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Biennale di Venezia: dietrofront per la Polonia, che cambia il progetto del suo Padiglione
Arte contemporanea
di redazione
Non è stato certo un percorso facile, quello intrapreso finora dai Padiglioni nazionali per la 60ma edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Già scrivevamo, per esempio, delle turbolenze del Cile e dei progetti per una rappresentanza palestinese, oltre che del caos relativo alla nomina di Luca Cerizza e Massimo Bartolini per l’Italia. E adesso, la notizia è che il Ministero della Cultura della Polonia ha deciso di cambiare le carte in tavola. A ottobre era stato presentato il progetto di Ignacy Czwartos, che aveva programmato di esporre una serie di opere dal controverso significato politico, mostrando il proprio Paese come storicamente oppresso dalla Germania e dalla Russia. Ma ormai a pochi mesi dall’apertura, che si terrà ad aprile 2024, e dopo aver incassato una pioggia di critiche, il nuovo annuncio: la Polonia sarà ora rappresentata da Open Group, un collettivo formato da Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga. La decisione è stata presa dopo «Aver analizzato le procedure di concorso per la progettazione della mostra nell’ambito della 60ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 2024 e dopo aver preso atto delle opinioni e delle voci della comunità».
Biennale Venezia 2024, il controverso progetto del Padiglione Polonia
Intitolato Polish Exercises in the Tragedy of the World: Between Germany and Russia, e curato da Piotr Bernatowicz e Dariusz Karłowicz con la partecipazione di Ignacy Trzecios, il padiglione di Czwartos avrebbe dovuto includere più di 35 opere. In una di queste, sono rappresentati l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro russo Vladimir Putin vicino a una croce di Sant’Andrea fiammeggiante e simile a una svastica. Sulla parete di fronte all’ingresso del padiglione sarebbero state esposte sette tele raffiguranti i cosiddetti “soldati maledetti” della Polonia, combattenti della resistenza polacca anticomunista nelle ultime fasi della Seconda guerra mondiale che il PiS – Prawo i Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia, il partito politico di estrema destra al governo, ha tentato di riabilitare dalle accuse di crimini di guerra.
Ma le elezioni, svoltesi poco prima dell’annuncio, erano andate a favore dell’opposizione, di matrice liberale ed europeista e guidata dall’ex capo dell’Unione europea Donald Tusk. Il PiS di Jarosław Kaczyński è rimasto il primo partito del Paese con il 35,3 % dei voti ma senza più la garanzia della maggioranza dei seggi in Parlamento. E non è chiaro se sarà ancora al potere quando il Padiglione della Polonia aprirà ad aprile 2024, quando, d’altra parte, a presiedere la Biennale di Venezia ci sarà Pietrangelo Buttafuoco, giornalista strettamente legato alla destra italiana, nominato per succedere a Roberto Cicutto.
In Polonia, il progetto era stato accolto in maniera contrastante. Criticato da molti osservatori in quanto manifesto antieuropeista e riecheggiante la politica nazionalista-populista del PiS, era stato definito da Karolina Plinta, della rivista d’arte polacca Szum, come «Un mix eclettico di tutto ciò che soddisfa l’immaginazione conservatrice». D’altra parte, la scelta di Czwartos non era stata unanime. Tre membri della giuria – Joanna Warsza, co-curatrice del padiglione polacco del 2022 – con un bellissimo progetto dell’artista di origini Rom Małgorzata Mirga-Tas -, Karolina Ziębińska Lewandowska, direttrice del Museo di Varsavia, e la critica e curatrice Jagna Domżalska – si erano ufficialmente dissociati dalla nomina, sottolineando che la mostra dell’artista, classe 1966, si sarebbe scontrata con il tema ufficiale della Biennale, scelto dal curatore Adriano Pedrosa e sintetizzato nel titolo Foreigners Everywhere, una celebrazione della migrazione e della non appartenenza.
Il lavoro di Open Group, veterani di Venezia
«In conformità con il regolamento, il progetto Repeat after me, presentato dalla curatrice Marta Czyż con la partecipazione di Open Group (Yuriy Biley, Pavlo Kovach, Anton Varga) è stato scelto per l’implementazione», scrivono in uno scarno comunicato dal Ministero della Cultura. L’istituzione incaricata dell’organizzazione della mostra sarà ancora la Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte di Varsavia, museo d’arte contemporanea che aveva recentemente esposto le opere di Czwartos.
Il lavoro di Open Group si basa sulla ricerca dell’interazione e della comunicazione tra persone, artisti, contesti e spazi. La loro pratica si fonda sul concetto di opera collettiva. Nel 2015, Open Group ha vinto il Future Generation Art Prize assegnato dal PinchukArtCentre di Kiev. Le loro opere sono state esposte al Padiglione Ucraina alla 56ma Biennale di Venezia e nel 2017 il lavoro del gruppo è stato presentato tra i progetti collaterali della 57ma Biennale di Venezia. Nel 2019 hanno curato il Padiglione Nazionale dell’Ucraina alla 58a Biennale di Venezia. Dettagli sul progetto per il Padiglione della Polonia del 2024 non sono stati ancora comunicati.