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La Casa di Carlo Goldoni a Venezia si apre al contemporaneo con Eva Marisaldi
Mostre
L’esposizione Eva Marisaldi. Biribisso nasce dalla volontà di unire la passione per il teatro dell’artista con il suo rapporto con Venezia. Ci racconta infatti il curatore, Pier Paolo Pancotto che «Eva Marisaldi aveva partecipato in passato a due biennali di Venezia, che le hanno permesso di creare un legame con la città». La scelta di realizzare tale progetto all’interno della realtà museale di Casa di Carlo Goldoni ha rappresentato una sorta di sintesi di questi due aspetti.
L’esposizione, che si dirama dal portego del palazzo fino alle sale del primo piano, «nasce da alcune tracce lasciate dall’artista sul tema del teatro della tentazione, della messa in scena, della percezione del reale e della finzione. Eva Marisaldi – continua Pancotto – ha concepito dei lavori apposta per questo spazio, lasciandosi ispirare dai temi del teatro e dall’idea di rappresentazione in generale». I lavori della Marisaldi, ben integrati con l’arredo e la collezione permanente del museo, cercano di presentarci delle nuove forme di teatro contemporaneo a partire da una riflessione attorno le origini della tragedia.
L’opera Play, ci mostra questa nuova concezione di “messa in scena” moderna, rappresentata dalla Live Tik Tok NPC. Sullo schermo di questi tre cellulari, che costituiscono l’opera, troviamo tre ragazze dalle movenze robotiche che ripetono in loop degli stessi gesti. Questa è la performance contemporanea, il teatro d’oggi. Parties I, II, III, installazione audio-video costituita da, racconta Eva Marisaldi, «tre video di documentazione di alcuni teatrini fatti in passato. Sono delle feste in cui partecipa un braccio robotico pensato per la didattica». Dunque in questa nuova ottica di teatro contemporaneo, la determinante umana, caratterizzante e fondante del teatro greco, viene sostituita con l’estetica dell’Ai che diviene non solo protagonista ma anche mezzo per la rappresentazione scenica. È infatti il braccio meccanico che genera e attiva la scena teatrale, azionando e tirando leve e cavi; così come lo sono le gesta meccaniche e le movenze ripetute in Play che producono le interazioni con il pubblico.
L’artista mette in scena un richiamo alla tradizione tramite differenti e varie citazioni. La prima fra queste può essere vista con Carlo, statuetta in cartapesta, ispirata appunto dal dipinto Paulo vestito da Arlecchino di Picasso. Al suo fianco troviamo l’installazione Biribisso è costituita non solo da una lampada progettata dall’artista assieme ad Enrico Serotti,musicista con il quale Marisaldi collabora, ma anche da un tavolo da gioco proveniente dalla collezione permanente. Qui, all’interno di un cassetto, è stato installato uno speaker che riproduce il suono del tarlo malgascio, in riferimento al tarlo del gioco.
Infine con Surround, abbiamo un vero e proprio richiamo al classicismo in quanto questa installazione mira a riprodurre la macchina utilizzata dai greci durante le loro tragedie. Essa veniva posizionata sopra il palcoscenico e generava un potente rumore che richiamava l’ira degli dei.
L’esposizione Eva Marisaldi. Biribisso offre un viaggio attraverso il mondo teatrale, dalle radici della tragedia greca fino alle espressioni contemporanee. Tramite una varietà di opere, l’artista ci invita a esplorare i concetti di rappresentazione, percezione e finzione teatrale, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Fra le più recenti esposizioni a cui Eva Marisaldi ha partecipato troviamo Es-senze al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia nel 2022 e ricordiamo inoltre le due personali ospitate presso il Museo Marino Marini a Firenze nel 2023 e all’Estorick collection of Modern Italian Art a Londra nel 2019.