22 novembre 2004

fino al 24.XI.2004 Cracking Art Treviso, Galleria l’Elefante

 
Un’invasione di tartarughe li ha resi famosi. Accadeva nel 2001, durante la 49. Biennale di Venezia. Loro continuano imperterriti a lavorare la plastica, tra citazioni pop, rifiuti salvati dall’inceneritore e fiori finti sotto vetro. E non provate a chiamarli gruppo…

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Il catalogo della mostra ha come sottotitolo The best european group, ma al termine “gruppo”, loro preferiscono l’espressione “insieme d’individualità”. In effetti le caratteristiche di ognuno dei membri del Cracking Art si differenziano sia per tecnica e stile che per soggetto. L’elemento unificatore sta nel senso contenuto nel loro manifesto, firmato il 30 Maggio 1993 e incentrato sul rapporto tra naturale e artificiale o –più specificatamente – tra petrolio e plastica. Lo stesso termine “cracking” si Omar Ronda riferisce al procedimento in cui il petrolio viene trasformato in materia sintetica, dove il primo va a simboleggiare la vita e la seconda cessa di essere una materia inerte.
Per profetizzare la nobiltà della plastica e il fatto che essa non è negativa di per sé ma solo a causa dell’uso incontrollato che l’uomo ne fa, il Cracking Art si muove tra interventi ambientali e sociali, di gruppo o individuali, realizzati con teatralità e appariscenza in luoghi di aggregazione. Molti ricorderanno, ad esempio, le centinaia di tartarughe d’oro della 49. Biennale di Venezia o i Mille delfini a Milano che con l’aiuto di Philippe Daverio portarono otto anni fa in Piazza del Duomo.
E’ però attraverso le mostre in galleria, come quest’ultima, che vengono a galla le singole personalità dei sette artisti del Cracking.
I visitatori incontrano per primo Omar Ronda (Biella, 1947), promotore del gruppo, penna del manifesto, e artista in debito con la pop-art e con Andy Warhol. Le sue son icone dell’America: quadri di plastica fusa con forme di stella che sembrano navigare sopra varie immagini: fotografie di Marylin Monroe, dollari in formato extralarge e indiani col cappello di piume. Renzo Nucara (Crema, 1955) dipinge, invece, quadri astratti con l’uso di resine e pigmenti, Kicco (Biella, 1969) crea immagini di paesaggi naturali plastificati, mentre William Sweetlove (Oostende, 1948) costruisce in poliestere dei piccoli abitini da bambola lunghi 20 cm. Il più fantasioso rimane Alex Angi (Cannes, 1965), anche detto “artista dell’immondizia”, le cui più approfonditeMarco Veronese ricerche sono compiute nelle discariche della LAP (Lavorazione Articoli Plastici) di Biella. Frugando nei cassonetti egli recupera gli avanzi che andrebbero altrimenti smaltiti e ne ricava delle forme indefinibili, vagamente somiglianti a fiori dai colori accesissimi. Anche Carlo Rizzetti (Ixelles, 1969) parla di fiori finti –si direbbero imbalsamati- che adornano oggetti in plastica, da un polletto arrosto a una mascherina di Pocahontas. L’intento è quello di creare simulazioni della realtà, e per raggiungerlo con più effetto i fiori sono coperti da una teca di plexiglass trasparente che dovrebbe proteggerli. Infine, Marco Veronese (Biella, 1962) ha immortalato dei fossili in immagini di forte impatto visivo, dove conchiglie, pesci e decorazioni ritmiche e continue rappresentano un paesaggio, testimone immobile del tempo che cambia.

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http://www.crackingart.com/

carolina lio
mostra visitata il 27 ottobre 2004


Cracking Art
Treviso, Galleria L’Elefante, via Municipio 47
orario di visita: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
per informazioni: 0422419550 – email: galleria.elefante@libero.it  
catalogo gratuito in galleria con testo di Elena Forin


[exibart]

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