dopo i 75 giorni previsti dalla legge non si troverà un accordo, dall’1 gennaio scatteranno i licenziamenti. Il 9 luglio 2021 la fabbrica GKN di Campi Bisenzio (Firenze) annuncia la chiusura e licenzia immediatamente 422 operai/e: da quel momento i lavoratori e le lavoratrici decidono di occupare lo stabilimento. Nello stesso periodo, l’attore Nicola Borghesi e il regista Enrico Baraldi avevano deciso di mettere in scena Il Capitale di Marx perché «Dopo la fine del lockdown – raccontano – abbiamo sentito forte la necessità di metterci in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Così abbiamo deciso di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone e accadimenti».

Il Capitale, Kepler-452. Ph. Luca Del Pia

LA GROSSE FUGE DI MAGUY MARIN

Si conclude a dicembre il progetto Maguy Marin – La Passione dei Possibili, il lungo percorso dedicato all’artista francese, con, il 15, al Teatro Regio di Parma Umwelt, uno spettacolo del 2004 “di danza senza la danza” per raccontare la frenesia della vita. Seguirà, il 16, al Teatro Ariosto di Reggio Emilia per Reggio Parma Festival, l’anteprima nazionale di Die Grosse Fuge, la personale lettura di Marin dell’opera di Ludwig van Beethoven, considerata una pietra miliare del rapporto tra musica classica e danza contemporanea.

Realizzata nel 2001 per la C.ie Maguy Marin, viene riproposta nell’interpretazione di quattro danzatrici della MM Contemporary Dance Company, accompagnata dalla musica dal vivo eseguita dai solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, nella versione per quartetto d’archi.  Dall’incontro tra le quattro donne e la musica prende forma una complessità tra la crescente forza vitale dell’essere femminile e lo stato di entusiasmo e disperazione di questa partitura.

Completa la serata Duo d’Eden, brano poetico e intensocon due danzatori della MMCDC che interpretano un pezzo di rara bellezza, originale, creato nel 1986 da Marin per la sua compagnia. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, parrucca dai capelli lunghissimi per lei, avvinghiati l’un l’altro per tutta la durata del brano, con continue evoluzioni di lei sul corpo di lui. Un Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo non così tranquillo, sicuro e idilliaco.

UMWELT di Maguy Marin Ph Herve Deroo

TRILOGIA PER ANTONIO REZZA

Il teatro Vascello di Roma dedica ad Antonio Rezza e Flavia Mastrella una trilogia, proponendo tre suoi spettacoli di successo. Il primo, dal 12 al 17, è Amistade, una storia a due voci, quella di Fabrizio De André registrata durante i concerti e quella di Antonio Rezza live. Tutto si svolge nell’habitat materico – visuale di Mastrella potenziato da frammenti di videoproiezioni e video mapping. Insieme a Antonio Rezza in scena c’è Ivan Bellavista. La voce e il movimento si alternano, gli editti di Fabrizio De André, parole del passato, si uniscono alla voce di Rezza creando una vicenda in continuità con il nostro presente fatto di abusi e veicolazioni di massa straordinariamente efficaci.

Seguirà Fotofinish, la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo (dal 19 al 31 dicembre), e Hybris, con la porta che ha perso la stanza e il suo significato, che apre sul nulla e chiude sul nulla (dal 3 al 14 gennaio 2024).

REZZA MASTRELLA Fotofinish Ph Giulio Mazzi

ICARO DI DANIELE FINZI PASCA

Creata nel 1991 e da allora interpretata più di 800 volte, in diverse lingue e in tutto il mondo, Icaro, opera emblematica di Daniele Finzi Pasca (al LAC di Lugano, il 16 e 17 dicembre), ci conduce nella mente di un sognatore.

«In questo spettacolo volevo parlare di speranza dando vita ad un antieroe – racconta il regista -, fatto della stessa sostanza di ognuno di noi che spesso perdiamo e che solo a volte, per un attimo, riusciamo a vincere. Ci si perde come si scappa. Una fuga interiore ci rivela quello che siamo. La fuga è una strategia che permette di scavare dentro alla realtà per scoprire i segreti che le apparenze mascherano. …Uno spettacolo è a volte per un attore uno di quei luoghi dove può fuggire in se stesso. Sono storie che si raccontano per ritrovarsi ogni volta cambiati. Faccio teatro per far piovere negli occhi degli altri una sorta di massaggio umido per l’anima».

Nel 1994 Icaro riceve il Premio Florencio quale migliore spettacolo straniero in Uruguay, nel 2009 vince il Montréal English Critics Circle Award (MECCA) come migliore spettacolo straniero. In occasione dello spettacolo, sabato 16 dicembre alle ore 18:30 Finzi Pasca incontra il pubblico per raccontare l’origine e alcune curiosità di quella che è considerata la sua opera emblematica. Non mancheranno aneddoti sullo straordinario viaggio che la Compagnia Finzi Pasca ha compiuto negli ultimi quarant’anni. Posti limitati, prenotazione obbligatoria su luganolac.ch.

Icaro ph. Viviana Cangialosi

AMORI RUBATI

Un progetto culturale composito, una rassegna di teatro, di performance, di incontri, di informazione, di condivisione. Dal 2021, in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Effimera S.r.l ha promosso una settimana di incontri con alcune delle protagoniste di questa lotta, per raccontarla attraverso una diversità di forme e punti di vista.

Il primo tassello di Amori Rubati è stato posto nel 2013 attraverso la collaborazione artistica tra Federica Di Martino, attrice e cofondatrice di Effimera s.r.l e Dacia Maraini per l’ideazione e l’allestimento dello spettacolo Cronaca di un amore rubato, interpretato da Di Martino e tratto dal racconto Cronaca di una violenza di gruppo di Maraini. In scena altri quattro racconti della scrittrice, storie di violenza che si fanno voce e corpo, emblema, purtroppo, di un’infinità di fatti di cronaca di ogni giorno. Alla storia di Francesca, la vittima protagonista di Cronaca di un amore rubato, si aggiungono le storie di: Giorgia (tratta dal racconto Lo stupratore premuroso) a cura di Silvia Siravo; Angela (tratta da La notte della gelosia) interpretata da Federica Restani; Marina (tratta dal racconto Marina è caduta per le scale) a cura di Lorenza Sorino; infine Anna (tratta dal racconto Anna e il Moro) interpretata da Viola Graziosi.

Il 14,15,16 dicembre presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Amori rubati a cura di Lorenza Sorino Ph Andrea Calvano

L’AMORE DI PIPPO DELBONO

Dopo la lunga tournée in Italia e all’estero, dal 14 al 17 dicembre va in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna Amore, l’ultima opera di Pippo Delbono, regista, autore, attore di teatro e cinema di casa in ERT, che lo sostiene dagli esordi. Lo spettacolo è una grande coproduzione internazionale, che ha coinvolto personalità artistiche di diverse discipline, come il celebre chitarrista e compositore Pedro Jóia, il cantante di fado Miguel Ramos, la scrittrice, musicista angolana Aline Frazão, l’artista visiva portoghese Joana Villaverde e lo studioso Tiago Bartolomeu Costa.

Amore è una ricerca sull’emozione più potente, quel vero e proprio ingranaggio che nell’organismo umano seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, sentiamo, desideriamo. Uno stato dell’anima, attraversato in scena con l’energia coinvolgente di una musica che sa renderlo carnale: punto di partenza è il Portogallo con la sua cultura, le note sono quelle malinconiche del fado che da sempre materializzano la passione, insieme all’assenza, la distanza, la nostalgia. La parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono, è di autori di lingua portoghese – Carlos Drummond de Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Florbela Espanca – di Jacques Prévert e Rainer Maria Rilke.

Amore per il regista ligure è un altro tentativo di portare dentro al teatro la vita, nominando questa parola, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, sulle tracce del sentimento che ci definisce umani.

