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Carlo Gallerati / Angela Maria Piga: den Blauäugigen – a quelli con gli occhi azzurri
Il titolo si riferisce alla categoria usata da Mann in Tonio Kröger.per descrivere un mondo abitato dai socialmente adatti e adattati, definiti con ironia con la metafora di “quelli biondi con gli occhi azzurri”, in cui il protagonista si sente un apolide impermeabile al gruppo.
Comunicato stampa
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AOCF58 è lieta di presentare la doppia personale den Blauäugigen - a quelli con gli occhi azzurri, del fotografo Carlo Gallerati e della scultrice Angela Maria Piga.
Il punto di incontro fra i due artisti è il racconto di Thomas Mann Tonio Kröger, del 1903, da cui è tratto il titolo della mostra.
Nel racconto, Mann descrive la posizione dell'artista, suo malgrado estraneo all'habitat sociale, a cui questi risponde con l'unico strumento a sua disposizione, quello dell’osservazione estranea fuori dal gioco delle parti.
Il titolo si riferisce alla categoria usata da Mann per descrivere un mondo abitato dai socialmente adatti e adattati, definiti con ironia con la metafora di “quelli biondi con gli occhi azzurri”, in cui il protagonista si sente un apolide impermeabile al gruppo.
È a questi che lo scrittore dedica il suo omaggio finale: “Guardo in un mondo non ancora nato e indistinto, che chiede di essere ordinato e plasmato, vedo agitarsi ombre di figure umane che mi fanno segno di liberarle dall'incantesimo e di salvarle: figure tragiche e figure ridicole, e figure che sono l'una e l'altra cosa insieme – e per queste ultime provo un particolare amore. Ma il mio amore più profondo e più nascosto va ai biondi, a quelli dagli occhi azzurri, ai luminosamente vivi, ai felici, agli amabili e ordinari”.
La posizione dell'artista descritta da Mann può estendersi a tutti noi, spinti ad appartenere al gruppo pur continuando a sentirci fatalmente “altro”, appartenenza che oggi, nella società liquida, si trasforma in simbiosi bulimica con l'altro e con la realtà, in un corto circuito privo del concetto di alterità.
L'ispirazione del racconto ha dato luogo a diverse prospettive da parte dei due artisti.
Gallerati ha fotografato coppie di fratelli o sorelle con occhi di tonalità diverse: uno calda (tra il castano scuro e il nocciola chiaro) e l’altro fredda (tra l’azzurro e il celeste o grigio-verde), in un luogo che fosse per entrambi un genius loci comune.
La messa in posa impone una oggettività tipica del modus operandi del fotografo e genera una raccolta seriale di immagini composte – anche con minime indicazioni di testo nello spazio bianco di contorno – come se si trattasse di schedature in immaginari casellari anagrafici.
Individuo e retaggio familiare sono però rimessi in questione dalla differenza nei colori degli occhi, metafora della libertà da ogni discendenza, nell'artista ma non solo.
Piga presenta sculture in ceramica che cercano di evocare la (mancata) tragedia del sentirsi un uomo senza qualità, la penosa disfatta di ogni tentativo di distinguere fra l'essere partecipe o l'essere estraneo se non straniato.
Oltre alle sculture, create nel 2023, l'artista espone la nuova serie di volti su carta, Scanners (dal film omonimo del 1981 di David Kronenberg), un popolo diseredato non per vocazione ma per ineluttabilità, volti distorti dallo sguardo altrui, ma più ancora da quello dell'io su se stesso.
Il catalogo è corredato dai testi critici di Silvia Bordini e Simonetta Lux.
Carlo Gallerati (Roma, 1968)
Si occupa di fotografia dal 1985 come autore, curatore, critico, lettore e docente. Dal 2006 gestisce a Roma la Galleria Gallerati. Ispirato a una personale teoria di ripresa e di elaborazione delle immagini che definisce ‘Oggettivismo istantaneo’, considera i vari aspetti dell’attività che svolge – e la stessa conduzione della galleria – come parti di una complessiva operazione artistica.
Angela Maria Piga (Roma, 1968)
Laureata in Letteratura francese all'Università La Sapienza, ha lavorato in una galleria d'arte di Roma per quindici anni, quindi come autrice e conduttrice di programmi radio per Rai International. Dal 2009 è giornalista. Ha scritto di arte, architettura e cinema per stampa italiana e straniera. Ha pubblicato un romanzo e una raccolta di poesie. Nel 2017, vivendo a Düsseldorf, è diventata scultrice
Il punto di incontro fra i due artisti è il racconto di Thomas Mann Tonio Kröger, del 1903, da cui è tratto il titolo della mostra.
