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fino al 30.IV.2005 Eleganze venete. Le vesti del potere Venezia, Palazzo Mocenigo
venezia
Storia e fasto della Repubblica Serenissima. In cui i magistrati contavano in base al colore della veste e le signore, oltre ad amare le perle, camminavano in piazza San Marco su scarpine alte 50 centimetri. Con gran scorno delle leggi suntuarie…
Diceva Peggy Guggehneim che a Venezia si può indossare quasi tutto senza essere ridicoli.
Il percorso di questa mostra si snoda così tra abiti storici, magnificenze ed esibizione del potere nella Venezia del passato, in quello che gli storici del costume chiamano sciupìo vistoso, cioè la manifesta abbondanza di tessuti e ricchezze con cui i nobili e i potenti dichiaravano il loro status sociale.
Dalle stoffe in velluto altobasso o allucciolato, il cui porpora denso e sanguigno era un vanto dei tessitori della Repubblica, alla gamma dei colori delle toghe dei vari magistrati, alle altissime calzature dette calcagnini indossate da dame e cortigiane che sfidavano le severe leggi suntuarie della città: il tema dell’esposizione è l’eleganza e la manifestazione del lusso, quale strumento di affermazione di sé in un contesto storico e politico particolarissimo quale fu la Serenissima.
Segni esteriori del potere potevano così essere il corno dogale, una sorta di preziosissimo berretto frigio indossato solo dal capo di stato sotto cui era posto il camauro, una cuffietta di batista di lino (quello in mostra è appartenuto all’ultimo doge, Ludovico Manin), o le stole di velluto portate sulle tonache dai senatori, o le vesti pesanti dai motivi decorativi a forma di fiore di cardo. E ancora, le calzabrache che ritornano nei dipinti di Vittore Carpaccio o nelle processioni in piazza San Marco di Gentile Bellini, o merletti impalpabili e delicatissimi che venivano venduti al peso dell’oro, come quelli a rosetta, ai quali erano impiegate e segregate -per volere di stato!- intere generazioni di donne nelle isole intorno a Venezia e nei conventi.
Oltre a incisioni cinquecentesche che documentano il fasto e il significato dei costumi dogali, paliotti, piviali, tessuti sontuosi, di proprietà del museo sono anche una serie di abiti settecenteschi che ricreano l’atmosfera dei dipinti di Pietro Longhi. Dalle vesti femminili di raffinata leggiadria, esemplari dei famosi andrienne venuti di moda dalla Francia, alla marsina e camiciola del conte Mocenigo, alle borsine ricamate, scarpini da ballo o calzature maschili con fibbie fino ai rivoluzionari abiti da bambino a tutina. Così come prevedevano i dettami settecenteschi dopo le teorizzazioni di Rousseau sulla naturalezza.
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stefania portinari
Eleganze venete, Le vesti del potere
A cura di Doretta Davanzo Poli e Paola Chiapperino
Museo di Palazzo Mocenigo, Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume
Salizada San Stae, Santa Croce 1992, Venezia,
Organizzato da Musei Civici Veneziani; Comune di Venezia, Assessorato alla Cultura
orario di apertura dal 1.XI al 31.III. 10.00/16.00; dal 1.IV al 31.X. 10.00/17.00, chiusura biglietteria mezz’ora prima – chiuso lunedì
biglietto d’ingresso del museo € 4,00 intero – € 2,50 ridotto – gratuito bambini 0-5 anni, residenti Comune di Venezia, portatori di handicap
laboratori didattici rivolti alle scuole elementari e medie inferiori realizzati dall’Ufficio Attività Educative dei Musei Civici Veneziani
info tel. 041.721798 – www.museiciviciveneziani.it
per arrivare: dalla ferrovia Venezia_Santa Lucia, vaporetto n.1 fermata San Stae
[exibart]