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L’infinito volgere del tempo: l’importante monografica di Carlo Zoli a Firenze
Opening
di redazione
Dopo la partecipazione alla XIV Florence Biennale, dove ha vinto il primo premio nella categoria della ceramica (ne avevamo parlato qui), il maestro faentino Carlo Zoli torna nel capoluogo toscano con L’infinito volgere del tempo, un’importante mostra monografica, curata da Greta Zuccali, che il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è lieto di accogliere a Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, in piazza Duomo a Firenze.
«L’opera di Carlo Zoli – spiega la curatrice – la si può definire come una costante ricerca dell’umano, come del resto accade in tutte le espressioni creative del nostro tempo, dalla moda al design fino ad arrivare alla musica. I risultati sono figure e profili al tempo stesso familiari e non: in parte divinità, in parte individui mortali, in parte qualcos’altro ancora. Sono creature del tutto simili a quelle che abitano la Terra che si concedono tuttavia il lusso di vivere le proprie passioni liberamente, scegliendo altresì di abbigliarsi di fantasie e sogni. I personaggi di Carlo popolano un paesaggio immaginato dove convivono bellezza e provocazione, terra e cielo, dove nulla è omologato e in cui tutto può ancora stupire».
Il percorso espositivo, nell’ambientazione suggestiva di Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, muove dallo scalone d’onore e prosegue nelle magnifiche sale articolandosi attraverso trentacinque terrecotte policrome, pezzi unici e irripetibili, che ripercorrono la poetica del maestro ispirata al mito, documentandone l’evoluzione dagli anni ‘90 fino ad oggi, secondo un filo conduttore del tutto inedito: «I due corni della fiamma creativa di Zoli sempre presenti lungo il percorso espositivo, sono inseriti in un cosmo più ampio e sfuggente, quello del Tempo, da ultimo esplorato dall’artista e al centro di questa esposizione», spiega Zuccali.
Insieme alle creature eteree e armoniche delle serie Quiete e ai soggetti viscerali e battaglieri della serie Tempesta – i due volti di quella medaglia tanto preziosa quanto effimera che chiamiamo “esistenza” a cui Zoli si dedica ormai da un trentennio – sono esposte anche opere recenti e serie mai viste, come quella che dà il titolo alla mostra e che ne costituisce il cardine.
In L’infinito volgere del tempo l’elemento del cerchio diventa protagonista a sottolineare la presa di distanza dalla concezione lineare del tempo, per cui ogni cosa ha un inizio e una fine, un senso e uno scopo, affermando piuttosto la ciclicità degli eventi e il tempo circolare. I personaggi inseriti nelle loro orbite richiamano citazioni che da Pitagora a Eraclito arrivano fino a Nietzsche e a uno dei capisaldi della sua filosofia: l’eterno ritorno dell’uguale. Tutte figure, chiarisce Zuccali «che sono leggere e potenti, ornate delicatamente di dettagli dorati e di resine che ci parlano di acqua e di aria, ma anche di fiamme infuocate e di dolori affidati alle braccia del cielo, leggeri come piume e pesanti come pietra».
Nella saga della vita messa in scena da Zoli, modellando finemente l’argilla – poi rifinita con patine, smalti, metalli preziosi -, troviamo figure immaginifiche e bellissime, enigmatiche e fantastiche, ancorate al mito classico, alla letteratura cavalleresca o alle tradizioni cristiane, che popolano un mondo parallelo, quello dell’immaginazione reificata nella dimensione dell’arte. Titani, angeli, eroi, divinità dell’Olimpo, spesso associati al cavallo, tema da sempre prediletto da Carlo, in quanto simbolo di forza e potenza vitali; ognuno di essi è l’espressione di un attimo inteso come eterno ripetersi, immortale ed eterno, nel bene e nel male, e che come tale merita di essere vissuto intensamente per sé stesso.
Il percorso si completa con alcuni soggetti strettamente connessi alla Toscana ovvero la serie dedicata a Pegaso cavallo alato nato dal collo di Medusa e divenuto simbolo della Regione per i valori positivi di pace e volontà di combattere per la libertà che rappresenta. Tra le opere si trova anche la figura di Lars Porsenna, re etrusco di Chiusi che ottenne la resa di Roma e che nel contesto della mostra incarna l’antieroe, colui che con tenacia e coraggio riesce a sfidare, e sconfiggere, il potere stabilito. Il Presidente Ciani a proposito di queste figure ricorda il suo indissolubile legame con un’idea e a una pratica di libertà, e riconosce che Zoli «conferma la sua potente creatività che di volta in volta si fa meraviglia dell’attimo, contemplazione e preghiera, enigma e sogno».
«In questa indagine, affascinante e necessaria, lo scultore e lo spettatore devono scegliere che cosa deve essere estratto, con il fine di trovare il giusto equilibrio tra forza e silenzio in questo tempo che eternamente ritorna ed eternamente scompare», conclude la curatrice alla vigilia di una mostra che è l’occasione entrare in contatto con l’originalissima ricerca di Carlo Zoli che guarda alla saggezza del passato per definire e raccontare l’umanità contemporanea, creando uno spazio in cui rendere visibile ciò che una società non può confessare, pensare o immaginare.