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Fashion & Antiquity: a Roma, MNR, Sapienza e NABA, per un focus tra moda e cultura
Progetti e iniziative
Non solo varietà di stili, tendenza, gusto ornamentale: dal Rinascimento a oggi, la moda ha esercitato sull’uomo una grandissima influenza, acquisendo – nella società odierna dell’immagine – un ruolo di “seconda pelle”. Di disciplina polimorfica, sempre pronta a valicare i confini e a misurarsi con l’antico. È nato così il progetto FASHION & ANTIQUITY, promosso da MNR – Museo Nazionale Romano, Sapienza Università di Roma e NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, curato dal Direttore del MNR Stéphan Verger e Alessio de’Navasques, con il contributo di Colomba Leddi, Romana Andò e Palazzo delle Pietre. Un programma che sembra proseguire e ampliare idealmente il ciclo di dibattiti sulla moda tenutosi al Parco Archeologico del Colosseo tra il 2019 e il 2020 Ephimera, a cura di Sofia Gnoli.
Dal 27 novembre al 1 dicembre 2023, le tre sedi di Palazzo Altemps, Palazzo Massimo e Terme di Diocleziano, si sono animate attraverso workshop e incontri di storici, archeologi, antropologi, sociologi, curatori e scrittori, attivi in ambito nazionale e internazionale.
L’intento è stato quello di scandagliare il legame che corre tra il patrimonio culturale occidentale e il fashion design che tocca il nostro orizzonte. Gli esiti sono stati poi restituiti in forma di mostre e installazioni nelle giornate del 28 e 29 novembre presso le stesse sedi.
Dalle vesti di età greco-romana agli abiti decostruiti, dalla tessitura manuale ai macchinari computerizzati, dalla sartoria su misura ai capi prét-à-porter, fugacissima, sempre sul punto di diventare qualcos’altro, la moda si insinua in ogni aspetto dell’oggi e al pari delle altre arti «è sconfinamento da una materia all’altra, da una tecnica all’altra, da un’espressività all’altra», come scrive Germano Celant nel saggio Artmix (2021).
Una materia da indagare in profondità sulla scia degli studi di grandi studiosi e filosofi come Aby Warburg e Walter Benjamin che nella piega dell’abito hanno individuato linee di continuità spazio-temporali ed innesti concettuali sorprendenti.
Una tre giorni di Workshop al Museo Nazionale Romano
Nelle tre sedi del MNR, tra il 27 e il 29 novembre tre docenti nell’ambito della moda hanno offerto agli studenti della NABA e del Dipartimento SARAS – Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo della Sapienza Università di Roma, la possibilità di uno studio attivo sul campo delle collezioni. A Palazzo Altemps l’exhibition maker Judith Clark ha realizzato un focus sul panneggio e le peculiarità delle statue greco-romane della collezione Boncompagni Ludovisi. A seguire, il workshop sull’archivio di Palazzo Massimo condotto da Marco Pecorari, Ph.D. Program Director MA Fashion Studies, per una riflessione sulle pratiche istituzionali di interpretazione della scultura. Infine, alle Terme di Diocleziano, l’indagine sulle forme archetipiche del vestiario nella cultura mediterranea, tra tagli, materiali e lavorazioni, ad opera del fashion designer belga Jan-Jan Van Essche.
Fashion & Antiquity: il simposio alla Sapienza di Roma
Nell’Aula Odeion del Museo dell’Arte Classica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Sapienza Università di Roma, calata nell’onirica Gipsoteca, laddove echeggiano in stratificazione lectio sul mito e sulla letteratura latina, tra il 30 novembre e il 1 dicembre si sono avvicendati interventi interdisciplinari a proposito dei temi più diversi e affascinanti, in una coralità moltiforme di voci.
Temi dei dialoghi sono stati: Il senso simbolico e rituale della moda con un contributo del Direttore Stéphane Verger, Il corpo e l’identità di genere, l’Antico come immaginario, Una prospettiva interculturale, La piega e l’abito in movimento, la Sacralità della vestizione, Fashion Ramains e Nuove metodologie di studio della moda.
Il progetto FASHION & ANTIQUITY ha raccontato di tutto questo. Confrontando sculture millenarie e abiti contemporanei si è aperta una digressione vertiginosa fatta di silhouette, visioni, riletture, intrecci con la pittura rinascimentale e fiamminga, riflessioni sul senso del magico e del rituale, studi archeometrici sulla biografia dei tessuti e ricerche sull’innovazione e la tecnologica.
Non solo la moda è un’arte dunque, e un’arte squisitamente variegata e gravida di segreti rimandi culturali, ma è inconfutabilmente un’arte narrativa. A chiunque indossi un abito la moda sussurra qualcosa: «De te fabula narratur».