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Andy Parker – CAIGO Venetian Fog
Andy Parker sorprende Venezia avvolta nel suo ‘caigo’, in bianco e nero. Si svela in ogni immagine un rapporto telescopico gli archivi di un secolo e mezzo di fotografia a Venezia. La mostra è accompagnata dal progetto audio-visivo di Justine Rapaccioli ed Edesse Ensemble, Nights in White Satin.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CAIGO Venetian Fog
Mostra fotografica di Andy Parker
Con un progetto audiovisivo di Justine Rapaccioli ed Edesse Ensemble – Nights in White Satin
A cura di Irina Baldescu
Kunst Depot Venezia
Cannaregio 5415, Rio terà dei Biri,
30121 VENEZIA
Vernissage: Sabato10 febbraio 2024, ore 17.00
Apertura: da domenica 11/02 a venerdì 23/02, ore 10-12.30; 14.30 - 17.30
Chiuso: giovedì 15/02, mercoledì 21/02
Gratuito - entrata libera
Info: Instagram @monochrome.venice | @kunst.depot.venezia | www.monochromevenice.com
e-mail venezia.kunstdepot (@) gmail.com
Kunst Depot propone un nuovo appuntamento con la fotografia contemporanea: la mostra di Andy Parker 'CAIGO Venetian Fog' rende ancora una volta omaggio all'anima di Venezia, in un secondo episodio, dopo 'Subconscio Veneziano', mostra fotografica di Jodi Bassi Markoff, a cura di Denis Curti, a ottobre 2023.
Il Carnevale è il contesto della mostra e lo sfondo di alcune delle fotografie di Andy Parker.
La sua ricerca visiva sorprende Venezia nelle sue nebbie, nel caigo, come uno strano animale acquatico avvolto nei vapori del proprio respiro. E sono forse le parole di Josif Brodskji sulle nebbie di Venezia, nel suo Fondamenta degli incurabili, la miglior guida alla mostra.
Oltre l'istante contemporaneo sorpreso in ogni scatto, si svela in ogni immagine un rapporto temporale, telescopico, che sprofonda a ritroso nell'archivio bianco-nero di un secolo e mezzo di fotografia a Venezia: un ponte metaforico, impreziosito da un certo humor britannico e di una lieve nostalgia, verso le scenografie urbane che ritroviamo negli archivi fotografici Naya, Filippi, Giacomelli...
La mostra è accompagnata dal progetto audio-visivo di Justine Rapaccioli ed Edesse Ensemble, Nights in White Satin.
L'autore/ The Author
Il fotografo Andy Parker è nato in Gran Bretagna, ma vive e lavora a Venezia e nei dintorni. Ispirato dai fotografi modernisti e dal giornalismo fotografico del XX secolo, e dalla qualità senza tempo della pellicola, 'Caigo' è parte di un progetto fotografico più ampio, in corso, che prova a preservare l'essenza, l'anima e l'atmosfera di Venezia, al di fuori della scena turistica.
Andy Parker is a British born photographer, who lives and works in and around Venice. Inspired by the modernist photographers and photojournalists of the 20th century, and the timeless quality of film, 'Caigo' is part of an evolving broader photographic project attempting to preserve the essence, soul and atmosphere of Venice away from the tourist scene.
Caigo – Venetian Fog. An Introduction
Andy Parker
During the winter months Venetian fog, or 'caigo' typically shrouds the islands and the lagoon, naturally putting Venice into a monochrome state. Shapes and figures are reduced to dark silhouettes, the familiar become abstraction apparitions of light and reflection, and any fortunate observer is momentarily transported to a timeless dimension. Venice is showcased at its best. And it is a dream for any photographer. Especially one who works in black and white, seeking to reflect the city in its natural beauty.
Witnessing the Venetian fog first-hand offers a unique experience. With the absence of cars and traffic, with no smog or noise distraction, peace descends quickly and you become at one with the city. It induces a state of mindfulness, of stillness and a necessary grounding from the stresses and strains of the 21st century, whilst conjuring up a bygone era. And in this regard, Venice is fortunate.
Taken over the space of a decade these images attempt to capture a contemporary sensation of 'caigo', yet also instil a moment of reflection on the fragility and future fate of Venice. They pay homage, not only to a natural phenomenon, which is quintessentially Venetian, but also the city, the islands, the lagoon and the whole collective environment, which against the odds, continue to survive in a delicate state of balance.
