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IL TEMPO SENZA TEMPO
Il tempo e il suo scorrere inesorabile è uno degli aspetti con cui l’uomo si confronta quotidianamente. In arte il tempo si sgancia da ogni tentativo di misurazione per legarsi profondamente alla percezione che di esso ha la coscienza dell’uomo…
Comunicato stampa
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Il tempo e il suo scorrere inesorabile è uno degli aspetti con cui l’uomo si confronta quotidianamente. In arte il tempo si sgancia da ogni tentativo di misurazione per legarsi profondamente alla percezione che di esso ha la coscienza dell’uomo.
I sentimenti, le emozioni, le vibrazioni che animano il nostro esistere ci inducono a percepire il tempo come un susseguirsi di accelerazioni e di battute di arresto, di progressioni e regressioni, di dilatazioni e contrazioni. L'arte, in quanto manifestazione intrinseca ed estrinseca della vita, è immersa nel tempo, ne è pregna: una statua dislocata su un piedistallo, ieratica, ci ispira continuità ed eternità, mentre una fotografia sulla quale più fotogrammi si sovrappongono può suggerci il movimento nel tempo.
Sovvertendo quindi la visione convenzionale e antica di tempo come categoria esclusivamente ciclica o lineare, l’arte ha lasciato spazio a interpretazioni profondamente più libere e complesse, dove vissuto e percepito spesso si confondono.
Tali interpretazioni sono in parte nate anche dalla frustrazione esperita dagli artisti stessi, spesso impossibilitati a rappresentare il tempo, ma capaci di presentarne l’idea, il concetto, o piuttosto di sospenderlo, di portarsi e condurci in una dimensione atemporale.
Quando l’arte apre ad esempio freudianamente le porte dell’inconscio alla dimensione onirica, la categoria temporale si sfalda, a volte si deforma. Quando essa attinge invece alla storia, bacino inesauribile, ecco che la memoria rievoca un ricordo, elemento fondamentale nel processo creativo degli artisti, che può palesarsi volontariamente o come reminiscenza proustiana, ossia come istante rarefatto che riaffiora involontariamente nell’opera.
Volendo lambire poi alcune delle esperienze artistiche più prossime ai nostri tempi, gli Impressionisti provarono a rendere il tempo attraverso un susseguirsi di istantanee pittoriche volte a catturarne il rapporto cromatico luministico; il Cubismo ha interpretato il tempo come durata della percezione nella coscienza, giungendo alla presentazione della quarta dimensione, “il tempo”; Giorgio De Chirico ha fatto della sospensione spazio-temporale la sua cifra, le sue opere producono infatti un senso di profondo straniamento; nel Surrealismo poi, seguendo la teoria di Einstein, il tempo è relativo, esistendo un tempo della coscienza e un tempo della “subcoscienza”; ancora Roman Opalka con la serie “Détail”, a cui l’artista aggiunge un susseguirsi di autoscatti volti a rappresentare il ritrarsi giorno dopo giorno nel suo operare, cercando di catturare il trascorrere del tempo su di sé.
L’arte usa oggetti del quotidiano quando vuole ancorarsi pesantemente al proprio tempo, all’“adesso”, mentre recupera oggetti del passato, li rielabora o li decontestualizza per conferire loro nuova vita: gli oggetti divengono testimoni della possibilità della persistenza al trascorrere del tempo, il tempo della storia che dialoga con l’attualità.
Ma il tempo in arte è anche suggerito dal medium che l’artista sceglie di utilizzare. La pietra suggerisce eternità, il legno o la carta caducità, deperibilità, l’idea del tempo che “consuma”, così come il plexiglas può descriverne l’attraversamento.
Alcune delle molteplici sfaccettature del tempo sono dunque presentate in questa Mostra: ogni artista ha cercato di descrivere del tema uno dei tanti aspetti, attingendo all’interno di sé, del proprio vissuto o del proprio percepito o anche all’esterno di sé, guardando al mondo e a “questo tempo”; il tutto con grande sensibilità emotiva, disponibilità all’ascolto, ma anche desiderio di condivisone, oltre che con consolidata abilità tecnica.