Nel racconto, Mann descrive la posizione dell'artista, suo malgrado estraneo all'habitat sociale, a cui questi risponde con l'unico strumento a sua disposizione, quello dell’osservazione estranea fuori dal gioco delle parti.
Il titolo si riferisce alla categoria usata da Mann per descrivere un mondo abitato dai socialmente adatti e adattati, definiti con ironia con la metafora di “quelli biondi con gli occhi azzurri”, in cui il protagonista si sente un apolide impermeabile al gruppo.
È a questi che lo scrittore dedica il suo omaggio finale: “Guardo in un mondo non ancora nato e indistinto, che chiede di essere ordinato e plasmato, vedo agitarsi ombre di figure umane che mi fanno segno di liberarle dall'incantesimo e di salvarle: figure tragiche e figure ridicole, e figure che sono l'una e l'altra cosa insieme – e per queste ultime provo un particolare amore. Ma il mio amore più profondo e più nascosto va ai biondi, a quelli dagli occhi azzurri, ai luminosamente vivi, ai felici, agli amabili e ordinari”.
La posizione dell'artista descritta da Mann può estendersi a tutti noi, spinti ad appartenere al gruppo pur continuando a sentirci fatalmente “altro”, appartenenza che oggi, nella società liquida, si trasforma in simbiosi bulimica con l'altro e con la realtà, in un corto circuito privo del concetto di alterità.
L'ispirazione del racconto ha dato luogo a diverse prospettive da parte dei due artisti.
Gallerati ha fotografato coppie di fratelli o sorelle con occhi di tonalità diverse: uno calda (tra il castano scuro e il nocciola chiaro) e l’altro fredda (tra l’azzurro e il celeste o grigio-verde), in un luogo che fosse per entrambi un genius loci comune.
La messa in posa impone una oggettività tipica del modus operandi del fotografo e genera una raccolta seriale di immagini composte – anche con minime indicazioni di testo nello spazio bianco di contorno – come se si trattasse di schedature in immaginari casellari anagrafici.
Individuo e retaggio familiare sono però rimessi in questione dalla differenza nei colori degli occhi, metafora della libertà da ogni discendenza, nell'artista ma non solo.
Piga presenta sculture in ceramica che cercano di evocare la (mancata) tragedia del sentirsi un uomo senza qualità, la penosa disfatta di ogni tentativo di distinguere fra l'essere partecipe o l'essere estraneo se non straniato.
Oltre alle sculture, create nel 2023, l'artista espone la nuova serie di volti su carta, Scanners (dal film omonimo del 1981 di David Kronenberg), un popolo diseredato non per vocazione ma per ineluttabilità, volti distorti dallo sguardo altrui, ma più ancora da quello dell'io su se stesso.
Il catalogo è corredato dai testi critici di Silvia Bordini e Simonetta Lux.
Carlo Gallerati (Roma, 1968)
Si occupa di fotografia dal 1985 come autore, curatore, critico, lettore e docente. Dal 2006 gestisce a Roma la Galleria Gallerati. Ispirato a una personale teoria di ripresa e di elaborazione delle immagini che definisce ‘Oggettivismo istantaneo’, considera i vari aspetti dell’attività che svolge – e la stessa conduzione della galleria – come parti di una complessiva operazione artistica.
Angela Maria Piga (Roma, 1968)
Laureata in Letteratura francese all'Università La Sapienza, ha lavorato in una galleria d'arte di Roma per quindici anni, quindi come autrice e conduttrice di programmi radio per Rai International. Dal 2009 è giornalista. Ha scritto di arte, architettura e cinema per stampa italiana e straniera. Ha pubblicato un romanzo e una raccolta di poesie. Nel 2017, vivendo a Düsseldorf, è diventata scultrice
11
gennaio 2024
Carlo Gallerati / Angela Maria Piga: den Blauäugigen – a quelli con gli occhi azzurri
Dall'undici al 26 gennaio 2024
altro
Location
AOCF58 – Galleria Bruno Lisi
Roma, Via Flaminia, 58, (RM)
Roma, Via Flaminia, 58, (RM)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30
Vernissage
11 Gennaio 2024, ore 18,30
Autore
Autore testo critico