Di luce e caigo. Scenografie veneziane in bianco e nero
Irina Baldescu
«….la nebbia indigena, la famosa Nebbia, trascina la città fuori dal tempo,, rendendola più atemporale del sancta sanctorum di qualsiasi palazzo. La nebbia non cancella soltanto i riflessi, ma tutto ciò che abbia forma: edifici, esseri umani, porticati, ponti, statue. Il servizio dei vaporetti è sospeso, gli aeroplani non atterrano né decollano per settimane, le botteghe restano chiuse, la posta non arriva più. É come se una mano brutale […] avesse avvolto la città in quei tendaggi. La sinistra, la destra, l'alto e il basso si scambiano posto, e riesci a trovare la strada solo se sei del luogo o hai un cicerone. La nebbia è fitta, accecante e immobile. Quest'ultima qualità è però un vantaggio se devi uscire per una rapida commissione, perché allora, al ritorno, puoi infilare il tunnel che il tuo corpo ha scavato nella nebbia all'andata...»
(Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, Adelphi, Milano 1989)
Gli appunti di Brodskij – commissionati, come sappiamo, dal Consorzio Venezia Nuova, a cui tutto un popolo di lettori dovrà essere eternamente grato – ci rendono un ritratto della città dove la meteorologia è sostanza: la città respira nel suo habitat di elementi atmosferici o acquei, fosse freddo, caldo, sole, acqua alta, pioggia, afa, brina... Ma, oltretutto, è la nebbia fluida che caratterizza questa città, il caigo nel quale i corpi scavano tunnel come si scava nella neve, ad altre latitudini.
Venezia, più di altre città a fil d'acqua, cambia faccia con i capricci della meteorologia – nebbia, pioggia o sprazzi di luce – e con i ritmi del tempo astronomico che trascina le maree verso l'alto o verso il basso.
É la metafora dello specchio (ancora un clichée) che rende palpabile l'idea di Venezia. Con il sole, una città riflessa acquisisce corpo virtuale nello specchio di canali, laguna, di finestre di case e di vaporetti, nei parapetti del ponte di Calatrava, dando sfondo ad un particolare paesaggio narcisistico; nelle nebbie profonde, nel suo caigo, in altri tempi dell'anno, l'immagine della città si sfuma come negli specchi antichi che hanno perduto la loro pellicola d'argento.
Le immagini di Andy Parker esplorano la città nel suo rapporto visivo con l'elemento meteorologico (forse è la sua origine britannica a renderlo così sensibile a questo – almeno, è un clichée continentale ci indurrebbe a pensarlo...). Ancora nelle parole di Brodskij si esplicita l'esercizio giornaliero di Andy, come fotografo che percorre Venezia ogni giorno:
«In questa città l'occhio acquista un'autonomia simile a quella di una lacrima.... Dopo un poco...il corpo comincia a considerarsi semplicemente il veicolo dell'occhio, quasi un sottomarino rispetto al suo periscopio che ora si dilata ora si contrae...».
Il sole – e, soprattutto, la luce con le acque alte – rende la città una scenografia di riflessi; alcune immagini di Andy Parker, nella maestria del loro assemblaggio visivo, sembrano trascendere il reale ed entrare negli spazi delle avanguardie del primo Novecento, nel gioco di linee spezzate, di volumi e di spazi accavalcati.
È nelle sue nebbie però che Venezia scompare in una dissolvenza cinematografica. Il caigo veneziano, più che nebbia, è un tabarro lattiginoso che riempie gli alveoli della città; solo gli elementi vicini all'occhio rimangono visibili. Il caigo vela gli spazi e le architetture, e la città – sotto le lenti di Andy – si spegne e resta sospesa (come in una morte apparente: la contemporaneità ha dei vantaggi di percezione sulle nebbie del viaggio di Ulisse, dove queste segnavano il passaggio verso il regno dei morti).
L'occhio di Andy ripercorre Venezia sublimando memorie di una tradizione fotografica in bianco nero lunga quasi due secoli. Le scenografie urbane si conservano, sono anche spesso sovrapponibili, ma sono diversi i personaggi che popolano le scenografie, con le vesti, le vetrine, gli oggetti del XXI secolo: lo sguardo divertito sottolinea la ricorrente rappresentazione della pièce, con nuovi attori e nuove maschere su vecchie scene, fragili ma – si spera – durature.
Mostra fotografica di Andy Parker
Con un progetto audiovisivo di Justine Rapaccioli ed Edesse Ensemble – Nights in White Satin
A cura di Irina Baldescu
Kunst Depot Venezia
Cannaregio 5415, Rio terà dei Biri,
30121 VENEZIA
Vernissage: Sabato10 febbraio 2024, ore 17.00
Apertura: da domenica 11/02 a venerdì 23/02, ore 10-12.30; 14.30 - 17.30
Chiuso: giovedì 15/02, mercoledì 21/02
Gratuito - entrata libera
Info: Instagram @monochrome.venice | @kunst.depot.venezia | www.monochromevenice.com
e-mail venezia.kunstdepot (@) gmail.com
Kunst Depot propone un nuovo appuntamento con la fotografia contemporanea: la mostra di Andy Parker 'CAIGO Venetian Fog' rende ancora una volta omaggio all'anima di Venezia, in un secondo episodio, dopo 'Subconscio Veneziano', mostra fotografica di Jodi Bassi Markoff, a cura di Denis Curti, a ottobre 2023.
Il Carnevale è il contesto della mostra e lo sfondo di alcune delle fotografie di Andy Parker.
La sua ricerca visiva sorprende Venezia nelle sue nebbie, nel caigo, come uno strano animale acquatico avvolto nei vapori del proprio respiro. E sono forse le parole di Josif Brodskji sulle nebbie di Venezia, nel suo Fondamenta degli incurabili, la miglior guida alla mostra.
Oltre l'istante contemporaneo sorpreso in ogni scatto, si svela in ogni immagine un rapporto temporale, telescopico, che sprofonda a ritroso nell'archivio bianco-nero di un secolo e mezzo di fotografia a Venezia: un ponte metaforico, impreziosito da un certo humor britannico e di una lieve nostalgia, verso le scenografie urbane che ritroviamo negli archivi fotografici Naya, Filippi, Giacomelli...
La mostra è accompagnata dal progetto audio-visivo di Justine Rapaccioli ed Edesse Ensemble, Nights in White Satin.
L'autore/ The Author
Il fotografo Andy Parker è nato in Gran Bretagna, ma vive e lavora a Venezia e nei dintorni. Ispirato dai fotografi modernisti e dal giornalismo fotografico del XX secolo, e dalla qualità senza tempo della pellicola, 'Caigo' è parte di un progetto fotografico più ampio, in corso, che prova a preservare l'essenza, l'anima e l'atmosfera di Venezia, al di fuori della scena turistica.
Andy Parker is a British born photographer, who lives and works in and around Venice. Inspired by the modernist photographers and photojournalists of the 20th century, and the timeless quality of film, 'Caigo' is part of an evolving broader photographic project attempting to preserve the essence, soul and atmosphere of Venice away from the tourist scene.
Caigo – Venetian Fog. An Introduction
Andy Parker
During the winter months Venetian fog, or 'caigo' typically shrouds the islands and the lagoon, naturally putting Venice into a monochrome state. Shapes and figures are reduced to dark silhouettes, the familiar become abstraction apparitions of light and reflection, and any fortunate observer is momentarily transported to a timeless dimension. Venice is showcased at its best. And it is a dream for any photographer. Especially one who works in black and white, seeking to reflect the city in its natural beauty.
Witnessing the Venetian fog first-hand offers a unique experience. With the absence of cars and traffic, with no smog or noise distraction, peace descends quickly and you become at one with the city. It induces a state of mindfulness, of stillness and a necessary grounding from the stresses and strains of the 21st century, whilst conjuring up a bygone era. And in this regard, Venice is fortunate.
Taken over the space of a decade these images attempt to capture a contemporary sensation of 'caigo', yet also instil a moment of reflection on the fragility and future fate of Venice. They pay homage, not only to a natural phenomenon, which is quintessentially Venetian, but also the city, the islands, the lagoon and the whole collective environment, which against the odds, continue to survive in a delicate state of balance.