Il comitato espositivo del Liceo di Brera Floriana Cinicolo Anna Maria Fazio Giancarlo Sammito
I sentimenti, le emozioni, le vibrazioni che animano il nostro esistere ci inducono a percepire il tempo come un susseguirsi di accelerazioni e di battute di arresto, di progressioni e regressioni, di dilatazioni e contrazioni. L'arte, in quanto manifestazione intrinseca ed estrinseca della vita, è immersa nel tempo, ne è pregna: una statua dislocata su un piedistallo, ieratica, ci ispira continuità ed eternità, mentre una fotografia sulla quale più fotogrammi si sovrappongono può suggerci il movimento nel tempo.
Sovvertendo quindi la visione convenzionale e antica di tempo come categoria esclusivamente ciclica o lineare, l’arte ha lasciato spazio a interpretazioni profondamente più libere e complesse, dove vissuto e percepito spesso si confondono.
Tali interpretazioni sono in parte nate anche dalla frustrazione esperita dagli artisti stessi, spesso impossibilitati a rappresentare il tempo, ma capaci di presentarne l’idea, il concetto, o piuttosto di sospenderlo, di portarsi e condurci in una dimensione atemporale.
Quando l’arte apre ad esempio freudianamente le porte dell’inconscio alla dimensione onirica, la categoria temporale si sfalda, a volte si deforma. Quando essa attinge invece alla storia, bacino inesauribile, ecco che la memoria rievoca un ricordo, elemento fondamentale nel processo creativo degli artisti, che può palesarsi volontariamente o come reminiscenza proustiana, ossia come istante rarefatto che riaffiora involontariamente nell’opera.
Volendo lambire poi alcune delle esperienze artistiche più prossime ai nostri tempi, gli Impressionisti provarono a rendere il tempo attraverso un susseguirsi di istantanee pittoriche volte a catturarne il rapporto cromatico luministico; il Cubismo ha interpretato il tempo come durata della percezione nella coscienza, giungendo alla presentazione della quarta dimensione, “il tempo”; Giorgio De Chirico ha fatto della sospensione spazio-temporale la sua cifra, le sue opere producono infatti un senso di profondo straniamento; nel Surrealismo poi, seguendo la teoria di Einstein, il tempo è relativo, esistendo un tempo della coscienza e un tempo della “subcoscienza”; ancora Roman Opalka con la serie “Détail”, a cui l’artista aggiunge un susseguirsi di autoscatti volti a rappresentare il ritrarsi giorno dopo giorno nel suo operare, cercando di catturare il trascorrere del tempo su di sé.
L’arte usa oggetti del quotidiano quando vuole ancorarsi pesantemente al proprio tempo, all’“adesso”, mentre recupera oggetti del passato, li rielabora o li decontestualizza per conferire loro nuova vita: gli oggetti divengono testimoni della possibilità della persistenza al trascorrere del tempo, il tempo della storia che dialoga con l’attualità.
Ma il tempo in arte è anche suggerito dal medium che l’artista sceglie di utilizzare. La pietra suggerisce eternità, il legno o la carta caducità, deperibilità, l’idea del tempo che “consuma”, così come il plexiglas può descriverne l’attraversamento.
Alcune delle molteplici sfaccettature del tempo sono dunque presentate in questa Mostra: ogni artista ha cercato di descrivere del tema uno dei tanti aspetti, attingendo all’interno di sé, del proprio vissuto o del proprio percepito o anche all’esterno di sé, guardando al mondo e a “questo tempo”; il tutto con grande sensibilità emotiva, disponibilità all’ascolto, ma anche desiderio di condivisone, oltre che con consolidata abilità tecnica.
Il comitato espositivo del Liceo di Brera Floriana Cinicolo Anna Maria Fazio Giancarlo Sammito
12
dicembre 2023
IL TEMPO SENZA TEMPO
Dal 12 dicembre al 15 gennaio 2023
arte contemporanea
Location
SPAZIO HAJECH – LICEO ARTISTICO DI BRERA
Milano, Via Camillo Hajech, 27, (Milano)
Milano, Via Camillo Hajech, 27, (Milano)
Orario di apertura
Dal Lunedì al venedi:
9 - 16
Vernissage
12 Dicembre 2023, Ore 18.00 entrata in via Marcona 55
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