Amore ph Luca Del Pia

NAO PERFORMING FESTIVAL

Extravaganza – Extradanza è il titolo della XIV edizione (dal 15 al 17 dicembre alla Fabbrica del Vapore di Milano) promossa da DiDstudio con la direzione artistica di Claudio Prati e Maria Paola Zedda, una pluralità di linguaggi che intrecciano la danza con la musica, il cinema e la letteratura.

Un calendario declinato in quattro diversi percorsi tematici: la sezione di in-contri, lecture/talk, masterclass D_generazioni che coinvolgerà tra gli altri il coreografo Enzo Cosimi sul tema DIGITALEvsANALOGICO nella composizione coreografica e Carlo Infante esperto di performing media sul tema del Corpo esteso; la Piattaforma Giovani che propone interventi performativi estemporanei, studi e work in progress a cura di giovani e giovanissimi/e artisti/e che hanno svolto una residenza presso DiDstudio o hanno partecipato alle DANCE TAZ durante Vapore d’estate; le due serate di videoproiezioni con una selezione di opere di danza realizzate espressamente per e con i nuovi media, a cura di Simone Arcagni, Maria Paola Zedda e dell’Archivio INVIDEO; infine miniNAO la sezione dedicata alla generazione futura (4.0) con spettacoli e laboratori per bambini e ragazzi che si pongono l’obiettivo di sviluppare la capacità d’immaginazione e lo spirito critico. MiniNAO chiude la sua programmazione il 17 con #testadilegno di Ersilia Danza, spettacolo che tratta il tema del pregiudizio e del bullismo partendo dal rapporto tra Pinocchio con il gatto e la volpe, facendo interagire i performer con proiezioni multimediali.

Extravaganza-Extradanza

MICRODANZE A RAVENNA

Grazie alla collaborazione tra Fondazione RavennAntica e Ravenna Festival, alla Domus dei Tappeti di Pietra, dal 16 al 22 dicembre, il sito archeologico ravennate che conserva, fra gli altri, il rarissimo e prezioso mosaico che rappresenta le Stagioni danzare in cerchio, accoglie MicroDanze, brevissime performance danzate di sei-otto minuti, progetto di Aterballetto ideato da Gigi Cristoforetti, nato con l’intento di esplorare differenti modalità di fruizione della performance di danza, a favore di un continuum fra chi guarda e chi è guardato.

A firmare la coreografia A Gig, presentata alla Domus il 16 dicembre, è Diego Tortelli con, su un tappeto persiano, i danzatori Estelle Bovay e Leonardo Farina che diventano, suggerisce il coreografo, «Voce spezzata e strumenti glamour di seduzione».

Yes, Yes… (il 17, 19, 20 e 22 dicembre) vede in scena Vittoria Franchina ed Edoardo Brovardi, sulle musiche che Dean & Britta hanno composto per accompagnare una serie di screen test filmati nel 1960 da Andy Warhol. È infatti l’atmosfera della leggendaria Factory – lo spazio progressivo e libero dove Warhol favoriva incontri e collaborazioni fra artisti – ad aver ispirato il coreografo italiano.

Microdanze

MANDALA DANCE COMPANY

Lo spettacolo Crossover di Mandala Dance Company – concept, coreografia e regia di Paola Sorressa -, indaga la natura umana nell’incontro di energie e corpi metafore di popoli e culture. Ciascuno vive seguendo le proprie regole apparentemente immutabili che per bisogno di auto affermazione vorrebbe imporre agli altri, ma l’incontro con quelle altrui provoca situazioni di pressione. L’opportunità che ne deriva, se accolta, porta a comportamenti adattivi, di condivisione e ascolto per una serena convivenza nell’accettazione delle diversità/unicità viste come risorse da tutelare. Danzano Michelarcangela Radatti, Alessia Stocchi, Sara Zanetti, su musiche di Alva Noto, Dictaphone, Global Communication, Kangding Ray, Recondite, Ryoji Ikeda.

Lo spettacolo è in scena il 16 dicembre al Teatro Manini di Narni (TR), e il 17 al Teatro dell’Affratellamento di Firenze per K_Fest 2023.

Mandala Dance Company

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