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Un viaggio tra reale e fantastico, il progetto di Carola Bonfili fa tappa a Lubiana
Arte contemporanea
«I giorni erano immersi in un eterno splendore. Ad ogni lato dell’orizzonte, come una coppia regale, si vedevano il sole e la luna», Gustave Flaubert, La Tentazione di Sant’Antonio, Carbonio Editore. Traversando la materia e la struttura spaziotemporale, una narrazione dalla pregnanza simbolica si immerge nel pensiero magico orchestrato nella morfologia fiabesca di un viaggio iniziatico e curativo: il progetto Second Order Reality di Carola Bonfili, promosso da Fondazione smART – polo per l’arte, e curato da Daniela Cotimbo e Ilaria Gianni, costruisce un mondo di visioni del possibile, in cui confini liminali tra esperienza reale e digitale sono permeabili intermediazioni significanti.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/02/2_Carola-Bonfili_Second_Order_Reality_Aksioma_01_photo_Domen-Pal.jpg)
Tra computer-generated imagery, esperienza di realtà virtuale immersiva e presenze scultoree, l’artista traspone i caratteri formali, gli intrecci, i ritmi e le azioni risolutive delle fiabe in un videogioco esperienziale e interattivo, in cui confluiscono le suggestioni, gli incanti e i fulgori allucinatori de La tentazione di Sant’Antonio di Gustave Flaubert, testo di riferimento insieme alla Morfologia della fiaba di Vladimir Propp per questo progetto artistico multiforme e sfaccettato lungo le trame di una perturbazione del magico.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/02/3_Carola-Bonfili_Second_Order_Reality_Aksioma_03_photo-Domen-Pal.jpg)
Il percorso di una piccola scimmia, M’ling, cui parti delle membra si pietrificano improvvisamente, diviene un cammino attraverso diversi orizzonti di realtà fluidamente interagenti e dinamici, dove, accompagnata dall’aiutante Tanky Pear, trova guarigione e accettazione del proprio sé in una evoluzione metaforica e in una forma archetipica pura.
Nel video The Stone Monkey e nell’installazione VR Level 1 Illusion that we should have, but don’t , il viaggio attraverso le soglie del reale e del fantastico si fa intreccio di enigmi e di panorami incerti che risuonano reciprocamente oltre ogni riferimento oggettivo, rompendo la successione degli eventi, gli schemi razionali e la logica del causa-effetto per svilupparsi piuttosto emotivamente in una narrazione magica dove l’elemento sonoro, creato da Francesco D’Abbraccio, è esso stesso parte fondante e amplificativa di una esperienza del margine.
![Carola Bonfili, Second Order Reality, Aksioma, photo Domen Pal](https://www.exibart.com/repository/media/2024/02/5_Carola-Bonfili_Second_Order_Reality_Aksioma_07_photo-Domen-Pal.jpg)
Le sculture in cemento M’ling e Tanky Pear assommano presenza fisica ai personaggi principali di Second Order Reality portando in evidenza un’interazione palpabile con l’elemento immaginativo che si tramuta in unità definita in confronto e correlazione con la realtà oggettiva e oggettuale, consolidandosi come autonoma forma del reale magico.
Elaborate a partire dai render fisici, le sfere di The Stone Monkey’PBR sembrano ripercorrere la modellazione della materia attraverso stili e evoluzioni storiche, passando da texture magmatiche a ordini di metope classicheggianti, da trigonometrie sferiche a navicelle futuristiche di un presente prossimo.
In The Multicrane, attraverso l’intelaiatura di un macchinario proiettivo, la realtà percettiva dell’immagine si conforma nella velatura ripetuta e sovrapposta come reticolo di una visione multidimensionale che costruisce la sfera visuale: nell’omaggio alla creazione meccanica e artigianale dei cartoni animati di Walt Disney, Carola Bonfili evidenzia e restituisce un ponte metodologico ancora presente nell’approccio programmatico delle realizzazioni digitali.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/02/4.1-Carola-Bonfili_Second-Order-Reality_Aksioma_photo-Domen-Pal.jpg)
Second Order Reality, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022), nella mostra presentata a Lubiana presso Aksioma – Institute for Contemporary Art, unisce tre media artistici in un apologo evocato e agìto come nel pensiero magico connaturato all’infanzia, dove mutazioni, esplorazioni e transitorietà si specchiano in un itinerario di natura fantastica, tra soggettività e mondo in formazione; i linguaggi artistici seguendo formulazioni dalla funzione logica ed estetica, sono declinati come tracce percettive compenetranti tanto la realtà fisica dei sensi quanto quella virtuale, immaginale e immaginifica, rimodulate come spazi e tempi cortocircuitali condivisi.
Il progetto, dopo la mostra a Lubiana, proseguirà per altre tappe espositive, fino ad entrare nella collezione del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.