Di luce e caigo. Scenografie veneziane in bianco e nero
Irina Baldescu
«….la nebbia indigena, la famosa Nebbia, trascina la città fuori dal tempo,, rendendola più atemporale del sancta sanctorum di qualsiasi palazzo. La nebbia non cancella soltanto i riflessi, ma tutto ciò che abbia forma: edifici, esseri umani, porticati, ponti, statue. Il servizio dei vaporetti è sospeso, gli aeroplani non atterrano né decollano per settimane, le botteghe restano chiuse, la posta non arriva più. É come se una mano brutale […] avesse avvolto la città in quei tendaggi. La sinistra, la destra, l'alto e il basso si scambiano posto, e riesci a trovare la strada solo se sei del luogo o hai un cicerone. La nebbia è fitta, accecante e immobile. Quest'ultima qualità è però un vantaggio se devi uscire per una rapida commissione, perché allora, al ritorno, puoi infilare il tunnel che il tuo corpo ha scavato nella nebbia all'andata...»
(Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, Adelphi, Milano 1989)
Gli appunti di Brodskij – commissionati, come sappiamo, dal Consorzio Venezia Nuova, a cui tutto un popolo di lettori dovrà essere eternamente grato – ci rendono un ritratto della città dove la meteorologia è sostanza: la città respira nel suo habitat di elementi atmosferici o acquei, fosse freddo, caldo, sole, acqua alta, pioggia, afa, brina... Ma, oltretutto, è la nebbia fluida che caratterizza questa città, il caigo nel quale i corpi scavano tunnel come si scava nella neve, ad altre latitudini.
Venezia, più di altre città a fil d'acqua, cambia faccia con i capricci della meteorologia – nebbia, pioggia o sprazzi di luce – e con i ritmi del tempo astronomico che trascina le maree verso l'alto o verso il basso.
É la metafora dello specchio (ancora un clichée) che rende palpabile l'idea di Venezia. Con il sole, una città riflessa acquisisce corpo virtuale nello specchio di canali, laguna, di finestre di case e di vaporetti, nei parapetti del ponte di Calatrava, dando sfondo ad un particolare paesaggio narcisistico; nelle nebbie profonde, nel suo caigo, in altri tempi dell'anno, l'immagine della città si sfuma come negli specchi antichi che hanno perduto la loro pellicola d'argento.
Le immagini di Andy Parker esplorano la città nel suo rapporto visivo con l'elemento meteorologico (forse è la sua origine britannica a renderlo così sensibile a questo – almeno, è un clichée continentale ci indurrebbe a pensarlo...). Ancora nelle parole di Brodskij si esplicita l'esercizio giornaliero di Andy, come fotografo che percorre Venezia ogni giorno:
«In questa città l'occhio acquista un'autonomia simile a quella di una lacrima.... Dopo un poco...il corpo comincia a considerarsi semplicemente il veicolo dell'occhio, quasi un sottomarino rispetto al suo periscopio che ora si dilata ora si contrae...».
Il sole – e, soprattutto, la luce con le acque alte – rende la città una scenografia di riflessi; alcune immagini di Andy Parker, nella maestria del loro assemblaggio visivo, sembrano trascendere il reale ed entrare negli spazi delle avanguardie del primo Novecento, nel gioco di linee spezzate, di volumi e di spazi accavalcati.
È nelle sue nebbie però che Venezia scompare in una dissolvenza cinematografica. Il caigo veneziano, più che nebbia, è un tabarro lattiginoso che riempie gli alveoli della città; solo gli elementi vicini all'occhio rimangono visibili. Il caigo vela gli spazi e le architetture, e la città – sotto le lenti di Andy – si spegne e resta sospesa (come in una morte apparente: la contemporaneità ha dei vantaggi di percezione sulle nebbie del viaggio di Ulisse, dove queste segnavano il passaggio verso il regno dei morti).
L'occhio di Andy ripercorre Venezia sublimando memorie di una tradizione fotografica in bianco nero lunga quasi due secoli. Le scenografie urbane si conservano, sono anche spesso sovrapponibili, ma sono diversi i personaggi che popolano le scenografie, con le vesti, le vetrine, gli oggetti del XXI secolo: lo sguardo divertito sottolinea la ricorrente rappresentazione della pièce, con nuovi attori e nuove maschere su vecchie scene, fragili ma – si spera – durature.
10
febbraio 2024
Andy Parker – CAIGO Venetian Fog
Dal 10 al 23 febbraio 2024
fotografia
Location
Orario di apertura
da domenica 11/02 a venerdì 23/02 - ore 10-12.30; 14.30-17.30
chiuso giovedì 15/02 e mercoledì 21/02
Vernissage
10 Febbraio 2024, Vernissage ore 17.00
Sito web
http://www.monochromevenice.com;%20@monochrome.venice;%20@kunst.depot.venezia
Autore
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