22 novembre 2004

fino al 9.I.2005 Claudia Losi Bologna, GAM Spazio Aperto

 
Il ricamo come metafora dei procedimenti naturali. E delle relazioni, complesse, che scandiscono il mondo. Un racconto seguendo un filo. Che s’intreccia, s’annoda, disegna. Tra fantasia, storia, paure. Rituali, tradizioni ed un riflessione sul mondo contemporaneo…

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Nell’ultimo mese l’atmosfera dello Spazio Aperto della GAM è un po’ cambiata. Ci si muove tra lenzuola appese a fili tesi da una parete all’altra, si rischia di inciampare in gomitoli di lana sul pavimento, ci si gira e ci si ritrova davanti ad una gigantesca proiezione video di vecchiette ultra-ottantenni che ricamano tovaglie. La mostra è dell’artista Claudia Losi (Piacenza, 1971). Per intenderci, quella che ha realizzato una balena di dimensioni reali in lana che aveva riempito, a Milano, la Galleria Monica De Cardenas di carpe lunghe un metro e ottanta e che aveva costruito grandi peluche in feltro di animali che copulavano.
In realtà la giovane artista è interessata al rapporto tra l’uomo e la natura, che in questo caso è rappresentata dai tessuti, dalla lana, dal cotone e dal procedimento del ricamo che è lento un po’ come lo sono molti dei processi naturali. Il messaggio base è che la natura fa da filo di collegamento tra le relazioni umane. Questo concetto è sviluppato in quattro complessi progetti contenuti nella mostra, ognuno con una differente storia alle spalle.
claudia losi
In Places-Appennini sei donne provenienti da diverse nazioni ricamano altrettanti pezzi di tessuto: su ognuno di essi è tracciato uno schematico profilo degli Appennini da cui le donne –sedute in cerchio a chiacchierare- partono per creare figure di loro fantasia. Stesso concetto sta alla base di Etna Project, dove però il tessuto è diviso in ben sedici parti, ha sopra un disegno delle lave vulcaniche, ed è ricamato da otto peruviane e otto marocchine. Una piccola variante sul tema si ha in claudia losi Places|Bidassero|Ittiri|Sardegnaè dove delle cucitrici professioniste ricamano delle rappresentazioni delle loro fobie. In ultimo, Work in progress For Ryökan, descrive la leggenda del monaco zen Ryökan che si attorniava di bambini facendoli giocare coi suoi gomitoli di lana.
L’ecologista Losi ricama i gomitoli in modo da trasformarli in piccoli globi terresti, o in pseudo-mondi formati da tante isole. Un’ottima metafora per dire che la terra è piccola come un gomitolo di lana, per ricordarci che siamo noi a far parte del mondo naturale e non la natura a far parte del mondo degli uomini. E per spiegare –last but not least- che tutto il globo è tenuto unito dalle strette e fitte fila dei rapporti umani.

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http://www.balenaproject.info/

carolina lio
mostra visitata il 13 ottobre 2004


Claudia Losi
Bologna, GAM Galleria d’Arte Moderna, piazza Costituzione 1 (zona fiera)
Orario 10 – 18 dal martedì alla domenica; chiuso il lunedì
Ingresso 4 euro, ridotto 2 euro
per informazioni: tel. 051502859
a cura di Gabi Scardi


[exibart]

1 commento

  1. marina bolmini rimane la piu’ grande ricamatrice comunque, anche che se la sua e’ stata definita pop art a punto croce (definizione errata, lei usa il mezzo punto!)

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