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Orsi: alla Galleria dell’Incisione di Brescia, una mostra sull’amore per gli animali
Mostre
Orsi: una mostra “spiazzante”, delicata ed elegante, sul filo dell’amore della gallerista – e della Galleria dell’Incisione, a Brescia – per il tema degli animali, compagni di vita e soggetti nell’arte. Non ci sono infatti “ismi” da evocare per catalogare le opere così esposte, perché la sensazione è di essere coinvolti nel gioco, nella libertà di un processo, non di ritorno all’infanzia ma di scioglimento dai preconcetti attraverso l’infanzia che si porta sempre nel cuore.
E qui giocano il loro ruolo le opere nella sala al primo piano, degli artisti storici della galleria dal ‘900 a oggi, con figure che sembrano essere sempre aleggiate nei nostri pensieri: orsi che giocano, vivono e si (ci) guardano, in disegni, grafiche, dipinti di Giorgio Maria Griffa, Max Klinger, Franco Matticchio, Richard Muller, Bruno Munari, Guido Scarabottolo, Elena Tognoli, Pia Valentinis; di grande qualità, o meglio, come direbbe il bambino inquilino della nostra testa, molto belle.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/01/buzzati_orsi-in-sicilia-orso-babbone.jpg)
Il cuore della mostra si svolge nelle sale al piano terra dove il contatto visivo con il giardino fa da sfondo al tema della natura dell’evento. È il racconto di due genesi: quella che portò Dino Buzzati al racconto de La famosa invasione degli orsi in Sicilia e quella dell’omonimo film di animazione di Lorenzo Mattotti. Sono i disegni a pastello “parlanti” con cui Buzzati sviluppa la favola, che prima aveva narrato a voce ai nipoti, dove scrive di pugno i testi, come didascalie, sotto alle scene animate da orsi, animali, uomini, colti nell’azione in paesaggi “metafisici” e fantastici.
Il tratto quasi geometrico dei personaggi disegnati da Buzzati prende volume nei disegni preparatori di Mattotti, pronti a muoversi poi nel film. Le figure degli orsi nascono qui come bozzetti di sculture, con tratti immediati e poi con l’aggiunta di giochi d’ombra, che parlano dello sviluppo verso l’animazione; le ombre studiano l’autorevolezza del protagonista orso, ma subito dopo lui…balla, assieme ai compagni, anzi ai fratelli. I disegni delle danze della comunità degli orsi diventano poi il leitmotiv del film, che è visibile in galleria su computer, ma che è proprio il caso di vedere per intero, essendo rintracciabile ad esempio su una piattaforma TV.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/01/mattotti_leonzio-02xx3_4-front-131017-matita-e-pastello-a4-1500_big.jpg)
È una favola non volta a reprimere e spaventare il bambino che alberga in noi (come nei fratelli Grimm) ma a farlo vivere, parlando di tolleranza, libertà, condivisione, pace e, diciamolo pure, di bontà. Il lavoro di Mattotti, già nei disegni preparatori, è fedele seguace dei contenuti etici e al tempo stesso ironici di Buzzati: orsi che scendono fra gli uomini, ne vengono contaminati in termini di difetti e cupidigia ma ristabiliscono l’ordine “naturale” e solidale, redimendo sé stessi e gli uomini per tornare alle loro montagne, in paesaggi dai colori saturi modellati nell’aria dal volume delle ombre e dalla grafica immaginifica. Lavori “garbatamente geniali”, che richiamano e trasmettono la libertà intellettuale degli artisti nell’invitare ad una ricerca di valore e sentimento.
A cura di Chiara Padova e Lorenzo Viganò, la mostra Orsi sarà visitabile alla Galleria dell’Incisione di Brescia fino all’11 febbraio 2024.