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A Verona, Nicolas Ballario racconta Marina Abramovic, tra parole e musica
Arte contemporanea
di redazione
Racconti incalzanti per entrare nel ritmo dell’arte contemporanea: proseguono gli incontri di LIVES!, il format a cura di Nicolas Ballario, attualmente autore e conduttore dei programmi di arte contemporanea di Radio Uno Rai, con Rodrigo D’Erasmo, polistrumentista, compositore, arrangiatore e produttore di formazione classica, e Andrea Faccioli, musicista. Uno spettacolo sui generis, che scandisce il percorso di avvicinamento ad ArtVerona – la cui 19ma edizione si terrà dall’11 al 13 ottobre 2024 – e in cui si approfondiscono le opere e si svelano i dietro le quinte, rigorosamente tra parole e musica. Dopo gli appuntamenti dedicati a Maurizio Cattelan, Louise Bourgeois e Jean-Michel Basquiat, questa volta la protagonista sarà Marina Abramović, la madrina della Performance Art, sullo sfondo di una colonna sonora eseguita sul posto tra composizioni ad hoc e improvvisazioni. L’incontro è in programma lunedì, 15 aprile, alle 18, nella Loggia di Fra’ Giocondo, nell’ambito di Vinitaly&TheCity.
«Diciamo che questa cosa della musica come parte integrante degli artisti è nata a Radio Rai 1, con la quale collaboro ormai dieci anni», così Ballario ci ha raccontato la genesi del format. «All’epoca con Lorenzo Lucidi, geniale responsabile della musica del canale, ci siamo inventati una serie di racconti: io scrivevo, lui li musicava. Ho conosciuto Rodrigo sul set della trasmissione che conduco su Sky Arte e siamo diventati subito amici. Avevo già fatto qualche serata di questo tipo, ma Rodrigo è una forza della natura ed è riuscito a strutturarla e a farne un appuntamento fisso in quel luogo magico che è Germi a Milano. Ha funzionato fin da subito: ogni serata andava sold out in pochissime ore e hanno iniziato a chiedercelo anche fuori», ha continuato l’autore, motivando la scelta, per il nuovo appuntamento di LIVES!, di una delle grandi “icone viventi” dell’arte del nostro tempo: «Marina Abramovic ha segnato le generazioni dopo la sua come pochi artisti nel secondo novecento. E poi diciamo che il nostro spettacolo, per come è strutturato, ha bisogno di una vita un po’ roboante: con lei non si corrono rischi. E aggiungo una cosa: tanti anni fa scrisse un manifesto che, tra le altre cose, diceva “L’artista non dovrebbe fare di se stesso un idolo”. Questa cosa può essere molto importante in un mondo, come quello dell’arte contemporanea, dove chiunque si crede Gesù Cristo sceso in Terra», ha concluso Ballario.
Nata nel 1946 a Belgrado, in ex Jugoslavia, Marina Abramovic ha sempre messo il corpo al centro del proprio lavoro, per esplorare i limiti fisici e mentali dell’essere umano. Pioniera dell’Arte Performativa già a partire dalla metà degli anni ’60, fa parte di quella generazione di autori come Bruce Nauman, Vito Acconci e Chris Burden che, mettendosi in gioco in prima persona nel corso di azioni performative spesso estreme, crearono uno spartiacque nella storia dell’arte contemporanea. Dal 1975 al 1988, con l’artista tedesco Ulay ha dato vita a una serie di opere memorabili, come The Lovers, durante la quale i due percorsero parte della Muraglia Cinese, partendo da posizioni opposte, per poi ricongiugersi. Sarebbe stata la loro ultima performance insieme.
Il suo lavoro è stato anche esposte in molte mostre internazionali su larga scala, tra cui la Biennale di Venezia (1976 e 1997, quando fu premiata con il Leone d’oro come miglior artista per la sua installazione video/performance Balkan Baroque) e tre edizioni di Documenta a Kassel, Germania (1977, 1982 e 1992). Nel 2004 ha esposto anche alla Whitney Biennial di New York e ha tenuto un’importante mostra personale, The Star, al Marugame Museum of Contemporary Art e al Kumamoto Museum of Contemporary Art, in Giappone. Nella primavera del 2010, ha tenuto la sua prima grande retrospettiva negli Stati Uniti presso il MoMA – Museum of Modern Art di New York, eseguendo la sua opera più lunga, The Artist is Present, durata per più di 700 ore. Nel settembre 2023 ha inaugurato una mostra personale alla Royal Academy, diventando la prima artista donna nei 250 anni di storia dell’istituzione londinese a occupare con le sue opere l’intero spazio espositivo della galleria. La mostra sarà itinerante in diverse sedi in Europa fino al 2026. Pochi mesi fa ha anche presentato una nuova linea di prodotti naturali per la cura della pelle: è il suo metodo per la longevità.
Insomma, di Marina Abramovic abbiamo visto tutto ma LIVES! promette di farci scoprire ancora tanto altro. L’evento è gratuito, con registrazione obbligatoria fino a esaurimento posti (potete cliccare qui).