Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
SAUN SANTIPREECHA: PER/FORMATIVE CITIES : Una ragnatela di performances tripticali
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Questa mostra si confronta con tre romanzi di Italo Calvino—Se una notte d'inverno un viaggiatore, Le città invisibili e Palomar—oltre che le tre città che hanno segnato il mio personale percorso verso questa mostra: Bangkok, Los Angeles, Roma. L’installazione intreccia il visivo ed il sonoro, l'effimero ed il fisico, utilizzando una configurazione tripticale e scalabile, piegando e dispiegando ogni strato, dalle impronte sonore delle città, alla video-installazione performativa e relazionalmente-modulare (1), alle tre sculture sonore in rame. I suoni stessi sono creati dai gesti performativi dei partecipanti sui social provenienti da tutte e tre le città, dalla flautista Cari Ann Souter e da me stesso,
ulteriormente modulati dal sistema soggettivo dei movimenti dello spett-attore (2) pubblico nella galleria - resistendo al sistema fisso della videoproiezione che incorpora il mito, eppure fagocitati al suo interno. Come le azioni formative e performative che creano una città, sempre un intreccio di tre elementi —natura/ambienti, azione umana/sistemica e mito/ideologia—nel tempo, il lavoro integra il livello macro con il micro. Sulla zona di confine dei due lati dell'astrazione, che si uniscono e si intersecano, dal soggettivo all'oggettivo e di nuovo al soggettivo e verso l’esterno ancora, queste azioni non terminano con me come artista, ma provengono da oltre me stesso e continuano ulteriormente, da e attraverso sistemi che formano non solo la morfologia di chi siamo, ma quella delle città in cui viviamo: incarnazioni del disincarnato, "ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma." (Le città invisibili)
Saun Santipreecha
(1) Modularità relazionale è un termine utilizzato da Saun Santipreecha che si riferisce ad una struttura che è sia una perseveranza che una resistenza all'inesorabile monologismo della linearità, enfatizzando la relazionalità sempre in movimento dei moduli che compongono un lavoro, un'identità o un sé, in un dialogismo polifonico che sfida la nostra percezione della leggibilità e del significato.
(2) Termine coniato da Augusto Boal per il Teatro dell'Oppresso.
ulteriormente modulati dal sistema soggettivo dei movimenti dello spett-attore (2) pubblico nella galleria - resistendo al sistema fisso della videoproiezione che incorpora il mito, eppure fagocitati al suo interno. Come le azioni formative e performative che creano una città, sempre un intreccio di tre elementi —natura/ambienti, azione umana/sistemica e mito/ideologia—nel tempo, il lavoro integra il livello macro con il micro. Sulla zona di confine dei due lati dell'astrazione, che si uniscono e si intersecano, dal soggettivo all'oggettivo e di nuovo al soggettivo e verso l’esterno ancora, queste azioni non terminano con me come artista, ma provengono da oltre me stesso e continuano ulteriormente, da e attraverso sistemi che formano non solo la morfologia di chi siamo, ma quella delle città in cui viviamo: incarnazioni del disincarnato, "ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma." (Le città invisibili)
Saun Santipreecha
(1) Modularità relazionale è un termine utilizzato da Saun Santipreecha che si riferisce ad una struttura che è sia una perseveranza che una resistenza all'inesorabile monologismo della linearità, enfatizzando la relazionalità sempre in movimento dei moduli che compongono un lavoro, un'identità o un sé, in un dialogismo polifonico che sfida la nostra percezione della leggibilità e del significato.
(2) Termine coniato da Augusto Boal per il Teatro dell'Oppresso.
29
febbraio 2024
SAUN SANTIPREECHA: PER/FORMATIVE CITIES : Una ragnatela di performances tripticali
Dal 29 febbraio al 15 marzo 2024
altro
Location
AOCF58 – GALLERIA BRUNO LISI
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17,00 alle 19,30
Vernissage
29 Febbraio 2024, dalle 18.00 alle 20.00
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione