Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Roberto Dapoto – Pittura da Fotografia
L’artista Roberto Dapoto trasforma fotografie scattate col suo smartphone in dipinti ad olio. Contrapponendosi all’accumulazione ripetitiva e seriale della realtà, la sua pittura restituisce senso e memoria al ricordo. Un elogio alla preziosità del tempo come rifugio dalla velocità del mondo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 e in occasione di ARTEFIERA,
IGOR Libreria e Senape Vivaio Urbano presentano "Roberto Dapoto – Pittura da Fotografia",
a cura di Leonardo Iuffrida.
Quante sono le immagini che oggi accumuliamo nei nostri cellulari?
Migliaia di foto che si perdono nell’oblio di hard disk o di effimere nuvole on-line fatte di impalpabili bit digitali. Fotografare è diventato un gesto abitudinario ed automatico che ci trasforma in fagocitanti divoratori seriali di porzioni di realtà. Ma credendo di salvare il presente con un click, ne perdiamo il senso.
Roberto Dapoto scardina questo meccanismo, dipingendo ad olio da fotografia. La sua pittura restituisce memoria e tempo al ricordo sepolto, trasformando scatti quotidiani, selezionati dal suo smartphone, in dipinti che si fanno ponti verso un altrove dove coltivare la meraviglia.
Dapoto non dipinge dal vero o attingendo esclusivamente alla fantasia personale, ma partendo dallo scatto e dal modo in cui oggi pensiamo e vediamo il mondo: fotograficamente. L’immagine che brilla dal monitor del computer viene contemplata e tradotta in pittura. La fotografia congela l’attimo, mentre il gesto pittorico diventa un lento mantra meditativo di sospensione che offre luce, materia, densità, profondità e bellezza al più comune istante. L’immagine fotografica viene spogliata della sua oggettività e vestita di impressioni stratificate e intimi ricordi.
Le scene e i soggetti scelti raccontano momenti che nella loro pura ordinarietà hanno attraversato la vita dell’artista e quella di ognuno di noi: un fiore, un ex amante, un selfie di gruppo, delle farfalle, delle bandiere al vento. Sorrisi, amori, cieli e natura a cui ci sentiamo intrecciati ma che, distrattamente archiviati nelle memorie virtuali, si riducono a giga occupati nei nostri device. Nelle opere di Dapoto non conta tanto aver documentato la realtà o averla rappresentata, quanto la durata del tempo ad essa dedicata. La pittura salva il ricordo. Il ricordo estende la vita. Un’immersione in un tempo espanso in cui perdersi, un racconto introspettivo e intimo in cui riconoscersi.
Un elogio alla preziosità del tempo come rifugio dalla velocità del mondo.
Le campiture di colore sintetiche e le dimensioni delle tele, di grande o piccolo formato rispetto alla foto originale, modificano il punto di vista e straniano l’immagine per amplificarne una diversa percezione rispetto al quotidiano. Le opere non sono accostate seguendo un racconto lineare, ma sono disposte per libere associazioni e, nella varietà delle dimensioni, mimano lo zoom su uno schermo digitale ed il processo di concentrazione sull’immagine da parte di Dapoto. La sfocatura da cui emergono le figure conduce verso quello stato onirico in cui l’artista si perde quando rievoca il sapore del vissuto celato oltre il visibile.
L’allestimento isola le opere, tentando di creare lunghe pause e climax percettivi che permettano di dilatare gli intervalli temporali tra noi e il mondo esterno, ma anche di replicare il lungo processo epifanico di rivelazione del ricordo.
ROBERTO DAPOTO: artista diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Finalista al Premio Giorgio Morandi 2003 e al Premio Celeste 2014, ha ricevuto la menzione speciale al concorso fotografico Celeste Network 2013 della Fondazione Studio Marangoni di Firenze.
Sue opere sono state esposte presso Officina 15 a Bologna, Centotto Gallery a Brooklyn NY e Assab One a Milano.
LEONARDO IUFFRIDA: autore de “Il nudo maschile nella fotografia e nella moda”, edito da Odoya.
Laureato al DAMS di Bologna, ha studiato presso la Fondazione Fotografia Modena e il Sotheby’s Institute of Art di Londra. Suoi saggi su arte e moda sono stati pubblicati da Skira, Bononia University Press, Silvana Editoriale e Brill Academic Publishers. Ha collaborato con GQ, Exibart, Artribune e Fondazione Pitti Discovery.
