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Biennale Venezia 2024, gli occhi di Matthew Attard per il Padiglione Malta
Arte contemporanea
di redazione
Malta sulla cresta dell’onda del contemporaneo, letteralmente: in attesa della prima edizione della Biennale d’arte dell’isola, che desta molta curiosità nel settore, sarà diretta dall’italiana Sofia Baldi Pighi e si svolgerà nella primavera del 2024, ecco che si scoprono le carte per l’altra Biennale – quella per eccellenza, non ce ne vogliano gli Ospitalieri. A rappresentare Malta a Venezia, sarà dunque Matthew Attard, per la prima volta un artista originario dell’isola. Intitolato I WILL FOLLOW THE SHIP, il progetto sarà curato dall’italoamericana Sara Dolfi Agostini e dalla maltese Elyse Tonna, project Manager Maria Galea e Galleria Michela Rizzo.
La 60ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia segnerà la quarta partecipazione di Malta con un proprio Padiglione Nazionale, con la prima comparsa nel 2017. A organizzare il progetto, Arts Council Malta, istituzione governativa sotto il patrocinio del Ministero per il Patrimonio Nazionale e le Arti.
I WILL FOLLOW THE SHIP: il progetto di Attard per la Biennale di Venezia 2024
«Questa sarà la prima volta che il padiglione nazionale di Malta alla Biennale di Venezia sarà affidato a un solo artista maltese. Matthew Attard, che sarà anche l’artista più giovane ad aver rappresentato Malta fino a oggi, presenterà un progetto incentrato sulla convergenza tra storia e futuro», ha dichiarato Owen Bonnici, Ministro per il Patrimonio Nazionale.
«È un onore poter rappresentare il mio Paese alla Biennale di Venezia 2024 e sviluppare questo progetto insieme a un fantastico team curatoriale. È anche un privilegio poter ideare un progetto che parte da umili disegni di significato culturale, attraverso mezzi tecnologici, su una piattaforma così internazionale», ha aggiunto Matthew Attard.
Negli spazi del Padiglione Malta all’Arsenale, nell’edificio delle Artiglierie, I WILL FOLLOW THE SHIP incrocerà dunque disegno, patrimonio culturale e tecnologia digitale, a partire dalle ultime esplorazioni di Attard sull’intelligenza artificiale. A questo background, si unisce il suo interesse per le immagini storiche dei graffiti delle navi come ex voto, «Iconografie vernacolari che parlano di antichi racconti locali di fede e salvezza in tutto il Mediterraneo». Visibili sulle facciate delle cappelle di tutta Malta, si pensa che i graffiti delle navi siano stati realizzati dai marittimi non solo a causa della rilevanza religiosa di questi edifici ma anche per l’immunità politica che potevano garantire. Questi graffiti marittimi risuonano in molte culture in cui il rapporto con il mare è stato – ed è tuttora – cruciale.
«In un’epoca di cambiamenti climatici, di innalzamento del livello del mare e di interrogativi sul posto delle persone in un mondo ipertecnologico, questi umili segni di speranza assumono un nuovo significato simbolico all’interno della coscienza umana». Nell’ambito di I WILL FOLLOW THE SHIP, il Padiglione Malta alla Biennale Arte 2024 si proporrà come una piattaforma per discutere della nozione di autorialità nell’arte e dello statuto dell’immagine.
Matthew Attard, la biografia
Classe 1987, Matthew Attard ha conseguito il master di ricerca all’interno del Dipartimento di Studi sull’Arte Digitale di Malta, dove ha avuto modo di approfondire l’utilizzo di uno strumento denominato eye tracker, un dispositivo per misurare la posizione e il movimento degli occhi, largamente impiegato nella ricerca dell’artista maltese. Nel 2009 si è trasferito a Venezia dove ha lavorato presso la Peggy Guggenheim Collection e alla Galleria Michela Rizzo. Due anni dopo ha vinto il bando per una residenza artistica a Forte Marghera.
Tra il 2012 e il 2014 ha avuto la possibilità di esporre le sue opere a Venezia, Londra, Pechino, Los Angeles, Bruxelles, Bergamo. Nel 2017 è stato selezionato per la terza edizione della Biennale Le latitudini dell’Arte che ha avuto luogo a Palazzo Ducale a Genova ed è stata curata da Virginia Mastroverde. Nel 2018 si è aggiudicato il premio Euromobil dedicato ai giovani under 30, nell’ambito di Arte Fiera Bologna.
Nel 2019 è ritornato a Los Angeles prendendo parte, per la terza volta, alla mostra Ten Artists to watch al LACMA – Los Angeles Centre for Digital Arts. Nello stesso anno ha partecipato, presso la Galleria Michela Rizzo, alla collettiva Soglie e Limiti, curata da Elena Forin, è stato invitato a prendere parte alla Contemporary Istanbul Art Fair e ha partecipato a Artissima telephone, un progetto curato da Ilaria Bonacossa negli spazi OGR a Torino, in concomitanza con la fiera di arte contemporanea. Tra il 2019 e il 2020, in relazione al suo studio del disegno tramite eye drawing, ha presentato la mostra Dinamogrammi – Corpo_Mente_Immaginario_Ideologia_Desiderio, alla Galleria Michela Rizzo.