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Rodrigo Blanco – Tra aria e acqua
Le campiture di Rodrigo Blanco, in piena evoluzione con il lavoro che si sta delineando negli ultimi anni, prendono il sopravvento sugli elementi linguistici. Nelle distese uniformi si delinea una sorta di deserto nel quale l’essere pare esodato, a dispetto della tela e dell’artista stesso.
Comunicato stampa
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Le campiture di Rodrigo Blanco, in piena e leggibile evoluzione con il lavoro che si sta
delineando negli ultimi anni, prendono il sopravvento sugli elementi linguistici. Nelle
distese uniformi si delinea una sorta di deserto nel quale l'essere pare esodato, a
dispetto della tela, dei curatori, del pubblico, dell'artista stesso. Egli governa ma cede
come a perdersi nel soggetto che origina nel quadro, ovvero nel luogo che lo ospita quasi
di scorcio. Allora più che esodo è esondazione, è l'idea di moltiplicarsi attraverso le
pareti, è affresco potenziale. I quadri mettono in mostra la magniloquenza della
campitura, con il contrappunto di radi alfabeti pittorici che tracciano le linee di una sorta
di elemento pompeiano perenne. Ma come a recuperare il senso della presenza
dell’artista-autore che forma il mondo ed in esso agisce anche come entità politica,
Rodrigo Blanco lascia dialetticamente spazio al disegno a carboncino nell’atto di fissare
alcuni istanti nello spazio antropomorfo. L’origine della presenza disegnata prende
momentaneamente il sopravvento su tutte le superfici, su tutte le presenze di vibrazione
pura.
La questione dell’istante è centrale. E anche il suo realizzarsi attraverso l’occupazione del
“suolo” della superficie pittorica.
La superficie è l’agognata meta di ogni essere umano. Si conosce la superficie del corpo
e si lotta per rimanere vivi su quella del mondo. Il lavorio di essere, di esistere, di non
scomparire è perciò il grido e il canto di ciascuno. La superficie è il campo della presenza
e del desiderio. La linea sottile di demarcazione tra il sublime e l’infernale. Si dice crosta
per la pelle ispessita e per il quadro sbagliato, per i muri fatiscenti e per la lamiera che
arrugginisce, ma al di là del disprezzo verso tutto ciò che non è liscio, è la crosta
terrestre il nostro unico campo d’azione. È attraverso di essa che il nostro mondo entra
nella sfera del possibile. È semplicemente il qui ed ora di ciò che prima era magmatico e
inafferrabile.
Fabio Vito Lacertosa
delineando negli ultimi anni, prendono il sopravvento sugli elementi linguistici. Nelle
distese uniformi si delinea una sorta di deserto nel quale l'essere pare esodato, a
dispetto della tela, dei curatori, del pubblico, dell'artista stesso. Egli governa ma cede
come a perdersi nel soggetto che origina nel quadro, ovvero nel luogo che lo ospita quasi
di scorcio. Allora più che esodo è esondazione, è l'idea di moltiplicarsi attraverso le
pareti, è affresco potenziale. I quadri mettono in mostra la magniloquenza della
campitura, con il contrappunto di radi alfabeti pittorici che tracciano le linee di una sorta
di elemento pompeiano perenne. Ma come a recuperare il senso della presenza
dell’artista-autore che forma il mondo ed in esso agisce anche come entità politica,
Rodrigo Blanco lascia dialetticamente spazio al disegno a carboncino nell’atto di fissare
alcuni istanti nello spazio antropomorfo. L’origine della presenza disegnata prende
momentaneamente il sopravvento su tutte le superfici, su tutte le presenze di vibrazione
pura.
La questione dell’istante è centrale. E anche il suo realizzarsi attraverso l’occupazione del
“suolo” della superficie pittorica.
La superficie è l’agognata meta di ogni essere umano. Si conosce la superficie del corpo
e si lotta per rimanere vivi su quella del mondo. Il lavorio di essere, di esistere, di non
scomparire è perciò il grido e il canto di ciascuno. La superficie è il campo della presenza
e del desiderio. La linea sottile di demarcazione tra il sublime e l’infernale. Si dice crosta
per la pelle ispessita e per il quadro sbagliato, per i muri fatiscenti e per la lamiera che
arrugginisce, ma al di là del disprezzo verso tutto ciò che non è liscio, è la crosta
terrestre il nostro unico campo d’azione. È attraverso di essa che il nostro mondo entra
nella sfera del possibile. È semplicemente il qui ed ora di ciò che prima era magmatico e
inafferrabile.
Fabio Vito Lacertosa
30
gennaio 2024
Rodrigo Blanco – Tra aria e acqua
Dal 30 gennaio al 06 aprile 2024
arte contemporanea
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15:30 - 19:30
Vernissage
30 Gennaio 2024, Ore 18:00
Sito web
Autore
Autore testo critico