IGOR Libreria e Senape Vivaio Urbano presentano "Roberto Dapoto – Pittura da Fotografia",
a cura di Leonardo Iuffrida.
Quante sono le immagini che oggi accumuliamo nei nostri cellulari?
Migliaia di foto che si perdono nell’oblio di hard disk o di effimere nuvole on-line fatte di impalpabili bit digitali. Fotografare è diventato un gesto abitudinario ed automatico che ci trasforma in fagocitanti divoratori seriali di porzioni di realtà. Ma credendo di salvare il presente con un click, ne perdiamo il senso.
Roberto Dapoto scardina questo meccanismo, dipingendo ad olio da fotografia. La sua pittura restituisce memoria e tempo al ricordo sepolto, trasformando scatti quotidiani, selezionati dal suo smartphone, in dipinti che si fanno ponti verso un altrove dove coltivare la meraviglia.
Dapoto non dipinge dal vero o attingendo esclusivamente alla fantasia personale, ma partendo dallo scatto e dal modo in cui oggi pensiamo e vediamo il mondo: fotograficamente. L’immagine che brilla dal monitor del computer viene contemplata e tradotta in pittura. La fotografia congela l’attimo, mentre il gesto pittorico diventa un lento mantra meditativo di sospensione che offre luce, materia, densità, profondità e bellezza al più comune istante. L’immagine fotografica viene spogliata della sua oggettività e vestita di impressioni stratificate e intimi ricordi.
Le scene e i soggetti scelti raccontano momenti che nella loro pura ordinarietà hanno attraversato la vita dell’artista e quella di ognuno di noi: un fiore, un ex amante, un selfie di gruppo, delle farfalle, delle bandiere al vento. Sorrisi, amori, cieli e natura a cui ci sentiamo intrecciati ma che, distrattamente archiviati nelle memorie virtuali, si riducono a giga occupati nei nostri device. Nelle opere di Dapoto non conta tanto aver documentato la realtà o averla rappresentata, quanto la durata del tempo ad essa dedicata. La pittura salva il ricordo. Il ricordo estende la vita. Un’immersione in un tempo espanso in cui perdersi, un racconto introspettivo e intimo in cui riconoscersi.
Un elogio alla preziosità del tempo come rifugio dalla velocità del mondo.
Le campiture di colore sintetiche e le dimensioni delle tele, di grande o piccolo formato rispetto alla foto originale, modificano il punto di vista e straniano l’immagine per amplificarne una diversa percezione rispetto al quotidiano. Le opere non sono accostate seguendo un racconto lineare, ma sono disposte per libere associazioni e, nella varietà delle dimensioni, mimano lo zoom su uno schermo digitale ed il processo di concentrazione sull’immagine da parte di Dapoto. La sfocatura da cui emergono le figure conduce verso quello stato onirico in cui l’artista si perde quando rievoca il sapore del vissuto celato oltre il visibile.
L’allestimento isola le opere, tentando di creare lunghe pause e climax percettivi che permettano di dilatare gli intervalli temporali tra noi e il mondo esterno, ma anche di replicare il lungo processo epifanico di rivelazione del ricordo.
ROBERTO DAPOTO: artista diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Finalista al Premio Giorgio Morandi 2003 e al Premio Celeste 2014, ha ricevuto la menzione speciale al concorso fotografico Celeste Network 2013 della Fondazione Studio Marangoni di Firenze.
Sue opere sono state esposte presso Officina 15 a Bologna, Centotto Gallery a Brooklyn NY e Assab One a Milano.
LEONARDO IUFFRIDA: autore de “Il nudo maschile nella fotografia e nella moda”, edito da Odoya.
Laureato al DAMS di Bologna, ha studiato presso la Fondazione Fotografia Modena e il Sotheby’s Institute of Art di Londra. Suoi saggi su arte e moda sono stati pubblicati da Skira, Bononia University Press, Silvana Editoriale e Brill Academic Publishers. Ha collaborato con GQ, Exibart, Artribune e Fondazione Pitti Discovery.
31
gennaio 2024
Roberto Dapoto – Pittura da Fotografia
Dal 31 gennaio al 23 febbraio 2024
arte contemporanea
personale
personale
Location
SENAPE VIVAIO URBANO
Bologna, Via Santa Croce, 10/ABC, (Bologna)
Bologna, Via Santa Croce, 10/ABC, (Bologna)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato ore 10-13 e 16-19.30
Vernissage
31 Gennaio 2024, Ore 19.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico