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Il processo creativo della videoarte, in mostra alla Fondazione Ragghianti di Lucca
Mostre
Quanto è ferma l’immagine sulla carta? Quanto è davvero mobile quella sui dispositivi? Fino al 7 gennaio 2024, in Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti – ETS, Pensiero video. Disegno e arti elettroniche, è aperta al pubblico una mostra a Lucca, curata da Andreina Di Brino, sull’importanza del disegno nel processo creativo e sulle sue relazioni con le arti elettroniche.
Negli spazi del complesso monumentale di San Micheletto a Lucca, Fondazione Ragghianti presenta uno scenario plurideclinato, ricco e articolato per quanto riguarda le opere esposte in Pensiero video. Dagli schizzi e dai disegni, ai modelli su carta e su supporti digitali, la mostra rivela come la pratica del disegno sia pietra angolare per una moltitudine di opere che si formalizzano su diversi supporti, anche effimeri, tra i quali video-installazioni e video-ambienti. La mostra, di carattere quasi storico, presenta un gran numero di opere di artisti, nazionali e internazionali, che coprono un arco di tempo che va dalla fine degli anni Quaranta del ‘900 ai giorni nostri. Sono visibili opere di Lucio Fontana, Hans Namuth – Paul Falkenberg – Jackson Pollock, Mario Schifano, Wolf Vostell, Gianni Toti, Fabrizio Plessi, Studio Azzurro, Bill Viola, William Kentridge, Grazia Toderi, Giacomo Verde, Michele Sambin, Nalini Malani, Quayola e Nam June Paik, un corollario di identità che, seppur affrontando diversi temi distanti per tempi, aree geografiche e formazione, mostrano il potere dinamizzante del segno grafico.
Lo spazio si apre con Jackson Pollock 51 (1951), un film di Hans Namuth e Paul Falkenberg che mostra un ribaltamento del supporto artistico. Sebbene Pollock non abbia mai lavorato nell’ambito della sperimentazione elettronica, nell’opera è possibile vedere l’azione del dripping da un punto di vista diverso, ribaltato. In una delle sequenze più significative del video, il vetro, su cui è svolta l’azione del dripping, si fa schermo e l’osservatore diventa esso stesso quel dispositivo. Intrappolati dentro quello schermo, si rimane ad osservare una sedimentazione di trame e segni che progressivamente, strato su strato, oscurano interamente l’immagine. Successivamente si passa ai disegni di Lucio Fontana, un concetto spaziale del 1945 realizzato su carta con una penna a sfera. Un’imponente figura spiraliforme, probabilmente disegnata senza staccare la penna, suggerisce, secondo la curatrice, un segno grafico che rappresenta un’immagine che cammina, un’immagine che viaggia dentro un tubo catodico.
Percorrendo lo spazio, è possibile vedere il dietro le quinte di quelle opere, una serie di disegni preparatori, studi di movimento e composizione, disegni manifesto e modelli stilizzati. Tali disegni si incontrano, si scontrano, si mischiano e sperimentano visioni e pensieri. Si entra così in una sorta di archivio del tempo, nel quale il disegno, seppure immobile, mostra quelle cancellature, quelle correzioni, quegli appunti che generano immagini in movimento.
È possibile pensare un video senza soffermarsi sui singoli frame? Ecco allora che si espongono: In diretta dalla luna di Mario Schifano, che blocca i paesaggi video e li cattura in foto; o Il tempo consuma di Michele Sambin (1978-79) che seduto, tra una camera e un monitor, oscilla col busto e ripete ad intervalli regolari la frase “Il tempo consuma le immagini, il tempo consuma i suoni”. Qui si mostra la circolarità del video-loop, che attraverso sovrapposizioni fa sì che immagini e suoni gradualmente perdano la propria forma iniziale.
Conclude la mostra Nalini Malani con Ballad of a Woman (2023), un’opera video che esplora la ciclicità della violenza. Riflette sulle ripercussioni devastanti delle guerre, degli estremismi, sullo sfruttamento delle persone e dei diritti delle donne. Diviene un’opera politica e contemporanea che, tramite il segno grafico che prende forma, esprime un feroce analfabetismo emotivo e una cecità culturale estremamente problematica. Il pensiero diventa disegno e il disegno diventa video. La Fondazione Ragghianti dedica questa mostra, Pensiero video, alle arti elettroniche e indaga una dualità, formale e progettuale, che inizia con il disegno, prosegue con l’evoluzione dei media ed esplora le pratiche politiche e di ricerca di ogni singolo artista esposto in mostra.